Le imprese? Devono immaginare un cloud journey che abiliti nuovi modelli di business! All’Hpe Discover

di Piero Macrì ♦︎ La migrazione al cloud migliora l’efficienza e la resilienza dei sistemi It e consente all’azienda di fare cose nuove in minor tempo. Serve un’infrastruttura adattiva con soluzioni di Ai, applicazioni aziendali, elaborazioni di workload e storage diversificati. L’automazione della security. La piattaforma GreenLake: monitoraggio e gestione in self-service di consumi e servizi

Più del 90% delle aziende utilizza una qualche forma di cloud. Eppure, per molte si tratta di un utilizzo tattico e non strategico. Mancano le fondamenta, che non si costruiscono dall’oggi al domani. Per affrontare il cloud journey servono skill ed expertize, come dicono gli americani. Ecco spiegato il motivo per cui, secondo quanto evidenziato da uno studio Bcg condotto su un campione globale di 3 mila aziende, il 57% dei progetti di trasformazione digitale fallisce e non centra gli obiettivi di ritorno economico e di tempistica di sviluppo. «Molti degli sforzi per adottare e sfruttare il cloud si sono rallentati o interrotti, afferma Pradeep Kumar, svp e general manager services di Hpe. Certe aziende sono ferme a una visione sperimentale e non capiscono la direzione del loro percorso, altre hanno difficoltà a creare un business case chiaro per scalare l’uso del cloud». Risultato? Nel migliore dei casi, le singole aziende hanno portato sul cloud solo il 20-40% dei propri carichi di lavoro, quelli meno complessi.

Come scaricare a terra tutta la potenza di GreenLake, il cloud as a service di Hpe? Come riuscire a dare vita a infrastrutture economicamente sostenibili e a prova di futuro? «La tecnologia, per quanto innovativa, non è di per sé la risposta, dice Kumar. Serve il supporto di una conoscenza aumentata, di servizio e consulenziale, con piattaforme di provisioning intelligenti in grado di automatizzare il più possibile la creazione di un’infrastruttura personalizzata. E’ questo il segreto per una implementazione vincente». Pubblico, privato, ibrido, multicloud? «Non esiste una risposta univoca. La scelta corretta dipende dalla capacità di gestirlo» Ecco, quindi, l’importanza di accompagnare i clienti nel cloud journey attraverso un ecosistema di servizi fornita dalla piattaforma edge-to-cloud di GreenLake. Soluzioni di intelligenza artificiale, applicazioni aziendali, elaborazioni di workload e storage diversificati, sviluppo software in logica container, protezione dei dati, database, sicurezza, edge computing, high performance computing e multicloud.







La gamma di servizi che il gigante dell’It propone agli utenti permette di agevolare e accelerare la migrazione al cloud. «Il punto di partenza sono i dati? Serve una connessione e una fonte unificata e affidabile per prendere decisioni informate? GreenLake può essere la risposta», afferma Kumar. Ecco le riflessioni del manager in merito alla trasformazione digitale abilitata dal cloud. Quali i punti di attenzione? Come affrontare il viaggio verso il cloud? La questione centrale, come emerso nel corso dell’ultima edizione di Hpe Discover, è l’allineamento dell’It al business. Ne parlano Megan Gupton, Cto dell’aeroporto canadese di Calgary, Chris Webb, director of technology dell’Enloe Medical Center della California e Steve Brannon, senior director information security della società finanziaria Fannie Mae.

 

Migrazione al cloud. Per le organizzazioni It è una scelta obbligata

Pradeep Kumar, svp e general manager services di Hpe

Rispetto alle richieste che vengono sollevate dal vertice aziendale, l’It deve sempre trovare la migliore soluzione e tecnologia abilitante. Oggi, nella maggior parte dei casi, la risposta è nel cloud poiché è la tecnologia che garantisce una flessibilità e un time to market all’altezza di quelle che sono le aspettative. Lo dimostrano le esperienze dei tre manager che lavorano all’interno di aziende che operano nei più diversi settori di industry. «Il mercato cambia velocemente, di conseguenza anche l’infrastruttura a supporto delle nuove applicazioni deve essere adattiva», racconta Gupton. Un’affermazione che riflette quanto avvenuto negli ultimi due anni. Il covid è stato, infatti, un campanello d’allarme senza precedenti, che ha ricordato alle organizzazioni di tutti i settori l’importanza della resilienza, agilità e scalabilità dei sistemi. Mentre le aziende cercavano di superare l’incertezza, aggravata dalla pandemia, il focus si è spostato sul supporto alle operation, sul tentativo di soddisfare la domanda molto volatile dei clienti finali e sulla gestione del profondo mutamento delle dinamiche della forza lavoro e del grande aumento di accessi alla rete da remoto. Insomma, per le aziende e per le organizzazioni It la logica di sviluppo diventa cloud-first. E’ questo il mindset operativo che può garantire un’evoluzione flessibile.

 

L’improvvisazione non paga, serve un piano allineato alla strategia aziendale

La migrazione al cloud migliora l’efficienza e la resilienza dei sistemi It e consente all’azienda di fare cose nuove in minor tempo. Ma non si improvvisa. «Qualsiasi operazione di trasformazione richiede un piano allineato alla strategia aziendale», afferma Gupton. Vanno quindi definite, le priorità in base al valore che si vuole ottenere. Una transizione sicura richiede poi il contributo di esperti, una corretta gestione della security e lo sviluppo di skill specifiche. Le caratteristiche che spingono all’adozione del cloud? Come dice Kumar, «fame di resilienza, agilità, adattabilità e scalabilità dei sistemi, nella consapevolezza che la logica con cui si definisce l’architettura informatica è as a service: si paga per quello che si utilizza, con la possibilità di scalare in funzione espansione del business». Insomma, anche per l’It vale lo stesso principio che plasma il futuro della produzione: la tecnologia deve essere in grado di confrontarsi con una domanda discontinua e, quindi, aver tutta la flessibilità per poter cambiare nel tempo in funzione di quelle che sono le necessità aziendali.

