Claudio Bassoli (Hpe) a ruota libera su cloud, Pnrr, cybersecurity, as-a-service…

di Piero Macrì ♦︎ Everything as-a-service: è il nuovo paradigma tecnologico della multinazionale, reso disponibile attraverso la piattaforma GreenLake. La partnership con Hpe Coxa: supportare l’innovazione algoritmica nell’automotive. La digitalizzazione come leva per un’economia circolare, resiliente e flessibile. Il supercomputing e l’efficienza energetica

Un Cloud di Nuova Generazione, in cui i dati vengono elaborati lì dove vengono generati, flessibile, sostenibile e basato su Everything as-a-service. È il nuovo paradigma tecnologico, reso disponibile attraverso la piattaforma Hpe GreenLake, con cui Hewlett Packard Enteprise si propone sul mercato. Una potenza elaborativa che può essere declinata su più livelli – edge, data center e cloud – e che serve a rispondere alle sfide con cui si confrontano oggi le imprese. Ne parliamo con Claudio Bassoli, Presidente e Amministratore Delegato Hewlett Packard Enterprise Italia. Ecco le sue riflessioni rispetto alle opportunità di investimento che possono scaturire dal Pnrr, le iniziative a sostegno della riduzione dei consumi energetici, grazie a un ammodernamento e aggiornamento dei data center, e le opportunità del supercomputing.

Da segnalare, in questo senso, la partnership con Hpe Coxa, società modenese dell’automazione e della robotica, per supportare l’innovazione algoritmica nell’automotive e, in particolare, della motor valley emiliano-romagnola. Tra i clienti di Hpe Coxa: Ferrari, Lamborghini, Fca, Maserati, Ducati, Ima, Leonardo e Dallara. In tema di resilienza va poi ricordato l’impegno per la pubblica amministrazione con iniziative che riguardano la cybersicurezza e il contrasto alla criminalità informatica. «È un servizio che estendiamo anche alle imprese e si sostanzia in soluzioni di disaster recovery a protezione di una delle minacce più insidiose, il ransomware, spiega il ceo. In caso di attacco siamo in grado di ripristinare il funzionamento dei sistemi informativi in un tempo che può variare dai 45 secondi ai 3 minuti. Il servizio garantisce la business continuity a fronte di eventi che, ahimè, diventano sempre più diffusi».







Nonostante uno scenario economico ad alta volatilità e incertezza, lo stato di salute dell’industria, come emerso al Forum di Cernobbio, è positivo stabile?. Innovazione e sostenibilità sono i punti chiave su cui si fonda la strategia Hpe. «La transizione energetica e l’efficientamento dei consumi, tema centrale per l’economia del paese, può avvenire soltanto investendo nel digitale. Noi ci siamo e diamo modo alle imprese di avere accesso a tecnologie di ultima generazione, sicure e sostenibili.. Le soluzioni basate su everything as a service abbassano i costi di provisioning fino al 40% e quelli legati al consumo di energia del digitale fino al 33%. Inoltre, riducono fino al 75% il tempo di rilascio delle applicazioni e fino all’85% i fermi delle infrastrutture digitali. Sono applicabili a tutto l’ecosistema italiano: lo utilizzano più di 120mila aziende private e pubbliche nel mondo».

 

Lo scenario economico non ha ancora depresso la propensione agli investimenti

Claudio Bassoli, presidente e Amministratore Delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia

Nonostante l’assoluta instabilità dei mercati l’industria e il manifatturiero italiano esprimono livelli di positività e di ottimismo sia sulla situazione attuale del business che nella propensione ad investire. Sembra che nessuno degli accadimenti economici e politici dell’ultimo periodo abbiano inciso nell’orientare il clima e le aspettative delle imprese. Dopo una brusca contrazione nel secondo trimestre, la fiducia degli imprenditori ha ripreso a salire e, a settembre 2022, si posiziona nuovamente in territorio positivo. Come emerso al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il 56,1% delle imprese prevede di chiudere il 2022 con una crescita superiore al 10%, mentre il 26,3% stima una crescita inferiore o pari al 10%. Insomma, l’onda lunga del dopo Covid continua a sostenere l’economia italiana. Bene gli investimenti. Per il 2023, il 68% prevede per il 2023 un aumento tra il 10 e il 20%. La preoccupazione più grande? Domanda retorica. Per l’80% delle imprese sono i costi dell’energia. «Per rispondere alle attuali sfide e alla grande turbolenza dei mercati ci si deve muovere su un doppio binario, quello dell’innovazione e della sostenibilità, dove per HPE sostenibilità non solo vista come impatto ambientale ma anche sociale ed economico, ossia occorre guardare a tutti e tre questi aspetti quando si parla di sostenibilità», dice Bassoli.

 

Trasformazione digitale, Pnrr e nuovi modelli as a service per un’economia circolare, resiliente e flessibile

«Il Pnrr è un’opportunità storica per il Paese, abbiamo la responsabilità di usarla in modo strategico così da generare un effetto duraturo sull’economia. La trasformazione digitale costituisce un elemento centrale del piano, il motore della ripresa economica, ma per esprimere appieno il potenziale di crescita che la digitalizzazione può garantire, è necessario un nuovo approccio». Per Bassoli, il nuovo approccio dovrebbe rendere le soluzioni digitali più facilmente accessibili e adattabili alle esigenze di organizzazioni di ogni dimensione e settore, sia pubbliche che private. «Il cloud che viene da te, basato sul concetto di everything-as-a-service everywhere e ideato su modelli di economia circolare, di resilienza e di flessibilità, porta benefici concreti in termini di riduzione dei costi, di consumi e di competitività. Auspichiamo che il nuovo governo mantenga al centro delle priorità l’esecuzione del Pnrr. Ovviamente, a fronte degli investimenti che arrivano con il Pnrr, dobbiamo essere veloci nello sviluppare ed implementare i progetti… È irrinunciabile e non più rinviabile, inoltre, mettere mano al codice degli appalti. È vero che è già stato introdotto il concetto di massima convenienza dell’acquisto, ma è basato sul massimo sconto. Noi chiediamo che questo principio sia legato a elementi qualitativi. Far sì che nelle gare i prodotti siano valutati in base a criteri di sostenibilità, di economia circolare e d’innovazione. Non andrebbe scelta la tecnologia meno costosa ma quella più innovativa, quella che garantisce, inoltre, la migliore efficienza energetica e dismissioni del prodotto in ottica di economia circolare e dove si crei del valore non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale ossia la tecnologia offerta deve essere sostenibile economicamente e socialmente, altrimenti si perde competitività sul mercato in cui si opera».

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Ridurre i costi della bolletta elettrica del data center. L’intelligenza artificiale per un Ict “stop and go”

Per Bassoli la conversione alla nuova Ict può incidere in modo significativo sulla bolletta elettrica del data center. «Sono valori importanti, che si possono tradurre in risparmi nell’ordine delle decine o centinaia di milioni di euro a seconda della dimensione e tipologia d’impresa. Abbiamo già varato un servizio specifico volto a ridurre i consumi energetici digitali ed è diventato parte integrante di progetti che condividiamo con alcuni grandi clienti italiani. Intervenendo sulle varie componenti, infrastrutturali e di gestione del data center, come per esempio i sistemi di raffreddamento, la voce di maggior consumo, si può addirittura arrivare a una riduzione del 50% dei costi nel giro di 6-12 mesi». La stessa architettura Hpe GreenLake, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, può contribuire a risparmi. È la smart Ict: permette di modulare i consumi energetici in funzione dell’utilizzo, riducendo gli sprechi. Come dire, permette di utilizzare l’energia nel momento in cui serve, nel modo più efficiente possibile. Un Ict “stop & go”, “on-off”, che si attiva e si spegne a seconda dei carichi di lavoro energetici che deve sostenere. «Con l’”as a service” siamo inizialmente partiti dai grandissimi clienti di fascia enterprise, ma il modello è studiato per far sì che i nostri partner territoriali o system integrator lo possano esportare anche nelle Pmi, racconta Bassoli. I risultati, in questo senso, sono positivi. Nell’ultimo anno abbiamo già registrato un buon successo. Il Italia il numero di new entry sulla piattaforma è elevato ed evidenzia una crescita più che doppia rispetto all’anno passato. A livello globale, nell’ultimo trimestre fiscale il fatturato associato a Hpe GreenLake è cresciuto del 136%, nel secondo del 107%. Insomma, la crescita raddoppia di anno in anno».

