Fastweb e ZTE. #Roma5G ai Musei Capitolini

Presentata ai Musei Capitolini una innovativa soluzione, applicata al museo pubblico più antico del mondo, in grado di fornire informazioni in tempo reale sullo stato degli edifici, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei parametri strutturali più significativi e segnalare eventuali anomalie e criticità anche in condizioni di emergenza

L'esedra Marco Aurelio dei Musei Capitolini

Roma Capitale, Fastweb e Zte, con il supporto dell’Università degli Studi dell’Aquila, hanno presentato ieri un innovativo scenario attivato in due sale dei Musei Capitolini. Si tratta di un nuovo capitolo del progetto #Roma5G in fatto di sicurezza degli edifici e della loro conservazione.

 







La rete di sensori Mems

Il progetto si basa, infatti, su una innovativa soluzione in grado di fornire informazioni in tempo reale sullo stato degli edifici, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei parametri strutturali più significativi (come deformazioni, variazioni di umidità, temperatura, inclinazioni,ecc…) al fine di segnalare eventuali anomalie e criticità anche in condizioni di emergenza, come durante un terremoto, grazie al posizionamento di speciali sensori ingrado di rilevare anche le più minime oscillazioni e variazioni nella struttura degli edifici. I dispositivi Mems (Micro Electro-Mechanical Systems) ad altissima risoluzione utilizzati nell’ambito della sperimentazione sono infatti ingrado di registrare oscillazioni inferiori ad 1mg (milli “g”,dove g è l’accelerazione gravitazionale~9.8m/s^2).

 

La piattaforma e l’infrastruttura

Attraverso l’installazione di sensori accelerometrici, di umidità e di temperatura a Palazzo Conservatori, dove sono stati posizionati due dispositivi e presso la Sala Esedra del Marco Aurelio, dove sono stati installati sei dispositivi, è stato così possibile mettere in opera un sistema di raccolta ed elaborazione dati sviluppato dall’Università degli Studi dell’Aquila e dedicato al monitoraggio del complesso.
La piattaforma implementata permette di sfruttare tutte potenzialità del 5G, ovvero l’affidabilità, la velocità e la bassissima latenza per la trasmissione in tempo reale dei dati rilevati, e la possibilità di collegare un numero molto elevato di sensori per la raccolta informazioni sullo stato degli edifici monitorati.

L’infrastruttura che abilita il monitoraggio si basa sulla soluzione 5G stand-alone prototipale fornita da ZTE e utilizza le frequenze 5G a 3,5 GHz in licenza a Fastweb. Un dispositivo, dedicato alla gestione del sistema di monitoraggio e collocato all’interno del Palazzo dei Conservatori, colleziona i dati della rete di sensori e li trasmette, utilizzando un apparato 5G collocato sul tetto del palazzo stesso, all’antenna Massive Mimo di ZTE ubicata alla sommità di Palazzo Senatorio.

I dati così raccolti transitano, grazie a un collegamento in fibra ottica, attraverso la rete ultraveloce a banda ultra larga messa a disposizione da Fastweb tra Roma e Milano, e vengono instradati verso la piattaforma fornita dall’Università degli Studi dell’Aquila che li elabora.

La bassa latenza offerta dalla rete 5G consente di minimizzare i tempi di trasferimento delle informazioni dalla rete di monitoraggio al sistema di elaborazione dei dati che, sotto determinate condizioni, è in grado di stimare lo stato di salute degli edifici e di analizzare eventuali criticità attivando, al superamento delle soglie di allarme prestabilite, alert e notifiche tempestive.

 

Il progetto #Roma5G

La tutela degli edifici storici e del patrimonio artistico e culturale del Paese così come, in prospettiva anche il monitoraggio delle infrastrutture civili (ponti, viadotti, autostrade ecc.), si inserisce nell’ambito del progetto #Roma5G avviato nel 2017 dall’amministrazione capitolina. L’iniziativa nasce infatti dalla volontà di costruire una piattaforma digitale aperta a partner tecnologici, enti e imprese finalizzata a dotare la città di una infrastruttura innovativa basata sulla tecnologia di quinta generazione, cruciale per l’abilitazione di servizi e applicazioni smart city.

«Siamo orgogliosi di essere ancora una volta al fianco di Roma Capitale e mostrare le straordinarie potenzialità del 5G. La rete di quinta generazione è pronta a rivoluzionare il modo di vivere la tecnologia, abilitando servizi prima solo immaginabili a beneficio dei cittadini, delle imprese e della pubblica amministrazione» commenta Andrea Lasagna, Chief Technology Officer di Fastweb, che continua «Dopo aver dotato la città di infrastrutture a banda ultra larga oggi diamo ulteriore impulso alla valorizzazione di Roma e del suo patrimonio artistico proiettandola nel futuro attraverso l’uso delle più moderne tecnologie.»

Per Fastweb la partita 5G non si limita a Roma, e infatti se da un lato ha in corso la gara per scegliere il vendor per la sua rete, dall’altro ha siglato un’intesa con Wind Tre per fare sinergie nella realizzazione delle rispettive reti.

Sul fronte Zte il commento al progetto è stato affidato a Hu Kun, presidente Europa occidentale Zte e Ceo di Zte Italia :«Questa collaborazione con Fastweb e Univaq è motivo di soddisfazione in quanto ha portato a questa importante sperimentazione nel cuore del Comune di Roma. Un perfetto connubio tra la nuova tecnologia e il patrimonio storico. Il 5G è una tecnologia che permette di realizzare importanti casi d’uso a beneficio non solo del singolo, ma soprattutto di nuovi servizi pubblici e privati  questa infrastruttura di monitoraggio degli edifici, è un esempio perfetto per testimoniare l’affidabilità e la sicurezza del sistema, oltre a dimostrare anche l’alta specializzazione della nostra tecnologia e la volontà di Zte di essere al fianco delle istituzioni e degli operatori per migliorare la qualità della vita delle persone. Zte – ha sottolineato Hu Kun – continuerà a gestire il Centro di Innovazione e Ricerca 5G con casi d’uso ulteriormente interessanti, insieme ai nostri partner in Italia.»

 














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