Finalmente una smart city in Italia? Conto alla rovescia per Milanosesto…

di Filippo Astone e Stefano Casini ♦ Là dove c’era una delle più grandi aree industriali dismesse d’Europa, sorgerà il primo distretto totalmente interconnesso, dove l’uso intelligente dei dati genera efficienza, valore economico e benessere. Tre miliardi di investimento. Hpe capofila della parte Ict. Coinvolte anche Siemens, Edison, Philips Lighting, Vodafone, Huawei, EY, Tectoo, United Risk Management, TechnoGym e Airlite. Bizzi & Partners Development maggior azionista. Renzo Piano firma il masterplan. Parlano Stefano Venturi e Carlo Masseroli

Tra mille giorni vedrà la luce Next City di Sesto San Giovanni. Se tutto dovesse andare bene, se i tempi verranno rispettati e il progetto verrà realizzato nella sua interezza, potrebbe essere la prima vera smart city italiana, proprio alle porte di Milano. Secondo la tabella di marcia, buona parte delle infrastrutture, edifici, scuole, ospedali, centro commerciale di questa città avveniristica, saranno pronte a partire dal 2021. Estesa su un’area di un milione e 400mila metri quadrati, di cui un’oasi verde di 65 ettari, Milanosesto è l’opera di riqualificazione urbana più grande d’Europa. A regime, il nuovo quartiere conterà 15mila residenti, 8.600 tra alloggi pubblici e privati, 15mila nuovi posti di lavoro, 10 edifici pubblici, comprese scuole e asili. E comprenderà la futura Città della Salute e della Ricerca, con le nuove sedi dell’Istituto Nazionale dei Tumori e dell’Istituto Neurologico Besta, e l’ospedale San Raffaele 2. Tutto ciò, ammesso e non concesso che le cose vadano come dovrebbero, perchè finora non sono mancati problemi e contrasti fra soci. Ma siamo in Italia, dove fare le cose è tutt’ altro che semplice e dove spesso accade che i grandi progetti (vedi Expo 2015, ma non solo) accelerino il più possibile alla fine, per poi arrivare a destinazione in volata.

 







Milanosesto: il rendering della realizzazione, veduta d’insieme

Cos’è una Smart City

Per una rivista come Industria Italiana (che è nata per raccontare l’industria e le tecnologie come fattore di progresso economico e sociale) il tema delle smart city è centrale. E dunque si tratta di una notizia importante, che merita di essere raccontata nei dettagli. Prima però, è necessario spendere qualche riga per dire che cosa è davvero una smart city, visto che si tratta di un termine fortemente inflazionato, in certi casi perfino abusato. La definizione più efficace l’abbiamo trovata in un report dell’ufficio studi della Cassa depositi e prestiti, diretto da Edoardo Reviglio e redatto in collaborazione con Mario Calderini e altri docenti del Politecnico di Torino.

La smart city, si legge nello studio, « è una proiezione astratta di comunità del futuro, un perimetro applicativo e concettuale definito da un insieme di bisogni che trovano risposte in tecnologie, servizi e applicazioni riconducibili a domini diversi: smart building, inclusion, energy, environment, government, living, mobility, education, health e molto altro ancora. Tali tecnologie, servizi ed applicazioni non costituiscono di per sé né singolarmente né collettivamente una Smart City se non vengono integrate in una piattaforma che assicuri interoperabilità e coordinamento, ma soprattutto consenta la definizione di appropriati strumenti di governance e finanziamento, elementi essenziali alla realizzazione della visione politica e sociale costitutiva della Smart City. La Smart City è quindi in primo luogo una collezione di problemi rilevanti da affrontare e di idee per risolverli, un insieme di modelli di inclusione, di regole di ingaggio tra sistema pubblico e privato, di nuova strumentazione finanziaria, di innovazione nella Pubblica Amministrazione; di procedure di procurement, di azioni di semplificazione e trasparenza, di regolamentazione, su cui la Pubblica Amministrazione sappia formulare promesse credibili nel medio periodo».

