Ibm raggiunge il “Quantum Volume” più alto di sempre

La multinazionale americana ha raddoppiato l’indicatore di performance, passando da 16 a 32

Raddoppiare il valore che determina la potenza di un quantum computer, indicandone la performance. Per Ibm, non è fantascienza. La multinazionale americana, infatti, in occasione dell’edizione 2020 del Ces – Consumer Electronic Show – di Las Vegas, ha dichiarato di aver portato il “Quantum Volume” da 16 a 32. Risultato mai ottenuto prima.

Il “Quantum Volume” è un sistema di misura che determina la potenza di un quantum computer ed è un indicatore fondamentale per determinare il “Quantum Advantage”, il punto dal quale le applicazioni quantistiche iniziano ad apportare vantaggi significativi e concreti, oltre le capacità di un computer tradizionale.







Inoltre, sempre durante il Ces, la multinazionale ha annunciato un’ulteriore espansione del proprio Ibm Q Network, una comunità globale che include oltre 100 organizzazioni attive in diversi settori di mercato, tra cui le aziende Fortune 500, start-up, istituzioni accademiche e laboratori di ricerca che puntano a esplorare le applicazioni pratiche del quantum computing.

Infine, l’azienda ha rivelato l’installazione dei primi due computer quantistici commerciali Ibm Q System One al di fuori degli Stati Uniti: uno con Fraunhofer-Gesellschaft, la più grande organizzazione europea di ricerca applicata, in Germania; l’altro con l’Università di Tokyo, con l’obiettivo di contribuire a far avanzare la ricerca in collaborazione con università, aziende ed istituzioni per dare vita a nuove opportunità di crescita economica.

 

Le sperimentazioni: automotive e aerospazio

Per quanto riguarda il comparto aerospaziale, Ibm Q Network ha siglato una partnership pluriennale con Delta Air Lines, per indagare le potenzialità del quantum computing nel trasformare il viaggio per clienti e dipendenti, fornendo un’esperienza innovativa capace di offrire maggiore comfort e ridurre lo stress durante il volo. Nell’ambito della collaborazione tra le due multinazionali si inserisce un progetto con la NC State University, in cui è presente un Ibm Q Hub, dove vengono svolte attività di formazione e ricerca nell’area quantum computing da parte di Delta e degli studenti dell’ateneo.

Nella sfera automotive, Daimler AG – casa madre di Mercedes-Benz – sta conducendo con Ibm ricerche volte a superare uno dei limiti della mobilità elettrica, la durata della batteria dei veicoli. Le due aziende hanno utilizzato un computer quantistico per compiere importanti progressi nella costruzione di batterie di nuova generazione di zolfo litio (Li-S) dalle potenzialità rivoluzionarie in termini di potenza, durata e costo, con vantaggi particolarmente superiori rispetto alle batterie agli ioni ampiamente utilizzate oggi. Grazie all’utilizzo del quantum computing, sarà possibile effettuare operazioni molto complesse, simulando con precisione il momento elettrico all’interno delle molecole.














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