Federmeccanica: produzione metalmeccanica a -13,4%

La ripresa nell'ultimo trimestre non è bastata a risollevare l'andamento del settore. La produzione di computer, radio, tv e strumenti medicali di precisione ha retto meglio il colpo, registrando un -6,9. Il comparto più penalizzato è quello dell'automotive, con -20,6%

Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica

Federmeccanica ha pubblicato i risultati dell’indagine congiunturale sull’industria metalmeccanica, un settore che ha accusato pesantemente la crisi dovuta al Covid, ma che ha mostrato segni di ripresa nell’ultimo quadrimestre. Ad aprile i volumi di produzione si erano più che dimezzati rispetto a gennaio, mentre nei mesi finali del 2020 la produzione è risultata inferiore di circa 3-4 punti percentuali rispetto alla situazione pre-pandemica.







L’attività produttiva metalmeccanica è infatti cresciuta dell’1,2%, arrivando agli stessi livelli del 2019. Nell’arco di tutto l’anno, invece, il calo rispetto al 2019 dell’intero comparto industriale è stato del 10,9%. Pesano sia il calo della domanda interna sia quello delle esportazioni, diminuite del 9,7%, mentre le importazioni hanno fatto registrare un -12,8%.

Le prospettive a breve emerse dall’indagine congiunturale sono cautamente ottimiste, ma permane una sostanziale incertezza dovuta all’evoluzione della pandemia legata da un lato all’esito della campagna vaccinale e dall’altro alle mutazioni in atto del coronavirus.

«Il 2020 ha traumaticamente colpito l’industria manifatturiera evidenziando le sue fragilità legate ai settori, alle filiere e alla globalizzazione», dichiara il presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz. «Nonostante tutto ciò l’industria è stata uno dei pochi “sistemi complessi” capace di reggere un urto tanto violento quanto inatteso, a cui si è aggiunta la transizione verso la maggiore digitalizzazione e sostenibilità delle attività. In questo contesto siamo riusciti a firmare un Contratto il cui cuore è una grande innovazione – la riforma dell’Inquadramento – che nei prossimi anni concorrerà a ridefinire l’identità professionale di milioni di italiani. I Metalmeccanici hanno dimostrato di saper affrontare la tempesta in atto e di avere visioni ed energie per immaginare il proprio futuro. Adesso queste imprese e i loro collaboratori devono poter contare su un Paese che dimostri la sua fiducia all’industria manifatturiera collocando la sua produzione al centro di una nuova strategia nazionale di sviluppo: dall’automotive alle machine utensili, al packaging, alla meccatronica, agli elettrodomestici, fino alle macchine agricole».

«Con la firma dell’ipotesi d’Accordo il 5 febbraio scorso abbiamo mandato un messaggio di fiducia in un momento di grande difficoltà», spiega Fabio Astori, vicepresidente di Federmeccanica. «I metalmeccanici hanno proseguito con determinazione sulla strada dell’Innovazione avviata nel 2016 con il Rinnovamento. Siamo la dimostrazione che le Riforme non solo si possono, ma si devono fare. Anche cosi si rendono le imprese più competitive, anche così si può recuperare produttività. Ci auguriamo che ora inizi una nuova Stagione di Riforme nel Paese. Penso ad una vera riforma della Pubblica Amministrazione, alla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive. Penso ad un mercato del lavoro più flessibile. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tutti devono fare la propria, a partire dal Governo».














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