 

Milanosesto: il rendering della realizzazione, l’ingresso Sud
Dal lampione intelligente al minibus elettrico senza conducente

A Milanosesto ci saranno piattaforme e soluzioni tecnologiche di nuova generazione, molte delle quali targate Hewlett Packard Enterprise (Hpe); il colosso statunitense le sta applicando anche in altri progetti di Smart City in giro per il globo: a Dubai, Singapore, Toronto. E con sistemi in grado di gestire uno “Smart District”, elaborare enormi quantità di dati, ottimizzare consumi, risparmio energetico, applicazioni e connessioni. Un esempio per tutti: i nuovi lampioni “intelligenti”, che diventeranno un integratore di diverse tecnologie, dall’illuminazione variabile, alla connettività Wi-fi, dalla sicurezza con telecamere integrate, al monitoraggio della qualità dell’aria e infine alla possibilità, ancora inedita e allo studio, di veicolare anche contenuti pubblicitari, attraverso pannelli e video al Led. E poi un sistema di mobilità che comprenderà anche una rete di mini-bus elettrici, modulari, senza conducente. Che attraverseranno in lungo e in largo il nuovo quartiere, pilotati a distanza da Software e applicazioni di Intelligenza artificiale.

Il dominio dell’Edge Computing

Tutti questi sono sistemi e servizi basati su tecnologie di Edge Computing Hpe, piccoli server che raccolgono e analizzano i dati in loco, senza dover passare preliminarmente da grandi elaboratori centrali. Con diversi vantaggi: minori costi e più velocità delle operazioni, migliore affidabilità dei sistemi, meno minacce di cyber-attacchi e violazioni, più sicurezza, meno larghezza di banda necessaria, niente duplicazioni superflue di dati, e sincronie istantanee tra strumenti diversi. Perché una Smart city interconnessa produce Terabyte di dati, che devono essere elaborati in modo veloce ed efficiente. Da qui la necessità di avere forza computazionale all’altezza del compito da svolgere, con server distribuiti ovunque, e potenza elaborativa centralizzata. Hewlett Packard Enterprise rircopre il ruolo di System integrator per tutte queste piattaforme Hi-Tech: la filiale italiana della multinazionale di Palo Alto è il punto di riferimento tecnologico dell’intero progetto di Milanosesto.

 

Tre miliardi di investimento là dove si sta completando la maggior bonifica d’Europa

Nell’area delle ex acciaierie di Sesto San Giovanni ora si sta completando l’opera di bonifica più grande d’Europa. L’ investimento complessivo per lo sviluppo della Next City al momento viene valutato in circa 3 miliardi di euro. Milanosesto, la capofila del progetto, è una società composta da sei soci: Bizzi & Partners Development (con circa il 47% dell’azionariato), Fas Holging Italy (circa il 26%), Gruppo Sorgente (12,5%), Sesto Futura (8%), Les Copains Holding (5%), Barcos (2%). Il team di partner che mette insieme i big delle tecnologie e Tlc, che comprende, oltre ad Hpe, anche Siemens, Edison, Philips Lighting, Vodafone, Huawei, Ey. Partecipano, tra gli altri, anche lo studio di architettura Tectoo, la società specializzata in sicurezza United Risk Management, TechnoGym e Airlite.
Sono sei le diverse aree su cui sviluppare soluzioni innovative: il nuovo quartiere, la mobilità, la sicurezza, il parco, il centro commerciale, le reti Smart Grid per le case e gli edifici.

 

Carlo Masseroli, direttore generale di Milanosesto

 

Masseroli: lavoriamo per un sistema Hi-Tech evoluto e integrato

«Le risorse e le piattaforme tecnologiche necessarie, devono costituire un sistema Hi-Tech, evoluto e integrato» rimarca Carlo Masseroli, direttore generale di Milanosesto – in passato una carriera politica nel Pdl come assessore all’Urbanistica nelle giunte Moratti di Milano – «che nell’intera area comprenderà i collegamenti in rete e digitali, la sicurezza delle strutture, il distretto della mobilità, le reti Smart Grid per unire funzionalità degli impianti ed efficienza energetica». Fino a comprendere tutte le infrastrutture di quello che sarà un grande centro commerciale, e poi anche il nuovo parco, dotato anch’esso delle più moderne soluzioni e tecnologie in grado di integrare qualità della vita e risultati “Green”, a partire dai lampioni digitali e “intelligenti”. Nuovi impianti innovativi che il Team di partner del progetto sta studiando in questo momento, e che saranno pronti nel giro di tre mesi, all’inizio del 2019.