La piattaforma edge-to-cloud di GreenLake offre soluzioni di intelligenza artificiale, applicazioni aziendali, elaborazioni di workload e storage diversificati, sviluppo software in logica container, protezione dei dati, database, sicurezza, edge computing, high performance computing e multicloud

Immaginare un cloud journey intelligente per abilitare nuovi modelli di business

Le imprese sono un elemento vivo, dinamico e non statico, devono essere capaci di evolvere minimizzando e tendenzialmente azzerano i costi dei cambiamenti. I fattori per un successo? «Strategia, pianificazione ed esecuzione», afferma Brannon. Inoltre, è bene sottolinearlo, le migrazioni non sono quai mai dei big bang ma processi incrementali, basati sul valore strategico, sulla valutazione della complessità e dei rischi. «Il cloud non è più una vaga aspirazione futura, ma un imperativo urgente che sta al cuore del business, perché offre più efficienza, accelera l’innovazione ed è indispensabile per abilitare tecnologie digitali avanzate che aprono la porta a nuovi modelli di business», afferma Kumar. Una migrazione affrettata e senza una strategia chiara può costare cara alle aziende: avere un supporto come quello offerto da Hpe può quindi essere un elemento decisivo. «Serve immaginare un cloud journey intelligente che bilanci driver di business, esigenze tecnologiche e dinamiche di industry per ottenere una combinazione adatta alle specifiche esigenze di ciascuna organizzazione, racconta Kumar. Non esiste un unico approccio valido per tutti, dipende dal contesto specifico industriale e dalle aspettative che l’azienda ripone nel cloud».

La migrazione al cloud migliora l’efficienza e la resilienza dei sistemi It e consente all’azienda di fare cose nuove in minor tempo. Ma non si improvvisa

Emerge con forza la questione della security

Come affermato da Gupton, Webb e Brannon, la migrazione non può essere solo un esercizio It-driven. Molte delle insidie riscontrate nelle migrazioni, come emerso da molte esperienze che si sono fatte in tutti questi anni – si verificano quando l’It e il business non sono in sintonia. Per avere la certezza di una migrazione progettata, eseguita e sviluppata in modo impeccabile è inoltre fondamentale trovare il partner giusto per eseguire una migrazione e trasformazione digitale con il minor disservizio possibile. Emerge poi con forza la questione della security. «I responsabili della sicurezza devono essere coinvolti sin dall’inizio nella migrazione, nel definire i controlli della piattaforma e degli applicativi, nelle scelte sull’architettura e nell’identificare i processi per l’automazione della security», afferma Brannon. Non solo, la migrazione al cloud cambia il modo in cui funziona l’azienda. Nelle organizzazioni It i dipendenti vanno perciò riqualificati per lavorare con nuovi strumenti e piattaforme»

Le imprese sono un elemento vivo, dinamico e non statico, devono essere capaci di evolvere minimizzando e tendenzialmente azzerano i costi dei cambiamenti. I fattori per un successo? «Strategia, pianificazione ed esecuzione

La piattaforma Hpe GreenLake, monitoraggio e gestione in self-service di consumi e servizi

Antonio Neri, presidente e ceo Hpe

Con GreenLake ogni singola componente, di computing, di storage e di networking può essere monitorata e gestita in self-service. Dal portale GreenLake gli utenti possono selezionare tutta la potenza di calcolo desiderata in funzione della variabilità della domanda. Il tutto è a portata di un click. Le soluzioni vengono fornite con Sla (service level agreement) e coprono l’intero ciclo di vita dell’infrastuttura: installazione, provisioning, aggiornamenti firmware, manutenzione, operation, hardware, pianificazione della crescita e supporto. Le modalità di fruizione sono stabilite da contratti che prevedono un certo canone, il cui ammontare è definito su una base periodica oppure a consumo. In questo modo gli utenti possono avere una capacità previsionale sui consumi e sulla spesa It. Grazie alla logica cloud, sarà Hpe a mantenere tutta l’infrastruttura necessaria a gestire e a distribuire i servizi in base alla richiesta on demand e con una formula pay per use. La piattaforma edge-to-cloud GreenLake offre un’esperienza, controllo e visibilità unificati e un accesso facile e veloce a oltre 70 servizi cloud. Oggi, il cloud Hpe vanta 65mila clienti e oltre un exabyte di dati gestiti in tutto il mondo.

Le organizzazioni traggono vantaggio da un piano di controllo unico da cui automatizzare, orchestrare ed eseguire la propria strategia di cloud ibrido. Lo scorso marzo è stata annunciata una nuova esperienza operativa unificata che offre una visualizzazione e un accesso semplificati a tutti i servizi cloud, comprese le funzionalità edge. A giungo nel corso di Hpe Discover 2022 sono stati introdotti ulteriori miglioramenti, tra cui sicurezza avanzata, un nuovo portale e strumenti per sviluppatori e funzionalità più avanzate per gestire asset e carichi di lavoro su larga scala. Introdotto due anni fa GreenLake è un cantiere in piena evoluzione. E rimarrà tale poiché è pensato in una logica di open innovation, in grado di acquisire nel tempo nuove funzioni e aggiornamenti. Il focus è sull’automazione dell’infrastruttura poiché l’It privato, per poter entrare nel novero degli investimenti delle imprese deve avere un’esperienza d’uso uguale se non superiore a quella di un public cloud.














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