L’uomo al centro della manifattura alla Fabbrica del Futuro di Brescia! I casi Gefran, Saluber, Omb Saleri

di Laura Magna ♦︎ Il progetto Fabbrica del Futuro di Confindustria Brescia coinvolge oltre 80 imprese. Qui raccontiamo la storia dei progetti vincitori per la sezione Welfare. Gefran: un hub per valorizzare il talento. Saluber: dipendenti al centro dell’azienda e formazione. Omb Saleri: welfare generativo per il benessere della comunità locale. Ne parliamo con Roberto Baroni (Gefran), Ciro D’Amicis (Saluber), Paride Saleri (Omb)

La produzione in Omb Saleri

L’industria di Brescia costruisce il futuro della produzione manifatturiera. E lo fa guardando soprattutto all’aspetto umano, che resta centrale, anche e soprattutto nell’era dell’automazione. Nella “Fabbrica del Futuro” dallo scorso 26 maggio e fino a fine anno nel Parco dell’Acqua di Brescia, sono in mostra i progetti innovativi della prima provincia industriale d’Europa.

È una iniziativa pivot nell’ambito delle attività che Confindustria Brescia, guidata da Franco Gussalli Beretta (patron dell’omonima e storica fabbrica d’armi), sta realizzando nell’ambito di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Ne abbiamo parlato diffusamente qui, a ridosso dell’inaugurazione. In questo articolo passiamo in rassegna alcuni dei progetti vincitori per la sezione Welfare.







 

Il welfare diventa wellbeing: una nuova filosofia secondo la prima fabbrica industriale d’Europa

La Fabbrica del Futuro si concretizza in un padiglione, con una dimensione di 195 mq e uno spazio esterno di 68,25 mq, tutto realizzato all’insegna dell’ecosostenibilità, con portali di legno lamellare per la struttura portante, pannelli x-lam per solaio e travi portanti e policarbonato alveolare per il rivestimento, materiale sostenibile che verrà riciclato

Il wellbeing – un concetto decisamente più ampio del welfare tradizionale – è la stella polare della strategia di El.Com, azienda leader nella produzione dei cablaggi elettrici e sistemi di connessione con sede a Leno. Un’attenzione che parte da lontano, da quando l’azienda ha iniziato a lavorare per ridurre i rischi di infortuni sul posto di lavoro (e ne ha avuto uno solo negli ultimi sette anni) e che oggi punta sulla prevenzione di malattie che possono diventare debilitanti, promuovendo uno stile di vita e un’alimentazione che migliorino la qualità di vita dei singoli e della collettività. Pari opportunità di crescita professionale e sviluppo di carriera, è l’obiettivo del progetto kenFLY, con al centro la Talent Academy diffusa, di Gefran è una multinazionale italiana specializzata nella progettazione e produzione di sensori, sistemi e componenti per l’automazione e il controllo dei processi industriali. Il «Patto di Comunità» nasce nel 2022 su impulso di Paride Saleri, patron e presidente di Omb Saleri, che produce valvole per la gestione di gas (idrogeno, gpl, metano) nel settore Automotive. E intende promuovere, realizzare e diffondere una nuova forma di cooperazione tra pubblico e privato per il miglioramento del territorio, in questo caso il Quartiere Primo Maggio, dove ha il suo headquarter.

E ancora Homo Saluber, è il nuovo concetto di salubrità ambientale, mentale e fisica sul posto di lavoro, promossa dall’omonima azienda Saluber che offre sanificazione ambientale e disinfestazioni. È il Digital Wellbeing il progetto di Regesta, società di consulenza informatica nata a Brescia nel 2007 e riconosciuta dal 2010 punto di riferimento per l’implementazione di soluzioni basate su piattaforma Sap. Con l’obiettivo di riduzione dello stress, burn out, turnover, aumento della felicità, benessere, consapevolezza. Ha realizzato infine un progetto win win Vgv, fornitrice di componenti per il settore automotive, specializzata nella gestione integrata della supply chain. Vgv srl ha alcune fasi del proprio processo produttivo caratterizzate da alta intensità di manodopera non sostituibile da processi automatizzati. L’azienda ha così individuato nella popolazione inattiva e con disabilità certificata residente nei territori limitrofi delle sedi dei propri stabilimenti, Calvisano e Montirone, un potenziale lavorativo adatto a queste lavorazioni. Al momento sono inserite circa 53 persone delle quali 12 in formazione e 41 con contratto di lavoro dalla cooperativa e nel corso del progetto Vgv srl ha assunto direttamente 8 persone. Vediamo il dettaglio di alcuni di questi progetti dalla viva voce dei protagonisti.