L’investimento di oggi regge se è un vantaggio per domani: per questo è essenziale valutare da subito il modello di Business alla base di ogni piano. Un esempio? I lampioni Smart di cui parlavamo prima: «l’idea è quella di impiegarli anche per veicolare contenuti video e pubblicitari, attraverso pannelli a  led collocati sui lampioni» spiegano i responsabili del progetto, «ma dobbiamo calcolare gli investimenti necessari, e quanto “vale”, in termine di ritorno economico, questa applicazione». Nel passaggio tra visione strategica d’insieme e progettazione tecnologica delle singole parti, occorre unire e integrare i progetti di architettura e Design a quelli Hi-Tech, disegnarli e verificarli con i potenziali gestori, e valutarli dal punto di vista della sostenibilità economica.

«Il progetto da realizzare è davvero notevole e impegnativo» rilevano alla capofila Milanosesto, «si tratta di una vasta e profonda operazione di riqualificazione di un’ex area industriale fra le più importanti d’Europa, e per farlo abbiamo costituito un percorso di Open Innovation in cui ogni operatore e specialista di ciascun settore è chiamato a dare il proprio contributo». Per il nuovo distretto urbano di Milanosesto e per la sua Next City l’obiettivo è quello di «creare un ambiente e generare un’offerta urbanistica che guardano al futuro: non solo una città tecnologica, ma un luogo in cui la tecnologia sia fattore abilitante di benessere, di qualità della vita, del lavoro e della ricerca», come ha puntualizzato Masseroli anche all’Hpe Italian Summit 2018 che si è svolto prima dell’estate a Milano, in cui ha illustrato strategie e linee guida dei lavori.

 

Stefano Venturi, presidente e amministratore delegato Hpe Italia, assieme a Paolo Delgrosso, Channel & Alliance Sales Director all’ Hpe Italian Summit

Stefano Venturi e le Smart City

E in quell’occasione Stefano Venturi, presidente e amministratore delegato Hpe Italia, ha sottolineato: «abbiamo oggi una grande opportunità: essere gli “abilitatori” del nuovo, coloro che possono mettere le aziende nelle condizioni di evolvere secondo le tendenze tracciate dallo sviluppo tecnologico, che mai come nella nostra epoca influenza anche lo sviluppo delle attività e dei risultati di ogni settore. Vogliamo proporre le migliori architetture Hi-Tech che raccolgono, aggregano, analizzano, correlano tra loro i dati, li rendono intellegibili in maniera economicamente sostenibile e veloce, in tempo reale, attraverso tecnologie nuove, tecnologie che prima non esistevano. C’è un lavoro enorme da fare per i prossimi anni, perché tutte le tecnologie applicate alle imprese sono in forte trasformazione e sostituiranno tutto ciò che sta velocemente diventando obsoleto e superato. Occorre investire in nuove tecnologie e nuove professionalità». Venturi, che in Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza per quattro anni ha avuto la delega all’Agenda Digitale e Startup, rimarca: «le scelte che ogni amministrazione locale adotterà nei prossimi anni ne determineranno il successo di lungo periodo. A cominciare dal consolidamento di collaborazioni pubblico-private; dalla definizione di priorità e obiettivi condivisi con i cittadini e le imprese, fino allo sviluppo di progetti strategici da tradurre in azioni concrete e operative».

