I segreti degli esoscheletri di Ottobock, gli abilitatori della fabbrica human-centric 5.0. Con Homberger

di Piero Macrì ♦︎ Homberger distribuisce gli esoscheletri di Ottobock, 1,3 mld di fatturato. Migliorano la vita degli operai, riducendo il rischio di infortuni. Mettendo l'umano al centro di tutto. L'analisi inerziale ed elettromiografica per la valutazione di rischi muscolo-scheletrici. I casi di Lanificio Vitale Barberis Canonico di Biella, Intra Group e Paris Silvestro. Ne parliamo con Gianluca Di Mauro, specialista esoscheletro industriale di Homberger

Se si vuole mettere l’uomo al centro, garantire il benessere dei lavoratori, priorità del nuovo paradigma d’impresa 5.0, è bene che gli imprenditori inizino a valutare l’adozione degli esoscheletri.

Homberger diventa il partner industriale per l’adozione di tecnologie wearable a tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori. Prevenire i disturbi muscolo-scheletrici, ridurre lo sforzo muscolare e la fatica, supportare gli operatori in posture incongrue, migliorare la produttività. Gli esoscheletri distribuiti da Homberger – prodotti da Ottobock, azienda tedesca da 1,3 miliardi di euro, leader mondiale nel campo della tecnologia ortopedica – possono essere indossati da operatori che lavorano in linee di produzione, nell’assemblaggio e nell’intralogistica di magazzino. «Nonostante la dilagante presenza di robot e cobot il lavoro manuale non scomparirà. Avvitature ed assemblaggi a braccia sollevate, verniciatura industriale, movimentazione continua di carichi: in tutte queste attività l’esoscheletro si dimostra lo strumento per prevenire disturbi muscolo-scheletrici che, secondo Inail, causano circa il 70% di tutte le malattie professionali e sono una delle cause più comuni di assenza dal lavoro», afferma Gianluca Di Mauro, specialista esoscheletro industriale di Homberger. Insomma, se si vuole mettere l’uomo al centro, garantire il benessere dei lavoratori, priorità del nuovo paradigma d’impresa 5.0, è bene che gli imprenditori inizino a valutare l’adozione degli esoscheletri. Analisi di valutazione del rischio, applicabilità dell’esoscheletro, versatilità della gamma Homberger-Ottobock. Ecco come gli esoscheletri migliorano le condizioni di lavoro realizzando una fabbrica human-centric 5.0.

Gianluca Di Mauro, specialista esoscheletro industriale di Homberger.

«Gli esoscheletri sono essenzialmente di due tipi: quelli che sgravano la zona lombare nella movimentazione continua di carichi e quelli che sostengono gli arti superiori nelle operazioni in postura statica con le mani sopra la testa», spiega Di Mauro. Nella prima categoria ricade il BackAir di Ottobock, che riduce notevolmente il carico sulla parte dorso-lombare a fronte di un peso di poco più di 3 kg e di dimensioni di ingombro ridotte, che lasciano dunque piena libertà di movimento all’operatore, che con l’esoscheletro indossato può anche salire sul muletto, ad esempio. È stato adottato, tra gli altri, dal Lanificio Vitale Barberis Canonico di Biella per gli operatori che lavorano in magazzino, insieme all’altro modello di esoscheletro, Ottobock Shoulder, utilizzato invece nell’alimentazione delle rocche ai filatoi. Come misurare l’effetto dell’esoscheletro sul rischio di sovraccarico biomeccanico affinché le aziende siano motivate ad adottare gli esoscheletri a fronte di una sua riduzione? «Questo tema è molto dibattuto e all’ordine del giorno. Recentemente sono stato alla sede dell’Inail a un corso intitolato “Esoscheletri occupazionali: valutazione del rischio biomeccanico, punti di forza e criticità” che trattava proprio di questo tema. Purtroppo gli attuali metodi di valutazione del rischio, seppur validi, risultano incompleti e non consentono di valutare l’impatto che moderne tecnologie come gli esoscheletri hanno sulla salute dei lavoratori. Basti dire che l’ultima norma Iso 11228-1 relativa alla valutazione ergonomica della movimentazione dei carichi recita espressamente che “non si può applicare in caso di utilizzo di sistemi di ausilio come gli esoscheletri”», dice Di Mauro. Ecco, quindi, che Homberger ha colto l’opportunità – indicata anche da Inail – di sfruttare nuove tecnologie basate su sensoristica indossabile.







