Packaging sostenibile? Con il Covid non è più un’esigenza primaria. Parola di McKinsey

di Marco de' Francesco ♦︎ L’82% dei consumer italiani intervistati dalla multinazionale pensa all’igiene, mentre l’impatto ambientale conta solo per il 52% dei partecipanti. Il futuro? Imballaggi riciclati o in plastica riciclabile, o realizzati a base di fibre

Le aziende associate a ProFood impiegano circa 4500 addetti dislocati in 29 impianti produttivi in Italia e all’estero, e sviluppano un fatturato di 1,5 miliardi di euro

La sostenibilità degli imballaggi non è più in testa alle motivazioni di acquisto dei consumatori americani. Risulta da una recente ricerca di McKinsey, “Sustainability in packaging: inside the minds of US consumers”, che si riferisce al pubblico statunitense, ma che assume un valore più ampio: come vedremo, studi effettuati in nove altri Paesi hanno dato, si legge, risultati quasi equivalenti.

Ad esempio, nella categoria “cibo confezionato”, per il 66% dei consumer americani intervistati il motivo che li porta all’acquisto è il prezzo; per i 46% è la percezione della qualità; per il 44% il brand, per il 30% la convenienza e per il 24% la bontà del packaging. L’impatto ambientale e sociale riscuotono solo il 13% e l’11%. Nel “beverage”, l’11% e il 9%, contro il 62% del prezzo. Nel “pet food” il 10% e il 10%.







È un effetto del Covid-19, che ha trasformato il comportamento dei consumatori: la sostenibilità degli imballaggi prima della pandemia era in costante crescita, ed era sostenuta in molti Paesi da politiche governative; ora, tuttavia, la sensibilità è cambiata nel momento dell’acquisto.

Mckinsey fattori decisivi acquisto

Il mondo del packaging è chiamato a fare correzioni di rotta. Il settore è una colonna portante del Made in Italy, e vale circa 34 miliardi: il Belpaese ha una leadership mondiale. Lo studio accenna anche alla situazione italiana. Qui l’impatto ambientale conta per il 52% dei consumatori, contro l’82% dell’igiene, il 70% della durata dell’imballaggio; e del 65% dei label informativi. È dunque una notizia che può rivelarsi importante per i produttori di macchine per il packaging – Ima, Coesia, Aetna, Cavanna, Goglio, Gruppo Fabbri, Sacmi e Arol –; ma anche per aziende-bandiera delle bioplastiche, come la Novamont; o ancora per i grandi player del Food&Beverage, come Granarolo, Parmalat, San Benedetto, Ferrarelle, che riciclano il Pet dei contenitori alimentari.

Mckinsey l’impatto ambientale per i consumer italiani

 

I consumatori chiedono una scelta più vasta e più informazioni sui prodotti sostenibili

Può sembrare paradossale, ma la decadenza della sostenibilità come ragione dell’acquisto non implica che i consumatori non siano preoccupati per l’impatto degli imballaggi; anzi, secondo la ricerca, il 75% di loro si dichiara molto o estremamente preoccupato dall’inquinamento dei mari; il 72% dalla produzione di rifiuti e il 70% dai cambiamenti climatici. Come è possibile? È che la sostenibilità deve essere visibile, riscontrabile. E non lo è abbastanza: i consumatori sarebbero disposti a pagare di più per le soluzioni green, e che acquisterebbero prodotti confezionati in modo sostenibile se ce ne fossero di più a disposizione e se fossero etichettati meglio. Manca la “narrazione” del prodotto. Così, anche se al momento, per via della contingenza del Covid-19, ciò che conta di più per i consumatori sono l’igiene e la sicurezza alimentare, per il futuro i consumatori vorrebbero acquistare soprattutto imballaggi riciclati o in plastica riciclabile, o ancora realizzati a base di fibre. Chiedono però una scelta più vasta e più informazione.     

Mckinsey preoccupazione dei consumatori americani per le questioni ambientali

Tre azioni che l’intera catena del valore del packaging è chiamata a compiere subito

Che cosa devono fare le aziende per adeguarsi ai mutevoli sentimenti dei consumatori? Secondo la ricerca, non c’è tempo da perdere: bisogna gire subito con tre azioni.  

Le aziende a monte e a valle della filiera del valore del packaging devono collaborare allo sviluppo delle soluzioni sostenibili, creando più prodotti; in particolare, i trasformatori di imballaggi dovrebbero farlo da subito con i loro partner.

Le imprese, poi, devono realizzare una narrazione chiara dei vantaggi dei prodotti sostenibili, in modo da renderli visibili al grande pubblico. Bisogna divulgare messaggi diversi in base al segmento dell’utenza: lo stesso concetto non va bene per tutti.  

Infine, i trasformatori devono agire sul fronte della sostenibilità prendendo in considerazione i tanti trend emersi con il Covid-19, come l’igiene, la sicurezza alimentare e l’e-commerce














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