First Lab, l’ecosistema digitale pubblico-privato che innova grazie al cloud

@claudio_bassoli

di Chiara Volontè ♦︎ Tra i protagonisti del partenariato anche Hpe che, tramite il suo numero uno Stefano Venturi, ci spiega perché solo grazie alle sinergie tra aziende e università sarà possibile risolvere i problemi del futuro. Ed è questo uno degli obiettivi del FIRenze SmarT working Lab, progetto da 4 milioni di euro nato dall’intesa tra l’ateneo fiorentino, Fondazione Cr Firenze,  Fondazione per la ricerca e l’Innovazione, Hewlett Packard Enterprise, Computer Gross, Tt Tecnosistemi, Var Group, Webkorner e Nana Bianca

Un laboratorio per sviluppare i migliori talenti nell’area delle scienze sociali. Il tutto supportato da uno dei più prestigiosi atenei italiani, quello dell’Università di Firenze, in partnership con alcune tra le più innovative aziende tecnologiche nostrane e straniere. È First Lab, acronimo di FIRenze SmarT working Lab, un progetto nato da un protocollo d’intesa triennale del valore complessivo di quattro milioni di euro siglato da Fondazione Cr Firenze, Università di Firenze, Fondazione per la ricerca e l’Innovazione, Hewlett Packard Enterprise, Computer Gross, Tt Tecnosistemi, Var Group, Webkorner, Nana Bianca. La sede si sviluppa su 400 metri quadrati disposti su due piani al Campus delle Scienze Sociali dell’Università di Firenze, nel quartiere di San Donato.

«È importantissimo mettere insieme queste sinergie – racconta in esclusiva a Industria Italiana Stefano Venturi, presidente e amministratore delegato di Hpe Italia – perché i problemi del futuro non potranno più essere risolti singolarmente da un’azienda, da una tecnologia o da un ateneo. L’unico modo per arrivare a soluzioni condivise è quello di mettere insieme degli ecosistemi. Ed è quello che abbiamo creato a Firenze: la tempesta perfetta, per ipotizzare com’è il futuro e risolvere in modo non lineare dei problemi di nuova concezione».







Controllo e risparmio energetico, e-government, e-health, infomobilità, sicurezza e sorveglianza intelligente, turismo smart: sono solo alcuni dei campi su cui potranno applicarsi studi e tesi di laurea o dottorato e, magari, trasformarsi in un secondo momento in iniziative imprenditoriali da parte dei giovani che li hanno sviluppati. Gli studenti avranno a disposizione le piattaforme tecnologiche software e hardware delle imprese partner e dell’Università di Firenze e saranno seguiti da tutor aziendali e universitari attraverso specifici momenti formativi.

First Lab è stato collocato in un luogo vicino alle nuove sedi dell’ateneo, che sono quelle più avanzate dal punto di vista tecnologico tanto da avere avviato alcuni progetti in ottica smart city. Si tratta di una vera e propria fucina di innovazione rivolta ai giovani che, provenendo da diverse discipline, avranno non solo l’opportunità di lavorare, ma anche di essere assistiti costantemente da tutor, coach e mentor afferenti ai partner che hanno condiviso l’iniziativa, arricchendo così il loro bagaglio di competenze.

Stefano Venturi, presidente e ad Hpe Italia,  Claudio Bassoli, vice presidente Hpe Italia, Paolo Castellacci, presidente ComputerGross Italia, il professor Andrea Arnone dell’Università di Firenze,  alll’inaugurazione di First Lab

Il ruolo del cloud nel progetto First Lab

Il laboratorio, inoltre, ha alla base la tecnologia cloud, grazie alla rete ad alta velocità, in modo da condividere le informazioni tra le diverse branche del progetto. Uno spazio di open innovation, insomma. «Il cloud in sé – prosegue Stefano Venturi – non è una tecnologia, non è neanche un luogo fisico. È un concetto astratto, una sorta di esperienza che consente di fruire in maniera differente la tecnologia. Ma, appunto, prima di tutto serve la tecnologia stessa. Hpe non è un’azienda che crea in prima persona cloud, noi piuttosto progettiamo strutture abilitanti per questo tipo di impiego. Con questa moderna tecnologia, però possiamo risolvere equazioni e problemi che prima non avevano soluzione. Senza contare che il cloud, proprio per la sua peculiarità di dematerializzare la collocazione dei dati, permette di tenere server in luoghi diversi da quelli di impiego delle informazioni stesse. Possiamo impiegare una struttura in remoto che può essere impiegata anche negli altri luoghi dell’università o della città. Questa è la grande chiave: con questa tecnologia noi stiamo permettendo la mobilità delle informazioni, tutto diventa ubiquo, disponibile a tutti indipendentemente dalla sua collocazione geografica».

A chi si sta rivolgendo il progetto

I primi gruppi di lavoro – composti di circa quattro, cinque tra studenti, neo laureati e dottorandi iscritti all’ateneo fiorentino – sono già stati individuati grazie alla collaborazione dei docenti di varie aree e da settembre cominceranno a confrontarsi con alcune “emergenze” delle grandi città: ovvero il turismo intelligente, la mobilità e la semplificazione amministrativa (e-government). Tre temi che sono stati decisi dopo un confronto con le istituzioni del territorio (Comune, Città metropolitana) a conferma che il concept che ha fatto nascere il Firts Lab è rispondere alle esigenze della cittadinanza.

