Il regno di Camelot, dove governano gli algoritmi di Ai

di Marco de' Francesco ♦︎ L’azienda genovese - attiva fino a qualche anno fa solo nel settore biomedicale – disegna modelli di intelligenza artificiale per la gestione dei prodotti e per la manutenzione predittiva. La società è ora parte del network Aenet 4.0 di Ansaldo Energia – progetto che favorisce lo sviluppo della filiera di fornitori -, per il quale si occupa dell’analisi dei dati. Ne parliamo con il Ceo di Camelot Matteo Santoro

Come la piccola Camelot, residenza del leggendario Re Artù, era importante per la grande Inghilterra, anche una piccola azienda come Camelot Biomedical Systems ha qualcosa da offrire ad un gigante come Ansaldo Energia, attivo nella realizzazione di centrali elettriche in tutto il mondo. E può trovare uno spazio “qualificato” nella nuova filiera integrata che la storica industria genovese sta realizzando, AENet 4.0. È che Camelot progetta soluzioni per estrarre valore dai dati. Sviluppa algoritmi avanzati di intelligenza artificiale. Se qualche anno fa dedicava le sue competenze al biomedicale, ora, nell’orbita di AE, disegna modelli di AI per la gestione della qualità dei prodotti e per la manutenzione predittiva – sistemi destinati, secondo Camelot, ad abbassare i costi di produzione degli impianti faro di Campi e Cornigliano. D’altra parte, lavorando per Ansaldo Energia e nella sua filiera, Camelot sta assumendo competenze di comparto che consentiranno un giorno alla Pmi di portare sul mercato prodotti standard. E di fare il salto dimensionale di cui ha bisogno. Dunque, secondo Camelot è una relazione vantaggiosa per il piccolo e per il grande. Camelot è entrata nel network di AE grazie ad una call for innovation, Digital X Factory. Grazie a questo passaggio Camelot si è riposizionata dal medicale ai servizi avanzati per il manifatturiero, in un’ottica di scale-up. Ne abbiamo parlato con il Ceo di Camelot Matteo Santoro.

 







Gli inizi di Camelot nel settore biomedico

Il Ceo di Camelot Matteo Santoro

Camelot Biomedical Systems è un’azienda di Genova, che ora ha sedi anche a Milano e a Pescara. Ma che c’entrano Ansaldo Energia e la sua filiera con una piccola impresa di sistemi biomedici? C’entrano. «Siamo un team di specialisti – ha affermato giorni fa a Genova Santoro, intervistato a latere del workshop AENet 4.0 Wave 3, relativo alla terza selezione di aziende strategiche che AE ha introdotto nel network integrato -: 21 persone, più della metà delle quali ha un dottorato di ricerca in ambito tecnologico, e quindi ingegneria, fisica, matematica e informatica. Ci siamo specializzati nello sviluppo di modelli di intelligenza artificiale, che all’inizio abbiamo applicato al campo biomedico. Non deve sorprendere: i radiologi sono stati i primi a fruire del dato digitale, e oggi un paziente ha un percorso digitalizzato nella Sanità. La medicina di precisione, poi, è conseguenza dell’applicazione delle nuove tecnologie. Quanto a noi, all’inizio, avevamo fatto sì che, sulla scorta di risonanze magnetiche e di ecografie, dei robot svolgessero attività mediche sui pazienti. Poi ci siamo resi conto che le nostre competenze in AI potevano trovare applicazione in campi molto diversi». Ancora nel settore dell’imaging diagnostico, Camelot supporta Esaote, azienda nata negli anni Settanta da un’idea di Carlo Castellano, che promosse all’interno di Ansaldo Genova, al tempo gruppo Iri Finmeccanica, la realizzazione di prodotti e soluzioni per la diagnostica non invasiva: ultrasuoni, risonanza magnetica dedicata e successivamente information technology per la Sanità. L’azienda guidata da Santoro progetta e sviluppa per Esaote software, integrato nei dispositivi ecografici e di Rm, per l’elaborazione e analisi di immagini mediche. Quanto a comparti diversi, Camelot per esempio realizza strumenti innovativi che aiutano i dipendenti di Carrefour Italia a gestire processi che vanno dalla previsione dei consumi energetici, al monitoraggio degli interventi di caricamento a scaffali e di pulizie. Inoltre, Camelot supporta Lombardia Informatica Spa «nell’identificare, applicare e adattare nuove tecnologie e processi basati sui dati per innovare e ottimizzare il governo dell’innovazione di Regione Lombardia». Infine, l’azienda ha compreso che l’AI poteva trovare molte applicazioni nell’industria, nella manifattura.

