Fanuc continua a crescere: fatturato sopra i 6 miliardi, in crescita del 16,2%

Positive anche le performance della filiale italiana, che fa registrare un +13,8%, con ricavi per 197 milioni di euro

Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia

Fanuc, multinazionale giapponese, con 266 sedi in 107 Paesi e oltre 8.500 dipendenti, ha chiuso l’anno fiscale 2022 con vendite globali nette consolidate pari a 6.043 milioni di euro (+16,2%), all’interno delle quali l’Europa e i suoi 1.800 dipendenti in 24 filiali pesano per 1.094 milioni (+21%)1. Anche l’Italia riconferma ottime performance, con un fatturato di 197 milioni (+13,87%) che ha superato le aspettative e che corrisponde a circa il 20% dell’intero business europeo

«In Italia abbiamo registrato una raccolta ordini solo di poco inferiore alle 5.000 unità, con un +8% rispetto al 2021. Numeri che descrivono una volta di più un mercato caratterizzato da un’incrementale richiesta di robot e cobot, con risultati record ottenuti dai nostri Cnc e dalle linee di macchine per stampaggio a iniezione di precisione Roboshot», afferma Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia. «Siamo a tal punto soddisfatti dei risultati ottenuti che ci siamo posti l’obiettivo di superarli ulteriormente in questo 2023 così sfidante, puntando a un fatturato di 214 milioni e alla consegna di 5.200 unità. Lo faremo anche con una crescita dell’organico e con l’impegno che ci contraddistingue nell’ambito della formazione. Oggi siamo in 171 e siamo alla ricerca di almeno altre 10 figure professionali da integrare e istruire in supporto ai molteplici settori dell’industria manifatturiera in cui operiamo: dall’automotive al food&beverage, dall’aerospace all’elettronica, dal medicale alla lavorazione delle materie plastiche fino al luxury».







Nei suoi 60 anni di vita, il colosso nipponico ha installato quasi un milione di robot nel mondo e lo scorso ottobre si è raggiunta una produzione mensile di 11.000 robot – un record non solo aziendale, ma per l’intero comparto, a riconferma dell’esponenziale domanda che vede il mercato industriale sempre più attento all’automatizzazione dei processi e a un utilizzo intelligente degli spazi negli stabilimenti produttivi.

«Come confermano i più recenti rapporti, l’Italia occupa la sesta posizione nel mondo quanto a vendite e installati e la seconda in Europa subito dopo la Germania», prosegue Delaini. «Siamo un Paese che si contraddistingue per le numerosissime eccellenze nella meccanica e le abilità dei nostri integratori nella realizzazione di impianti su misura sono senza eguali. Secondo i più recenti dati di Ucimu, nel 2022 l’industria robotica italiana ha esportato il 40% della propria produzione, stimata in 740 milioni. E con la macchina utensile va ancora meglio. Lo scorso anno nel nostro Paese si sono prodotte macchine per un valore di €6 miliardi e ne abbiamo esportato la metà».

Cresce, seppure un po’ più lentamente, anche l’adozione dei robot collaborativi (cobot), nuova frontiera tecnologica in supporto agli operatori nello svolgimento di compiti ripetitivi e usuranti e capaci di rispondere alle esigenze di qualsiasi settore industriale. Nel diffondere la cultura dell’automazione industriale tra gli studenti, Fanuc consente loro di toccare con mano attraverso i cobot le tecnologie che ritroveranno in fabbrica, sperimentando cosa significa automatizzare i processi produttivi di un’azienda. Percorsi che per Fanuc si concretizzano nell’organizzazione della prima edizione italiana delle Olimpiadi della Robotica, nella sponsorizzazione dei Campionati Mondiali dei Mestieri Worldskills, nella partnership con Sanoma per portare la robotica e l’automazione tra i banchi delle scuole italiane e nella collaborazione con le principali Università Italiane e gli Its.

Conclude Delaini: «Se è vero che la robotica in Italia sta vivendo una fase molto positiva in un mercato ricco di opportunità, è anche vero che lo fa in uno scenario altamente competitivo. Ritengo che investire in automazione sia tra le scelte più strategiche che un’impresa manifatturiera possa fare per mantenere una posizione di leadership. Sono scelte strategiche vincenti anche da un punto di vista economico – i dati confermano come gli investimenti in automazione si ripaghino in meno di un anno».














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