I robot di Polytec (BM Group) e l’acciaio 4.0

polytec

di Francesca Morandi ♦ Quota 100 isole robotizzate installate in tutto il mondo dall’ azienda trentina, specializzata nell’allestimento di soluzioni robotiche per l’industria dell’ acciaio, ma anche dell’alluminio, dell’automotive e della farmaceutica. Con l’apertura di una filiale negli Stati Uniti punta a consolidare la posizione sul mercato mondiale

Uno degli ultimi ordinativi arrivati riguarda una cella robotizzata di etichettatura per un’ industria siderurgica italiana. E’ questa una delle soluzioni più recenti di Polytec Robotics, e in questo caso si tratta di un sistema robotizzato di etichettatura che gestisce in maniera autonoma l’applicazione delle etichette sul singolo prodotto o su fasci, garantendone la tracciabilità. Ed è solo una delle quindici soluzioni robotizzate fornita da questa pmi trentina alle aziende della siderurgia che stanno compiendo la transizione verso Industry 4.0.

 







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Polytag BLE POLYTEC (courtesy Polytec Robotics)

 

Polytec Robotics, società del Gruppo BM, si è specializzata, attraverso l’utilizzo del know how del gruppo di riferimento, nella manifattura di soluzioni robotiche per l’industria dell’ acciaio, finalizzate all’incremento della produttività, la riduzione dei tempi di inattività e non ultimo, a garantire maggiore sicurezza agli operatori. Produce isole robotiche altamente tecnologiche capaci di realizzare l’intero processo produttivo, dal rottame ai prodotti finiti. Un risultato che incorpora una storia di esperienza pluriennale nel settore dell’ automazione per la siderurgia.

Per il settore, su scala mondiale e a livello nazionale, è un buon momento, con un incremento della produzione che marcia a ritmo sostenuto: a settembre +5,6 per cento sull’ anno precedente il dato globale. Per l’ Italia il dato è ancora più eclatante,  + 8,3 per cento (vedi box fondo pagina per il dettaglio). La siderurgia italiana vale oggi 35 miliardi di euro in termini di fatturato, occupa circa 70.000 addetti e posiziona l’Italia come secondo produttore e consumatore di acciaio in Europa dopo la Germania. Per affermare il consolidamento di questo trend positivo oggi il comparto è chiamato a rispondere in maniera attiva alla sfida della trasformazione 4.0, con l’inserimento nei processi produttivi di un livello più elevato di automazione. Nel ruolo di abilitatore troviamo in Italia questa media azienda, nata in Trentino nel 2012, che da tempo aiuta i “giganti”, non solo nazionali, ma mondiali dell’acciaio a beneficiare delle tecnologie dell’Industria 4.0.

BM Group

Facciamo un passo indietro. Il  BM Group si sviluppa in Trentino a partire da 1993, e ha una storia industriale che nasce in ambito locale con la fornitura di sistemi di automazione nel settore legno, per poi indirizzarsi a una specializzazione per l’ industria siderurgica con l’ingresso nell’ ILVA di Taranto, cui si sono aggiunte via via le collaborazioni con altri gruppi siderurgici. Con 40 milioni di euro di fatturato consolidato nel 2016, (il 70 per cento del quale realizzato all’ estero) 130 addetti specializzati, quattro sedi operative in Italia – Borgo Chiese, Verona, Brescia, Taranto (all’interno di ILVA) -, e una filiale recentemente aperta negli Stati Uniti, BM Group è oggi tra i protagonisti a livello globale nella progettazione e costruzione di impianti tecnologici e vanta una leadership globale rispetto a soluzioni robotiche per il settore siderurgico.

 

ANDREA TONINI
Andrea Tonini, direttore commerciale del ramo vendite dell’azienda BM Group (courtesy Polytec Robotics)

Polytec Robotics

E’ con questa mission che 5 anni fa all’interno del gruppo è nata Polytec. Andrea Tonini, direttore commerciale del ramo vendite dell’azienda BM Group ne ripercorre la genesi. «Con BM da oltre vent’anni siamo fornitori di sistemi di automazione per la manifattura dell’acciaio e per l’industria pesante, un’esperienza che ci ha consentito di conoscere approfonditamente il processo produttivo.» Tonini con Alex Bottini è tra gli attuali soci dell’azienda fondata da Mirko Bottini 25 anni fa tutt’ora socio; l’ Amministratore Delegato è Francesco Bettoni e il General Manager è Massimo Zanotti.