 

La svolta come fornitori di intelligenza artificiale per la manifattura

Camelot in pillole

«Abbiamo realizzato più di 100 pubblicazioni scientifiche, di cui 50 nell’ambito del machine learning». Il lavoro che stiamo facendo per AE è lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale per la gestione della qualità dei prodotti e per la manutenzione predittiva. L’azienda è stata selezionata due anni fa, al Digital X Factory di AE. Si trattava di una call for Innovation rivolta a tutte le start-up e le piccole e medie aziende innovative italiane in grado di progettare e realizzare soluzioni tecnologiche avanzate applicabili ai processi produttivi avvalendosi delle principali tecnologie dell’Industria 4.0. Secondo AE l’obiettivo era quello di trovare le migliori proposte progettuali in grado di portare una reale innovazione in Ansaldo Energia, dal momento che l’azienda guidata dal Ceo Giuseppe Zampini intende accelerare il percorso di trasformazione digitale dei propri processi operativi. Per l’esattezza, stiamo parlando della selezione avvenuta, per Camelot, a novembre del 2017 e conclusasi a dicembre dello stesso anno. I progetti finalisti hanno potuto collaborare al Lighthouse Plant. Questi sono grandi strutture avanzate, utilizzate come dimostratori tecnologici, per consentire alle aziende minori di verificare il funzionamento e l’efficienza delle applicazioni in contesti industriali. Nel contesto del “Piano Calenda”, nel 2017 il Mise ha affidato al Cluster Tecnologico Nazionale “Fabbrica Intelligente” il compito di selezionare i primi quattro Impianti Faro: tra questi, le fabbrica genovesi (Campi e Cornigliano) di Ansaldo Energia, che producono turbine elettriche; poi il sito bresciano di Tenova-Ori Martin, che si occupa d’acciaio. Questi impianti hanno completato l’iter amministrativo; ora si attende il placet ai finanziamenti per gli stabilimenti Abb localizzati di Lombardia e Lazio e per quelli Hitachi Rail di Reggio Calabria.

 

Il ruolo di Camelot: applicare specifici algoritmi di intelligenza artificiale a problemi circoscritti e selezionati

Il contributo di Camelot ad Ansaldo consiste soprattutto nell’analisi dei dati con algoritmi molto avanzati. Per Santoro, in questo modo è anche possibile abbassare i costi di produzione di AE: alla fine, la manutenzione predittiva e l’analisi automatizzata della qualità hanno questo scopo, perché consentono ad un’impresa di trasferire personale dedicato ad attività di maggior valore aggiunto. Ma perché AE, che è una grande azienda, non ricorre a risorse interne o alla consulenza di una multinazionale? Secondo Santoro le cose stanno così: «Oggigiorno non esiste un’intelligenza artificiale “generale”. Bisogna capire come utilizzarla per risolvere problemi specifici. Quindi non basta disporre della piattaforma AI di un colosso informatico: occorre individuare, circoscrivere ed analizzare il dominio e il problema che lo riguarda, prima di dare entrambi “in pasto agli algoritmi”. Se mandi tutti i dati del Mes ad una piattaforma di AI, non ottieni nessun risultato di rilievo».

 

Camelot e AENet 4.0

Matteo Santoro e il suo team

Giorni fa Camelot ha partecipato al Workshop finale di AENet 4.0 Wave 3. Ansaldo Energia, storica industria genovese attiva nel settore energetico e in particolare nella realizzazione di centrali elettriche in tutto il mondo, ha attivato una selezione dei propri fornitori strategici, che dopo essere stati “radiografati”, saranno accompagnati nel loro sviluppo. A vario titolo, sono coinvolti Cassa depositi e prestiti, l’ateneo ligure e il Digital Innovation Hub. AENet 4.0 è la nuova filiera integrata che si intende realizzare. Per Wave 3 si intende la terza “ondata” di selezioni. Come abbiamo visto, Camelot è entrato nell’alveo dei prescelti un po’ prima, tramite Digital X Factory; ma la sua posizione è stata definitivamente consacrata con la Wave 3. Ma che si attende Camelot dal nuovo network? «Non credo che potremo godere di privilegi speciali – ha affermato Santoro -; però, ci attendiamo un vantaggio di filiera, quello che deriva dalla condivisione di strategie digitali, con effetti moltiplicatori per tutti gli appartenenti». Secondo Santoro, cioè, un network è di per sé un vantaggio, perché consente una maggiore efficienza operativa per i partecipanti. Inoltre, la collaborazione con il Lighthouse Plant permette alle Pmi di sviluppare nuove competenze. «Soprattutto all’interno del Lighthouse – ha continuato Santoro – siamo venuto a contatto con un’ingente quantità di know how, soprattutto quello relativo al settore manifatturiero. Per noi è fondamentale, perché ci consente di imparare tante nozioni utili per portare un giorno sul mercato delle soluzioni standard». Infine, in prospettiva, l’attivazione degli strumenti finanziari messi in campo dalla Cassa depositi e prestiti potrebbe rivelarsi un fattore fondamentale per la crescita di piccole aziende. «Per una realtà minore – ha terminato Santoro – la questione dei finanziamenti è vitale. Ora è presto, perché ci stiamo concentrando sull’acquisizione degli skill e sui prodotti che in futuro vorremmo realizzare. Ma, superata questa fase, gli strumenti di Cdp potrebbero senz’altro tornarci utili».














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