Formazione digitale: le soluzioni di realtà aumentata e virtuale di Aveva entrano negli atenei milanesi

Gli studenti dell’Università degli Studi di Milano e del Politecnico di Milano delle facoltà di chimica industriale e ingegneria chimica avranno a disposizione i software Aveva Process Simulation e Aveva XR

Direttamente dalla propria aula o laboratorio, il software permette di apprendere correttamente tutti i passaggi di un processo operativo industriale, simulando scenari ed esperimenti e sviluppando così le competenze richieste dal mercato del lavoro durante il proprio percorso di studi.

La multinazionale inglese Aveva consolida la collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e il Politecnico di Milano mettendo a disposizione degli studenti delle facoltà di chimica industriale e ingegneria chimica i propri software e soluzioni di realtà aumentata e virtuale. Obiettivo comune dei tre partner: promuovere percorsi che coniughino la formazione accademica ed esperienza sul campo, in modo da fornire agli studenti una preparazione ancora migliore e accelerare il loro ingresso nel mondo del lavoro.

La collaborazione fra la multinazionale del software e gli atenei milanesi si inserisce nel più ampio programma accademico avviato da Aveva, che coinvolge più di 35.000 studenti e 700 università al mondo ogni anno, ed è teso a colmare il gap di competenze professionali nell’ambito della digitalizzazione industriale, creando al contempo la giusta sinergia tra Azienda e Università sulle tematiche di ricerca e innovazione. L’utilizzo dei software Aveva Process Simulation e Aveva XR consente agli studenti di ingegneria chimica e chimica industriale di familiarizzare con gli asset e i componenti di un impianto chimico, ricreato virtualmente in una replica fedele 1 a 1. Direttamente dalla propria aula o laboratorio, il software permette di apprendere correttamente tutti i passaggi di un processo operativo industriale, simulando scenari ed esperimenti e sviluppando così le competenze richieste dal mercato del lavoro durante il proprio percorso di studi.







Flavio Manenti, professore del corso Chemical Plants and Operations Management del Politecnico di Milano racconta: «Abbiamo iniziato a parlare con i miei colleghi della possibilità di utilizzare Aveva XR soprattutto per le nostre attività di ricerca e sviluppo. Abbiamo scoperto che questo software è ottimo per le nostre attività di ricerca e sviluppo, ma anche molto potente per la formazione dei nostri studenti. Ora lavoriamo con Aveva XR, Aveva Pro II, la suite di simulazione Aveva Dynsim e vogliamo muoverci velocemente verso la digitalizzazione con big data analytics, machine learning, processi decisionali. Sappiamo che la collaborazione con Aveva i fornirà altre nuove soluzioni che potranno essere integrate nelle nostre università».

L’approccio esperienziale e immersivo di Aveva è basato su elementi di realtà virtuale e abilitato da tecnologie come artificial intelligence, big data analytics, digital twin e cloud. In questo modo, la prossima generazione di ingegneri e operatori dell’industria chimica ha la possibilità di raccogliere dati sperimentali per la progettazione di nuovi processi e lo svilupppo di una crescita industriale sostenibile.

Secondo Mihaela Hahne, senior director e sales development – Accademia di Aveva: «La formazione incontra il Metaverso al Politecnico di Milano e all’Università degli Studi di Milano, dove l’insegnamento in ambiente virtuale è il nuovo modello. L’ambiente virtuale supportato da Aveva XR consente agli studenti di visitare un impianto reale senza limitazioni fisiche e di interagire con le parti dell’impianto (valvole, apparecchiature, strumentazione)».

Maurizio Galardo, chief technologist XR e visualization di Aveva, aggiunge: «L’aula moderna non è più limitata da quattro pareti, le soluzioni AR/VR possono migliorare le esperienze in aula e ampliare le opportunità a tutti i livelli di apprendimento». Utilizzando l’interazione e la sperimentazione offerte dalle tecnologie Aveva XR Studio, i professori possono migliorare le esperienze in classe, insegnare nuove competenze, ispirare le menti degli studenti e far crescere l’entusiasmo per l’esplorazione di nuovi interessi accademici».














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