«Polytec Robotics è stata costituita nel 2012 come società interna al gruppo- spiega Tonini- abbiamo selezionato un team di meccanici, informatici, sviluppatori di software ed esperti in sistemi di visione artificiale, che si dedicasse interamente a progetti di ricerca. Siamo stati i primi a “problematizzare” alcune delle fasi produzione, concentrandoci successivamente su soluzioni ad alto contenuto tecnologico». Le partnership con centri di ricerca d’eccellenza, come la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e un notevole investimento quasi interamente autofinanziato in Ricerca e Sviluppo sono stati fondamentali per arrivare ai risultati odierni.

 

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(courtesy Polytec Robotics)
L’azienda oggi: soluzioni personalizzate per la siderurgia e non solo

Polytec Robotics oggi possiede una gamma di oltre 15 isole-robot customizzabili per la produzione siderurgica ed, è notizia recente, ha raggiunto quota 100 soluzioni robotizzate installate in oltre 30 paesi, dall’America Latina alla Russia. L’azienda conta su un business plan volto a presidiare la propria leadership nella siderurgia, ma punta anche alla diversificazione settoriale. Spiega sempre Andrea Tonini «Le soluzioni offerte da Polytec si rivolgono anche all’industria dell’alluminio, dell’automotive e della farmaceutica. Per quanto riguarda il siderururgico possiamo definire ‘rivali’ quelle aziende che oggi stanno studiando o mettendo a punto solo da pochi mesi tecnologie simili alle nostre. Noi però abbiamo già all’attivo una amplia gamma di installazioni in diverse situazioni, in tutto il mondo».

Come si è accennato ciascuna soluzione viene personalizzata, in base alle esigenze specifiche del cliente finale. L’azienda delinea due profili di clienti con esigenze diverse in relazione all’adozione dei sistemi robotizzati. Il primo legato al costo del personale che per aree geografiche è identificabile tendenzialmente in Europa e Stati Uniti, ma comunque in espansione graduale anche negli altri paesi. Questo tipo di cliente abbraccia il nuovo concetto di robotica stimolato dalla competitività e necessità di efficentamento e sicurezza. Il secondo tipo parte dalle considerazioni legata alla qualità: è sempre più consapevole del fatto che l’interposizione della macchina robotizzata fra operatore e processo è un elemento chiave.

 

Polytech

Dentro l’impianto siderurgico 4.0 di Polytec

Ma entriamo nell’impianto siderurgico 4.0 animato dalle isole robotizzate di Polytec. Queste possono estendersi   fino a 60 mq inclusi i magazzini utensili, e si integrano anche in impianti esistenti, con il vantaggio di garantire maggiore sicurezza, velocizzare attività ripetitive come la movimentazione o la paletizzazione, raccogliere e gestire dati, indispensabili per la tracciabilità del prodotto e la manutenzione degli impianti. L’intera attività inizia dall’acciaieria, dove l’acciaio fuso raggiunge i 1670 gradi, passa dal laminatoio (di prodotti lunghi o piani) oppure dal tubificio dove le temperature variano intorno ai 1000°, per poi scendere in fase di raffreddamento e di finitura.

Le soluzioni robotiche installate in acciaieria sostituiscono l’operatore nelle attività a diretto contatto con il calore, gestendo in maniera completamente automatica il prelievo di provini e la misurazione della temperatura interna al forno. I robots vengono dotati di sistemi di raffreddamento ad aria o ad acqua, per resistere alle alte temperature, e “vigilano” su eventuali perdite di acqua che si possono infiltrare nel forno, provocando esplosioni. L’operatore controlla, attraverso un’interfaccia “user friendly”, lo svolgimento delle mansioni compiute dai robot, dai quali riceve anche costanti informazioni. Ogni “isola”, oltre a svolgere il proprio lavoro, raccoglie gestisce e rendiconta continuativamente i dati di processo, utili all’analisi e all’efficientamento della produzione.

 

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Controllo operativo di un robot Polytec (courtesy Polytec Robotics)

Un esempio è PolyEYE, una lancia con sei telecamere termicamente protette che offrono una visuale a 360 gradi all’interno del forno: il robot preleva la lancia dal magazzino lance e la inserisce nella parte superiore del forno a fine colata. L’operatore gestisce le attività attraverso un’interfaccia video e verifica lo stato dei refrattari. Questa è una tipica attività che senza l’intervento di un sistema robotizzato è praticamente impossibile da svolgere per un operatore, se non in forma limitata e pericolosa. Lo stesso robot manovra anche le lance di prelievo temperatura e provini, evitando all’operatore anche queste attività a contatto diretto con il forno.

 

Un altro sistema, ActiveSLAG, analizza invece la qualità dei materiali e la purezza dell’acciaio durante la colata: una termocamera consente di calcolare la percentuale di scorie, segnalando quindi all’operatore il momento in cui deve chiudere la colata.