 

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Ict a km zero: ridurre la movimentazione dei dati riduce i costi energetici

Per quanto sorprendente possa apparire, la riduzione dei consumi digitali può essere ottenuta anche attraverso una gestione intelligente dei dati. È l’informatica a “km zero”, dove la movimentazione dei dati viene minimizzata facendo in modo che essi risiedano dove vengono prodotti, portando la capacità di calcolo lì dove serve. «Non è una battuta” dice Bassoli, Evitare che i dati vengano trasferiti da un punto a un altro contribuisce davvero a ridurre i costi energetici. Non solo, si agisce anche sulla velocità elaborativa, poiché si ottimizzano i tempi di calcolo. Sono tutti accorgimenti utili alla sostenibilità d’impresa». Come dire, quanto più la produzione digitale è “km zero”, tanto più alto è il rendimento operativo. Ovvio, è un principio di ordine generale, ma va certamente considerato in un qualunque progetto di creazione o aggiornamento, pesando al meglio ciò che è opportuno vada nell’Edge, nel data center aziendale o in un qualche cloud esterno al perimetro aziendale. «Per noi la soluzione è il cloud che viene da te, quello che viene interpretato dal modello Hpe GreenLake. Va da sé che la riduzione dei consumi energetici è poi legata all’utilizzo delle tecnologie più recenti. Basti pensare che negli ultimi 5 anni i nostri apparati Ict sono diventati 30 volte più efficienti. È quindi bene cercare di utilizzare sempre la tecnologia più avanzata. Requisito, anche in questo caso, che può essere soddisfatto al meglio con tecnologie e contratti “as a service”, che contribuiscono ad evitare l’effetto obsolescenza e la conseguente ottimizzazione dei costi energetici».

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“Il supercomputing italiano va potenziato, siamo il fanalino di coda dell’Europa”

Hpe Cray Lumi, il supercomputer più veloce in Europa e terzo nel mondo, capace di 550 Petaflops e basato su Cray EX con Cpu Amd Epyc e Gpu Amd Instinct, ottimizzate per deep learning e in grado di favorire impieghi nel modeling, nella simulazione, negli analytics e nell’Ai. Installato in Finlandia, oggi è usato da enti pubblici e privati per la ricerca& sviluppo nelle aree dell’healthcare, delle previsioni meteo, e dell’Intelligenza Artificiale

Una delle attività su cui è focalizzata Hpe è la creazione di piattaforme algoritmiche abilitanti l’High Pertformance Computing. È un’attività basata sulla collaborazione con università e centri di ricerca e sviluppo, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa dove la multinazionale può contare su team Hpc in quasi tutti i paesi e sulla presenza di due centri tecnologici presso Grenoble e Madrid. «Abbiamo consegnato al governo Usa il computer più potente al mondo, ma l’Hpc è anche europeo. È il caso del supercomputer LUMI da 550 milioni di operazioni al secondo che abbiamo installato in Finlandia per conto della comunità europea. Auspichiamo che il nuovo Governo, in forza del Pnrr adotti per il supercalcolo, una politica sistemica come esiste in Francia, Germania e Gran Bretagna, dove la capacità installata continua essere di gran lunga superiore a quella dell’Italia, che rimane il fanalino di coda. Il gap va poi migliorato in termini di competenze algoritmiche. Non basta installare un supercomputer, senza le persone che sviluppano il software e le applicazioni, sarebbe come avere una cattedrale nel deserto. Si deve essere veloci nell’innovazione: il ciclo di vita tecnologico è oggi di 2, 3 anni. Se si aspetta troppo, il rischio è essere sempre in ritardo rispetto alla disponibilità di nuova tecnologia».

 

High performance computing, la collaborazione con Hpe Coxa per supportare l’innovazione dalla motor valley emiliano-romagnola

In tema Hpc va poi segnalata la partnership avviata con Hpe Coxa, azienda modenese specializzata nei servizi di ingegneria, progettazione e produzione di precisione per i settori automobilistico, motorsport, automazione, aerospaziale e difesa. Obiettivo della collaborazione è esplorare le nuove opportunità dell’era dei dati per il settore industriale. «Condividiamo con loro competenze, mettendo a disposizione i nostri centri di ricerca e sviluppo», dice Bassoli. «Spieghiamo come sfruttare le nuove potenze di calcolo a partire da quelle che sono le problematiche con cui si confrontano». La volontà, da parte di entrambe le parti, è dare vita a un centro di eccellenza per l’intelligenza artificiale orientato, in particolare, a supportare l’innovazione della motor valley emiliano-romagnola. Il centro avrà il compito di lavorare su progetti di intelligenza artificiale e algoritmi di apprendimento automatico, sfruttando le potenzialità del nuovo portafoglio software Hpe Ezmeral Data Platform, unite alle competenze di Evo, la business unit di Hpe Coxa dedicata a elettrificazione, simulazione e intelligenza artificiale.














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