 

Milanosesto: il rendering della realizzazione, veduta aerea complessiva

Il progetto

Come si è detto, per creare Milanosesto i partner della colossale opera di riqualificazione e innovazione urbana stanno lavorando a 6 diversi ambiti progettuali; nuovo distretto urbano, Smart Grid e sistemi di connessione, mobilità, sicurezza, parco, centro commerciale. E per ogni ambito, per ogni applicazione specifica, Hpe ha il compito di definire, prima, e sviluppare, poi, la rispettiva architettura tecnologica dedicata, seguire lo sviluppo del piano, coordinare il coinvolgimento e il lavoro di altri partner del settore. L’Architettura e le piattaforme da sviluppare per Milanosesto dovranno innanzitutto creare “l’ambiente” adatto per far funzionare sistemi di illuminazione, elettricità, riscaldamento, connessione e sicurezza, attraverso reti Smart Grid in grado di gestire l’utilizzo dei vari dispositivi in maniera efficiente e a distanza, razionalizzando i picchi di consumo, in linea con strategie di massimo efficientamento energetico. C’è poi da creare tutta l’infrastruttura Hi-Tech alla base di quello che sarà il nuovo distretto della mobilità per quell’area, che comprenderà una nuova stazione ferroviaria, i collegamenti con le principali arterie stradali, il sistema dei parcheggi e l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici. Ci sarà « una rete di mini-bus elettrici, senza conducente, che funzioneranno attraverso sensori, telecamere, sistemi Gps, speciali Software, elaborazioni di dati in tempo reale» anticipano i progettisti di Milanosesto, «e per portare avanti questa soluzione siamo in contatto con le uniche quattro aziende al mondo che forniscono questi mini-bus così evoluti».

Per fornire l’intera zona di spazi e servizi commerciali, verrà realizzando un grande Mall, un centro commerciale che comprenderà oltre 360 negozi, che dovrà essere uno spazio interconnesso e multimediale, mentre una superficie ancora più estesa sarà destinata al nuovo parco, dove sono previste installazioni e totem informativi, oltre ai sistemi di illuminazione “intelligenti”, in grado di calibrare l’uso e il consumo energetico in linea con la presenza di luce solare e le condizioni del tempo. Tutte queste strutture e questi spazi verranno poi controllati attraverso sofisticati sistemi di sicurezza e sorveglianza urbana, con telecamere, sensori, sistemi di allarme connessi tra loro e con le centrali di controllo. Ogni area, ogni settore, va attrezzato e sviluppato con le più moderne tecnologie, ed è su questi molteplici ambiti che gli specialisti di Hpe Italia, e le altre aziende partner del progetto, stanno lavorando a ritmi serrati.

Il ruolo delle soluzioni Intelligent Edge

Anche qui hanno un ruolo da protagonista le soluzioni Intelligent Edge, un termine usato in molti modi, ma forse quello migliore per inquadrarlo è lo spazio definito di un luogo: lo spazio dove si trova l’azione da compiere. È un piano di produzione, un edificio, una città, una casa, un negozio, è ovunque, dove oggetti e strumenti sono collegati all’Internet of Things (IoT). Un negozio al dettaglio, tanto per fare un esempio, può collegare i prodotti e i display dei prezzi digitali sugli scaffali a una rete. Il rivenditore può tracciare immediatamente l’inventario e vedere quanto tempo impiega a vendere ogni prodotto. Queste informazioni, combinate con i dati di vendita di altre località, possono essere utilizzate per regolare e controllare i prezzi degli articoli in tempo reale. In questa applicazione IoT, i Display dei prodotti e dei prezzi sono “cose” collegate alla rete. Questa connettività consente al rivenditore di massimizzare le vendite e ridurre al minimo i costi di magazzino e spedizione, consentendo allo stesso tempo nuove esperienze multimediali dei clienti. Le applicazioni di Intelligent Edge fanno riferimento all’analisi dei dati e allo sviluppo di soluzioni nel luogo stesso in cui i dati vengono generati, operando per ridurre la latenza delle operazioni, i costi e i rischi di sicurezza, e aumentando cosìl’efficienza complessiva delle realtà che lo impiegano, dai singoli negozi, a interi edifici, quartieri e aziende.