 

Gefran: un hub per valorizzare il talento di ogni persona

Roberto Baroni, responsabile della comunicazione di Gefran

Gefran è una multinazionale italiana specializzata nella progettazione e produzione di sensori, sistemi e componenti per l’automazione ed il controllo dei processi industriali: il fatturato 2022 è stato superiore a 134 milioni di euro. L’azienda opera sui principali mercati internazionali attraverso otto siti produttivi (in Italia, Svizzera, Stati Uniti, Brasile e Cina), 13 organizzazioni commerciali (tra cui Germania, Francia, Regno Unito, Belgio, India e Singapore) e oltre 80 distributori nel mondo. «Gefran è un family business – dice a Industria Italiana il responsabile della comunicazione Roberto Baroni – con un know how consolidato nei settori della plastica, del metallo, dell’idraulica mobile e del trattamento termico. Il gruppo conta oggi circa 660 collaboratori, di cui oltre 420 in Italia, e abbiamo chiuso il 2022 con un fatturato sopra i 134 milioni di euro, con una crescita significativa negli ultimi due anni». Senza conoscere sosta anche con il blocco delle catene produttive con il Covid. «Nel contesto estremamente complesso degli ultimi anni, caratterizzato dalla pandemia, dalla crisi della supply chain e dalla crescente incertezza geopolitica, la nostra capacità di essere veloci ed efficaci ci ha permesso di garantire la cosiddetta business continuity che si è rivelata un elemento decisivo per supportare i nostri clienti e per acquisirne di nuovi», dice Baroni. «Siamo riusciti a farlo grazie all’elevata integrazione verticale di soluzioni e competenze, che ci permette di avere il controllo totale sul processo produttivo, e ai forti investimenti che stiamo sostenendo sia in automazione della produzione che nello sviluppo delle competenze delle nostre persone».

Stabilimento Gefran

E le persone sono al centro anche del progetto presentato a Fabbrica del Futuro che risponde al nome di Fly Performance. «Un progetto molto ampio – dice Federico Bassignana, Employee Experience Specialist, Content Developer & kenFLY Coordinator – che mira al benessere delle persone nella visione più olistica. Insieme ai servizi welfare che contribuiscono all’equilibrio tra la vita professionale e personale, con i nostri programmi ambiamo a stimolare il benessere delle persone rispetto alla crescita personale, al modo in cui si sentono coinvolte nell’organizzazione e alla consapevolezza di essere propulsori di una crescita sostenibile». Il progetto è composto da diverse parti: Fly Gefran Talent Academy, Fly Performance e l’hub kenFLY. «Attraverso kenFLY ogni persona del Gruppo ha accesso ai propri percorsi didattici, con contenuti ad hoc frutto della collaborazione con societaÌ e business school di pregio internazionale – spiega Bassignana – I percorsi sono fruibili in base alle proprie preferenze, alla performance ed alle competenze necessarie per il proprio ruolo combinate a quelle funzionali alla crescita in azienda». Gli scenari di apprendimento sono progettati per essere user-friendly e seguono le logiche della gamification e del design narrativo. La gamification permette di guidare le persone attraverso feedback costanti e contestuali, per premiare sia la proattività sia l’errore, inteso come opportunità di apprendimento esperienziale, utile ad abbattere il carico cognitivo.

«Anche grazie all’integrazione digitale di kenFLY, nel 2021 Fly Gefran Talent Academy ha coinvolto i dipendenti in oltre 12.738 ore di formazione onlife, spaziando tra attività di think tank & focus group, coaching & mentoring reciproco, workshop e percorsi di smart learning. La nostra continua ambizione eÌ di consolidare la consapevolezza di ogni persona rispetto al proprio patrimonio di abilitaÌ professionali e personali», dice Bassignana. Infine, FLY Performance si unisce a kenFLY come il sistema trasparente e strutturato non solo di performance management, ma anche di allineamento, confronto e conoscenza. «Una volta mappate le competenze che le persone interpretano nel proprio ruolo, Fly Performance permette di dare feedback strutturati e quanto più oggettivi per fare il punto della situazione, delineando la strategia per rinforzare le conoscenze e le capacità con nuovi piani di formazione personalizzati – conclude Bassignana – A Fabbrica del Futuro abbiamo portato un’esperienza di gamification e un accesso light all’hub kenFLY aperto a tutti i visitatori, per provarlo e scoprire che anche grazie alla tecnologia e all’innovazione l’apprendimento continuo può essere alla portata di ogni generazione».