 

Il ruolo di Hpe

La multinazionale guidata da Venturi già da tempo ha deciso di avviare un approccio aperto e collaborativo con la pubblica amministrazione che abbia anche un’interazione con le strutture formative. L’obiettivo dichiarato è quello di riuscire a fare rete, dando vita a soluzioni efficaci. «Nell’ambito di First Lab – aggiunge il ceo della branch italiana – noi forniamo principalmente due strumenti: le tecnologie più innovative, che vanno dalle capacità computazionali agli algoritmi, dai moduli di intelligenza artificiale ai sistemi cloud erogati attraverso Computer Gross, che è nostro partner. L’altro pillar su cui abbiamo previsto il nostro impegno è quello di fornire il know-how per far sì che gli studenti che lavoreranno in questa sede ai vari progetti possano correlare queste tecnologie al fine di migliorare i processi per ottenere una più elevata socializzazione della città, una mobilità più efficiente e un e-government più funzionale. Inoltre, attueremo una modalità di tutoring particolarmente attiva, con i nostri ingegneri che saranno presenti durante tutto il programma in questo laboratorio, dove speriamo che si alterneranno fino a 1.000 studenti sui 18 progetti che sono già stati identificati».

Hpe e l’economia delle idee: Stefano Venturi, presidente e ad Hpe Italia, spiega quali sono le tecnologie che la multinazionale mette a disposizione delle aziende per consentire la lettura efficiente dei fenomeni complessi nella data driven society: dai memory driven computer all’ edge. Importantissimo il ruolo degli Innovation Lab per preparare il tessuto imprenditoriale del Paese alla digital transformation

 

Gli altri soggetti coinvolti: pubblici e fondazioni

Oltre a Hpe, a giocare un ruolo fondamentale nella realizzazione del First Lab sono diversi soggetti pubblici e privati. In primo luogo l’Università degli studi di Firenze, che ospita oltre 50mila studenti e che ospiterà fisicamente questo laboratorio di innovazione. «Firs Lab – ci spiega il rettore Luigi Dei – offre a giovani in formazione un’opportunità unica: mettersi alla prova con la sfida dell’innovazione e portare un contributo concreto alla città. Grazie alla collaborazione con realtà aziendali importanti e con gli enti del nostro territorio nasce un laboratorio, supportato dalle piattaforme tecnologiche più avanzate, che fa del ‘fattore umano’, della creatività e del talento i suoi punti di forza. First Lab non è una semplice palestra, ma un esperimento reale, dal quale ci aspettiamo sviluppi interessanti e anche nuove idee d’impresa. La collocazione del laboratorio nell’area del Campus delle Scienze sociali sottolinea anche un altro aspetto, quello dell’integrazione dei saperi (scienze sociali, economia, informatica), indispensabile per la vera innovazione».

«Per la nostra Fondazione – osserva il presidente della Fondazione Cr Firenze Umberto Tombari – è questo un nuovo, prezioso anello di quella filiera dell’innovazione alla quale lavoriamo da tempo assieme all’ateneo fiorentino e in collaborazione con la Pubblica amministrazione. Come abbiamo sempre detto, la nostra istituzione vuole essere anche laboratorio di idee e attrattore di risorse attraverso partner di standing elevato, come in questo caso Hpe, su progetti che hanno una forte ricaduta sul territorio. Lo abbiamo già fatto con Canon consentendo l’installazione di numerose telecamere in importanti piazze cittadine e lo stiamo attuando col grande intervento al “Granaio dell’Abbondanza” che vedrà nascere all’inizio del prossimo anno una casa delle start-up in quello che fu il granaio dei Medici. Tutte iniziative che rispondono ad un preciso programma strategico che ci siamo dati ad inizio mandato: cercare di attivare azioni di partnership corporate con l’obiettivo di implementare tre linee guide – alta formazione, economia della conoscenza e smart city – con lo scopo di valorizzare la dimensione umanistica di Firenze ma in chiave contemporanea».

L’unione tra l’Università di Firenze, il Comune e la Fondazione Cr ha dato vita alla Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione, anch’essa parte integrante del progetto. Nata nel 2007 per promuovere il trasferimento tecnologico e l’alta formazione, ancora oggi mantiene l’obiettivo di potenziare le sinergie tra i mondi di università, imprese ed istituzioni e contribuire allo sviluppo dell’ecosistema di innovazione metropolitano.

Gli altri soggetti coinvolti: i privati

L’altra faccia del First Lab è rappresentata da altre cinque aziende che forniranno competenze, conoscenze e iniziative di sviluppo del livello culturale degli studenti. Computer Gross, che ha chiuso lo scorso anno con un fatturato di 1,2 miliardi ottenuti tramite 13.300 clienti, offre soluzioni Ict profilate per i canali rivenditori. Tt Tecnosistemi, nata nel 1984, è un system integrator di Ict. Var Group, che chiuderà l’anno fiscale sopra quota 300 milioni di euro, sostiene la competitività delle imprese con offerte dedicate ai più importante settori italiani come: manufacturing, food & wine, meccanica industriale, fashion, furniture, retail & gdo. Webkorner, nata nel 2001, offre soluzioni di consulenza e fornitori di prodotti hardware e software. Infine Nana Bianca è uno start-up studio dove orbitano start-up, aziende e freelancer attratti da un unico centro gravitazionale: l’innovazione digitale. Con la missione di promuovere la digital technology in tutte le sue forme, è un big bang di idee imprenditoriali e rampa di lancio per start-up sia interne che esterne.

Fare business con i dati: Claudio Bassoli, vice presidente della filiale italianadi Hpe, ci spiega come estrarre valore con i dati. E perché questa attività va giocata con la prossimità (Edge)














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