 

Milanosesto: il rendering della realizzazione, l’area del parco
I diversi tipi di edifici e il masterplan firmato da Renzo Piano

Con il Masterplan dell’intera opera firmato dall’archi-Star Renzo Piano, Milanosesto, e la sua Next City, è un progetto caratterizzato dalla presenza di diverse tipologie di edifici, di carattere pubblico, privato e pubblico-privato, e di differenti destinazioni d’uso, tra residenziale, direzionale, commerciale, ricettivo, produttivo e ricreativo, per un totale complessivo di circa un milione di metri quadri di superficie. «A queste opere si aggiungono le strutture ospedaliere, assistenziali e scientifiche che faranno parte della futura Città della Salute e della Ricerca» spiegano i responsabili di Milanosesto, «un vero e proprio progetto nel progetto, che porterà l’integrazione armonica di grandi eccellenze sanitarie e scientifiche pubbliche e private con il resto dello spazio urbano di Milanosesto. Verrà poi realizzata la nuova stazione ferroviaria a ponte sui binari, e il sottopasso viario, in modo da collegare la Sesto San Giovanni esistente con il nuovo quartiere».

A livello operativo, nel passaggio tra input strategici e progettazione tecnologica, «occorre circoscrivere l’ambito di progetto, garantire l’integrazione e la sostenibilità tra progetti di architettura e progetti tecnologici» rilevano gli specialisti di Hpe Italia che lavorano alla grande opera, «ed è importante poi verificare le possibili soluzioni applicative con i loro potenziali e futuri gestori. In pratica, si tratta di creare da zero una nuova città del Ventunesimo secolo, pensata e studiata per essere accogliente, funzionale, un bel posto per vivere e lavorare, un nuovo polo di cura e ricerca scientifica, un nuovo centro commerciale e di affari».

Situato nell’area metropolitana milanese che, con quasi 4 milioni di residenti, per numero di abitanti è la prima in Italia e terza in Europa, dopo Londra e Parigi, «Milanosesto sarà parte del sistema metropolitano lombardo, sistema territoriale di assoluta rilevanza demografica ed economica, con un reddito medio quasi doppio rispetto al dato italiano e un tasso di disoccupazione dimezzato rispetto alla media nazionale» fanno notare i progettisti, «e questo nuovo distretto urbano sarà quindi anche il punto di unione fra due realtà, come Milano e il suo Hinterland, forti, moderne e connesse tanto al territorio come alle principali capitali europee».

 

Sesto San Giovanni, area ex Falck Unione: pagoda e capannone bramme ( photo by Cristina Meneguzzo)

Sesto San Giovanni tra passato e futuro

Sesto San Giovanni ha rappresentato per decenni la capitale dell’industrializzazione lombarda e del boom economico che ha permesso all’Italia di risollevarsi economicamente alla fine della Seconda guerra mondiale. Le Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck restano tutt’oggi il simbolo del grande laboratorio di innovazione industriale e sociale che è stata Sesto San Giovanni dal secondo dopoguerra al nuovo millennio. «La memoria di questa di storia industriale e sociale italiana non andrà perduta» spiegano i progettisti del nuovo distretto urbano, «troverà nel progetto Milanosesto una nuova e piena valorizzazione. Gli edifici di valore storico, candidati dall’Unesco a patrimonio Mondiale dell’Umanità, saranno recuperati e ristrutturati. Una volta riportati a nuova vita, si integreranno perfettamente nel tessuto della nuova città, ospitando attività e servizi di interesse collettivo. Tra gli edifici storici che saranno recuperati ci sono, ad esempio, il Bliss, il Camino Fumi, il Treno Laminatoio e l’Omec, architetture affascinanti che andranno ad arricchire il paesaggio di Milanosesto». Il valore aggiunto all’intero processo è dato proprio dalla generazione di soluzioni innovative rese possibili dalle sinergie tra aziende partner, alle quali è stato chiesto di pensare alle prospettive e alle esigenze future, a partire dal 2021 in poi, e di lavorare in Team prendendo parte a tavoli tecnici con i progettisti per condividere idee e integrare le competenze.














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