Siderweb: la Germania è una grande opportunità per l’export di acciaio inox

La siderurgia italiana può fare passi avanti in aree a forte valenza tecnologica e qualitativa partendo da una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza

La siderurgia italiana può crescere sfruttando le opportunità offerte dalla Germania, il principale mercato di sbocco per le attività nazionali. Parliamo di un mercato da 38 milioni di tonnellate: nel 2020 la Germania ha prodotto 35,7 milioni di tonnellate, il 70% da altoforno, il 30% da forno elettrico. Per la grande maggioranza (58,3%) si tratta di laminati piani, soprattutto coils a caldo (17,8 milioni di tonnellate). Nel 2019 (ultimo dato disponibile) sono stati consumati 38 milioni di tonnellate di acciaio (a fronte di una produzione di 39,6 milioni), soprattutto nelle costruzioni (13,3 milioni di tonnellate). La bilancia commerciale è stata positiva per circa 1,6 milioni di tonnellate.

Per quanto riguarda l’acciao Inox, invece, la Germania è un importatore: «Per i coils a freddo in acciaio inox e legato, l’Italia copre circa il 20% del totale dell’import tedesco», ha spiegato Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb. «Il consumo tedesco è infatti in gran parte soddisfatto da quanto prodotto da Acciai Speciali Terni, controllata di thyssenkrupp. Il legame tra Italia e Germania è importante: siamo strategici per la tipologia produttiva, soprattutto per i piani inox. Siamo molto più integrati rispetto ad altri e dovremmo approfittare maggiormente di questo legame reciproco. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo conquistato quote di mercato, aumentando per esempio di circa il 20% la nostra quota nel settore della vergella in acciaio speciale. Credo che qui ci sia ancora spazio per aumentare ulteriormente la nostra presenza. Il nostro competitor principale è l’Austria, che ha il 30%. Ma ritengo che con questo Paese siamo in grado di competere. Lo stesso discorso è valido per le barre in acciaio legato, dove c’è spazio per migliorare il nostro posizionamento».







Pur essendo complementari, i mercati italiano e tedesco dell’acciaio sono molto diversi: «In Germania c’è un rigido modello a piramide, che in Italia è molto più piatto. Sul mercato tedesco, molto ben organizzato e strutturato, ciascuno rispetta il proprio ruolo: non c’è il produttore che scavalca e va a valle, e viceversa», ha spiegato Marco Sbaraini, direttore commerciale acciai per l’edilizia del Gruppo Feralpi, presente in Germania dagli anni ’90 con una capacità produttiva di circa 1 milione di tonnellate l’anno, al quarto posto nel Paese nei lunghi da costruzione.

Esperienza decennale sul mercato tedesco anche per il Gruppo Lucefin con la controllata KSM Stahl, come ha confermato l’amministratore delegato Giorgio Buzzi. Un ingresso nato dall’esigenza di approcciarsi direttamente alla distribuzione di barre trafilate in inox, un prodotto particolare che non poteva essere gestito come il resto della gamma che veniva spedita in Germania da oltre 50 anni. «Il prodotto richiedeva una competenza tecnica e una consulenza ai clienti capillare. Elementi che non potevano essere garantiti tramite la distribuzione fatta dalle sedi in Italia. L’entrata sul mercato tedesco è però stata importante, perché ha permesso ai nostri stabilimenti italiani di fare un salto di qualità».














Articolo precedenteWärtsilä Italia, Leonardo e Menarini: grandi fabbriche candidate come Lighthouse Plant  
Articolo successivoToyota supporta la start-up Wiseair nel monitoraggio della qualità dell’aria di Roma






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui