Fase 2/Covid-19. Ericsson teme i ritardi nello spiegamento del 5G in Europa

Il produttore svedese guidato da Borje Ekholm si considera al riparo dagli effetti della crisi sanitaria a lungo termine, ma rileva un rallentamento degli investimenti nel 5G. Una situazione dannosa per l'economia del Vecchio Continente

A livello regionale, la diffusione degli abbonamenti 5G in Nord America continua a essere forte

Ericsson – fornitore svedese tecnologie e servizi di comunicazione, software e infrastrutture in ambito Ict a operatori di telecomunicazioni, pubblica amministrazione e altre industrie – è preoccupato per gli effetti della crisi sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, che potrebbe ritardare lo spiegamento del 5G in Europa. Approfittando della pubblicazione dei suoi risultati per il primo trimestre, mercoledì 22 aprile 2020, la società guidata da Borje Ekholm ha fatto un appello ai governi europei perché incoraggino “gli investimenti (in questa tecnologia, ndr.) per rilanciare l’economia”.

Il 5G centrale nella pandemia

«Mentre stiamo consolidando la nostra posizione in Europa, temiamo che gli investimenti nel 5G saranno ritardati. Ciò potrebbe implicare che l’Europa possa rimanere indietro per lo sviluppo di infrastrutture critiche per il futuro. Ma il 5G ha dimostrato ancora una volta la sua importanza durante la pandemia», ha dichiarato Borje Ekholm, Ceo di Ericsson, riferendosi alla telemedicina.







L’Europa non è la sola a segnare il passo. Ericsson rileva una riduzione degli investimenti nei mercati sudamericani, cinesi e indiani. La società ha comunque 86 contratti commerciali con operatori di telecomunicazioni in tutto il mondo e 19 reti sono già in servizio. La scorsa settimana, il British BT ha annunciato in particolare di aver scelto proprio Ericcson.

Un futuro senza ansie

Ericsson ripone le sue speranze di espansione negli Stati Uniti. Il fornitore svedese di attrezzature ha affermato di essere sicuro che sarebbe emerso “rafforzato” da questa crisi. Ha dichiarato di “mantenere gli investimenti in ricerca e sviluppo” e di “non avere motivo di modificare gli obiettivi finanziari per il 2022”, sebbene ammetta di avere incertezze sul volume delle vendite a breve termine. Il fatturato dell’azienda è aumentato del 2% all’inizio del 2020 e ammontava a 4,55 miliardi di euro. Allo stesso tempo, i suoi utili netti sono diminuiti a 210 milioni di euro, il 5% in meno rispetto allo scorso anno nello stesso periodo.














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