 

Saluber: disinfestare gli ambienti avendo come priorità il wellbeing di collaboratori e dipendenti

Ciro D’Amicis, fondatore di Saluber

Un modello di azienda felice. Ciro D’Amicis, fondatore di Saluber si occupa di controllo infestanti sul territorio da oltre 30 anni. «Siamo una realtà piccola rispetto a tutte quelle che hanno partecipato al concorso di idee – dice D’Amicis – con circa 2 milioni di fatturato e 20 collaboratori. Ed è un’azienda che è basata esclusivamente sulle persone perché per offrire un certo livello di servizio è necessario puntare sui talenti umani più che sulle macchine». Il settore in cui lavora Saluber non gode di grandissimi investimenti in innovazione tecnologica: «Nel 2023 i ratti si controllano ancora con le colle: è un settore in cui pochissimi investono. I “veleni” hanno avuto una larga diffusione, ma la sensibilità ambientale ci sta riportando a sistemi più tradizionali e con minor utilizzo di chimica. L’unica cosa che può funzionare allora è l’attenzione dell’essere umano che lavora su questi aspetti: la capacità di riconoscere le tracce, di investigazione e formazione». Il progetto con cui Saluber partecipa a Fabbrica del Futuro ha come focus proprio questo. «Selezioniamo costantemente persone che hanno determinati requisiti – dice D’ Amicis – e li premiamo mettendoli al centro della nostra struttura. La nostra pur essendo un’azienda piccolina offre ai propri collaboratori servizi che molte aziende, anche grandi, non hanno: autolavaggio, palestra, lavanderia per i tecnici che lavano gli abiti da lavoro prima di andare a casa, un’area relax e una cucina, dove i collaboratori possono cucinare o sostare o anche organizzarsi fuori dall’orario di lavoro. L’azienda è vissuta come punto di riferimento. Tanto che abbiamo un turnover bassissimo».

Saluber offre ai propri collaboratori servizi che molte aziende, anche grandi, non hanno: autolavaggio, palestra, lavanderia per i tecnici che lavano gli abiti da lavoro prima di andare a casa, un’area relax e una cucina, dove i collaboratori possono cucinare o sostare o anche organizzarsi fuori dall’orario di lavoro

Questo modello è stato portato da Saluber tra le best practice di Confindustria Brescia. «Abbiamo anche un Festival musico teatrale, per 4 giorni a giugno – racconta D’ Amicis – apriamo l’azienda al territorio. Quest’anno abbiamo ospitato artisti del calibro di Mario Venuti, Omar Sosa e Tullio De Piscopo e una serata di Teatro con la Compagnia Le Viandanze. Puntiamo al nutrimento dello spirito, perché nel luogo di lavoro si trascorre la maggior parte della nostra giornata e sono convinto che si debba e si possa vivere meglio queste ore». La vera peculiarità è che tutto questo venga realizzato da una piccola azienda, dove è stato messo a disposizione dei collaboratori una buona fetta del fatturato, «un clima sereno vale molto di più di migliaia di euro di utile all’anno – chiosa l’ad – in fondo si tratta di attività che sono talmente semplici che mi chiedo perché non lo faccia quasi nessuno. Anche alla luce del fatto che si innesta su di esse un meccanismo virtuoso che porta la produttività ad aumentare e le persone tossiche a essere subito isolate ed eventualmente espulse». La storia di Saluber inizia 33 anni fa, quando D’Amicis aveva una società diversa, sempre nel settore del controllo infestanti.

«A un certo punto si è incrinato il rapporto umano con i soci e ho ceduto le mie quote – racconta il manager –. Ho ricominciato a lavorare da solo proseguendo per tre anni nell’attività di controllo delle zanzare e poi sono andato avanti. Quell’esperienza negativa mi è servita per comprendere quali errori non avrei più dovuto commettere. Noi attualmente abbiamo un’azienda che è sviluppata per offrire un servizio di qualità elevata prevalentemente all’industria alimentare, che pesa per il 60%, per il resto alle industrie che richiedono lavorazioni di alta qualità e in misura residuale alla pa». Nella squadra di Saluber ci sono un ingegnere informatico che sviluppa software, un esperto di sicurezza alimentare, un biologo che si occupa di controlli di campo, un agronomo entomologo che è direttore tecnico. «I nostri concorrenti sono per lo più multinazionali che stanno cercando di colonizzare il mercato acquisendo tutte le realtà più piccole, anche in Italia. L’unico modo che abbiamo per sopravvivere è strutturarci per garantire un servizio che la multinazionale non riesce a dare: ci stiamo specializzando per l’eccellenza».

