Sicurezza del cloud: la strategia ideale spiegata da Gruppo Project

Gli ecosistemi ibridi e multi-vendor richiedono un utilizzo ragionato e consapevole. L'analisi di Emilio Mazzucconi, presales director del gruppo

Emilio Mazzucconi, presales director di Gruppo Project

Il cloud oggi si conferma un elemento essenziale per ogni strategia digital-first, perché permette di automatizzare i processi, arricchire le esperienze utente e aumentare la sicurezza. Gli ecosistemi cloud, soprattutto nella declinazione ibrida e multi-vendor, richiedono però un utilizzo ragionato e consapevole. L’acquisto di soluzioni as-a-service non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi attesi, è necessario un piano lungimirante per migrare, integrare e gestire le risorse. Come accade per qualsiasi progetto, anche il viaggio nel cloud deve iniziare da un’attenta analisi dei sistemi It già implementati, così da individuare le aree di miglioramento e definire una chiara roadmap per l’implementazione di ulteriori tecnologie e soluzioni. Ogni workload obbliga a una precisa valutazione per capire quali applicativi e sistemi sono pronti per il cloud e quali invece è meglio siano gestiti in modalità classica. Per questo, l’ideale sarebbe optare per un modello ibrido e multi-cloud, con un approccio graduale. Una volta implementato il miglior ecosistema cloud per la propria organizzazione è poi prioritario garantire il controllo e la sicurezza, attività che potrebbe risultare complicata in ambienti It eterogenei, distribuiti e senza perimetro. Le minacce informatiche stanno aumentando. Gli attacchi ransomware, che cifrano i dati sui computer infetti e chiedono un riscatto per il ripristino, sono sempre più diffusi. Crescono anche i casi relativi alla fuoriuscita di dati, spesso informazioni sensibili che riguardano il core business aziendale o i clienti stessi dell’azienda attaccata. Poiché la produttività aziendale dipende fortemente dalla continuità dei servizi It, prevenire gli incidenti è un imperativo per qualsiasi business.

Gruppo Project ha a portafoglio le migliori tecnologie e ha a disposizione il know-how ideale per affrontare progetti di questo tipo, grazie anche alla qualifica di platinum partner di Hpe che permette di accedere a tutta una serie di strumenti tecnologici che supportano il cloud journey. Ad esempio, la soluzione CloudPhysics permette di monitorare continuamente gli ambienti It e individuare azioni di miglioramento, con la possibilità di simulare eventuali scenari di migrazione, mentre il modello cloud like di Hewlett Packard Enterprise, chiamato Greenlake, consente di sfruttare i vantaggi del cloud (self-service, pay-per-use, scalabilità verticale e gestione delegata) per dati, applicazioni e Vm ovunque si trovino, ad esempio in datacenter o in co-location. In campo security, Gruppo Project offre un servizio di Soc (Security operation center) che permette di anticipare eventuali minacce attraverso il monitoraggio 24/7 delle infrastrutture It aziendali. Inoltre, in ottica preventiva, è possibile effettuare vulnerability assessment e penetration test per verificare, nonché migliorare la postura di sicurezza di un’azienda. In caso di attacco, infine, un Hardened backup infrastructure è la leva vincente per contenere i danni, garantendo la ripresa tempestiva delle attività. I servizi di remote backup e disaster recovery permettono di copiare e archiviare i dati su infrastrutture geograficamente distanti dal sito attaccato e garantiscono il ripristino rapido anche in caso di incidenti molto gravi.




















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