Un elevato grado di internazionalizzazione

Quello di Polytec è un successo commerciale fondato su innovazione ad alto contenuto tecnologico, qualità e sicurezza, fattori che lo hanno reso estremamente attrattivo all’estero. «Negli ultimi cinque anni abbiamo investito intensamente in attività di internazionalizzazione, partecipando alle più importanti fiere del settore – commenta Gianluca Maccani, responsabile commerciale per gli Stati Uniti -. Ci siamo presentati a colossi dell’acciaio come una media azienda italiana, competente, snella e seria. »

La vocazione internazionale di BM Group-Polytec è anche attività partecipativa. BM Group fa parte  del neo-costituito ramo europeo dell’Association for Iron and Steel Technology (AIST), nata oltre cento anni fa negli Stati Uniti con l’obiettivo di promuovere innovazione e collaborazione nel comparto siderurgico internazionale. Gianluca Maccani siede nel comitato direttivo del ramo europeo di AIST, dove spiccano i nomi del presidente, Mauro Bianchi Ferri, managing director di Acciarium Srl, del vice-presidente, Paolo Losso, presidente di Danieli. Oggi l’associazione, che ha il suo quartier generale negli USA, è diretta da Ronald Ashburn, conta oltre 18mila membri provenienti da 70 Paesi. Lo scopo dell’AIST europea è creare connessioni tra i membri dell’industria dell’acciaio dei due continenti, Europa e Nord-America, e opererà in tutti 28 Paesi europei.

Polytec prevede 6 milioni di euro di fatturato per il 2017 e, rivela Tonini, sarà a breve assorbita dalla holding trentina. I buoni risultati sono attribuiti dal direttore commerciale anche a «partnership altamente qualificate con soggetti industriali e finanziari di rilievo che ci consento di crescere su scala globale». Tra questi la collaborazione con ABB, principale partner industriale e leader mondiale nelle tecnologie per l’automazione: «ABB ci fornisce robot di alta qualità – precisa Tonini -, noi li dotiamo del software da noi sviluppato con il quali li rendiamo “intelligenti” e unici».

Un posizionamento di tutto rilievo l’azienda trentina l’ha conquistato anche a livello nazionale dove Polytec è stata capace di cogliere anticipatamente i trend dell’Industria 4.0 nel panorama siderurgico italiano. Questo nel momento in cui aziende top dell’acciaio del calibro di Marcegaglia, Danieli, Lucchini, Beltrame, Arvedi e Dalmine iniziavano a fare i conti con la sfida della “quarta rivoluzione industriale”.

«Siamo di fronte ad un cambiamento generazionale, simile a quello attraversato dal settore automotive 20 anni fa – osserva Andrea Tonini –. Anche il settore dell’acciaio oggi sta attraversando un passaggio “obbligato” per l’industria del domani, che impone all’imprenditore la ricerca delle proprie inefficienze tramite un’unica possibile tecnologia, spesso complessa e che quindi richiede investimenti in attività formativa del capitale umano, perché l’inserimento delle macchine intelligenti nel ciclo produttivo cambia il ruolo del personale, che, come cita il nostro slogan aziendale, diventa “ da operatore   supervisore”».

 

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                                              Produzione di acciaio nel mondo

Secondo i dati più recenti messi a disposizione dalla World Steel Association, la produzione globale, che nel 2016 è stata di 1630 milioni di tonnellate, quest’anno promette un buon incremento, tornando a marciare ai ritmi sostenuti di dieci anni fa dopo il rallentamento dell’ ultimo quinquennio. I numeri relativi ai 66 paesi che fanno parte dell’ associazione, indicano per il mese di settembre un totale mondiale prodotto di crude steel di 141.4 milioni di tonnellate, in crescita del 5,6 per cento rispetto allo stesso mese dell’ anno scorso.

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Percentuale annua di crescita produzione mondiale crude steel- Fonte World Steel Association

La percentuale di crescita maggiore si registra nei paesi asiatici, +5,9 per cento, con un incremento del 5, 3% in Cina; + 3,5 la percentuale per il Nord America, mentre per l’ Europa la crescita è del 4,1 per cento, sempre su base annua, a settembre. L’incremento della produzione segnato per il nostro paese è dell’ 8,3 per cento, superiore alla media europea, con un totale di 2.2 milioni di tonnellate. Le statistiche si riferiscono alla produzione di “crude steel”, vale a dire l’acciaio nel primo stato solido dopo la fusione, allo stato grezzo, antecedente ulteriori lavorazioni.

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