Saluber in numeri

 

Omb Saleri: la fabbrica che ha trasformato il quartiere dove ha sede con il welfare generativo

Paride Saleri, founder e presidente Omb Saleri

Il quartiere Primo Maggio, a Brescia, è la casa di Omb Saleri, meccanica bresciana tecnologicamente avanzata, fondata nel 1980 e oggi specializzata nella produzione di valvole per la gestione di gas (idrogeno, gpl, metano) che vengono utilizzate nel settore Automotive. L’azienda è una Società benefit e dal 2021 la DeA Capital Spa, gruppo DeAgostini, ne ha acquisito il 30%. Innovatori per dna, nel 2013, in tempi in cui la spinta della sostenibilità era pressoché assente, Paride Saleri, founder e presidente punta sull’idrogeno come abilitatore della transizione green nell’industria. Negli ultimi tre anni una crescita del fatturato del 23%, con il 41% di dipendenti in più. Oggi l’azienda, che ha chiuso il 2022 con fatturato sopra i 70 milioni di euro, si compone di cinque BU, che corrispondo ad altrettante aree di business. La Divisione idrogeno che si occupa di produzione di valvole per la mobilità ad idrogeno; l’automotive, con focus sulle valvole per la gas mobility; la divisione applicazioni domestiche (valvole per gas e acqua); la Divisione metal machining che opera sulla lavorazione meccaniche e la Divisione Areospace e Cryogenics.

«Siamo orientati all’innovazione del prodotto, dei processi produttivi e di organizzazione di fabbrica. Ci ispiriamo alle esperienze umanistiche italiane (Camillo e Adriano Olivetti) e alle tecniche produttive sperimentate in Toyota e nelle fabbriche tedesche (lean production)», così il presidente di Omb, Paride Saleri. «La nostra ambizione è di far convivere l’efficienza dei processi di fabbrica con la valorizzazione delle persone, indicando come scopo ultimo del lavoro il benessere dell’uomo. Oltre a generare profitti, un’azienda deve generare “benessere” per le persone e per il territorio. È un’attenzione che noi imprenditori possiamo e dobbiamo avere». Composta da circa 250 persone con un’età media di 35 anni Omb Saleri è stata una delle prime aziende del territorio ad avere un asilo nido, una biblioteca aziendale, un orario lavorativo flessibile, una Academy di formazione con corsi di inglese per tutti, una banca ore etica, la partecipazione dei profitti e l’organizzazione di visite guidate a mostre e musei.

Omb Saleri ricerca e sviluppo

Il progetto innovativo portato a Fabbrica del Futuro è un progetto che coinvolge il territorio, e precisamente il Quartiere Primo Maggio della zona Ovest della città. Il Primo Patto di Comunità nasce nel 2022 su impulso di Davide Saleri ed un’alleanza tra pubblico, aziende private e terzo settore, per promuovere un nuovo genere di welfare territoriale.
«La nostra consapevolezza è quella di voler abbandonare l’approccio meramente assistenzialista per passare invece a interventi concreti per un’inclusione attiva delle persone». È un progetto di «welfare generativo», per dirla con le parole di Saleri: «la Pubblica Amministrazione, imprese e società civile organizzata (associazionismo, cooperative, parrocchia) sono insieme per creare una rete di relazioni, per pensare a nuovi servizi e nuovi luoghi della comunità, rafforzando il senso di appartenenza in una condizione di co-titolarità e responsabilità condivisa». L’obiettivo è migliorare il benessere della comunità locale e il Patto di Comunità ci riesce con una serie complessa di iniziative attività: corso di rammendo, corso alfabetizzazione digitale per anziani e stranieri, scuola di calcio per bambini, serate danzanti in quartiere, gare podistiche e camminate per famiglie all’interno del quartiere (per conoscerne i luoghi), rete di biblioteche territoriali, eventi culturali (visite guidate al patrimonio culturale bresciano, organizzazione di mostre sul territorio, presentazione libri).














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