L’esoscheletro si dimostra lo strumento per prevenire disturbi muscolo-scheletrici che, secondo Inail, causano circa il 70% di tutte le malattie professionali e sono una delle cause più comuni di assenza dal lavoro.

«Grazie all’utilizzo di sensori inerziali Xsense è possibile effettuare una registrazione dei movimenti dell’operatore direttamente sul luogo di lavoro. L’utilizzo dei sensori elettromiografici è invece da effettuare in condizioni più controllate. L’elaborazione dei dati ottenuti “direttamente alla fonte” ovvero sul corpo dell’operatore con le sue posture ed il suo modo personale di muoversi, restituisce misurazioni che portano a un risultato tangibile e oggettivo». Storicamente distributore e fornitore di utensili, componenti per macchine industriali e lavorazione della lamiera dei big player del machinery e della meccatronica, il business di Homberger, oltre agli esoscheletri, comprende i robot collaborativi della coreana Doosan Robotics. «La logica e gli obiettivi che muovono questi investimenti in cobot ed esoscheletri sono gli stessi: migliorare la qualità del lavoro, afferma Emanuele Rossi, chief marketing officer di Homberger. Il cobot è già una parte importante del nostro giro d’affari ma non saranno da meno gli esoscheletri per il quale vediamo una crescita anno su anno del 50%. C’è tantissimo interesse attorno a queste tecnologie, nella manifattura e nella logistica. È solo questione di tempo per assistere a una loro più ampia diffusione».

Esoscheletri Ottobock BackX in uso presso Intra Group, aziende italiana che offre servizi in outsourcing negli ambiti logistica, cleaning e maintenance. Parla Pier Giorgio Bellamoli, direttore generale di Intra Group, il quale ha deciso di introdurre gli esoscheletri Ottobock per supportare gli operatori nelle operazioni ripetitive di picking in ambito logistico.

Analisi inerziale ed elettromiografica per la valutazione di rischi muscolo-scheletrici

Homberger utilizza gli esoscheletri della tedesca Ottobock per migliorare l’operatività nei più diversi settori, dalla manifattura alla logistica di magazzino.

«Il processo di implementazione degli esoscheletri presso una realtà industriale, prevede prima di tutto una valutazione delle postazioni interessate al fine di valutarne l’effettiva possibilità di essere supportate dagli esoscheletri. Le aspettative sono sempre alte, ma non tutte le operazioni possono essere supportate da questi dispositivi: posture, frequenze, pesi e durata dell’operazione da supportare sono i 4 fattori che determinano l’usabilità o meno di un esoscheletro. Se l’operazione è supportabile, effettuiamo sempre un test prolungato con gli operatori in azienda, per vedere come l’esoscheletro risponde alle sollecitazioni nell’operatività quotidiana e per introdurlo in modo graduale, facendo abituare gli utilizzatori passo dopo passo. È in questa fase che possiamo effettuare sul campo un’analisi basata su motion capture con i sensori inerziali: nell’analisi si utilizzano 17 sensori inerziali xSense posizionati sull’operatore per registrare i singoli movimenti durante il ciclo di lavoro. Il cuore di questa analisi è rappresentato dal software “Industrial Athlete” sviluppato da Scalefit: elabora il file generato dai sensori, calcolando con precisione i carichi articolari – ed in particolare quelli gravanti sulla zona lombare- a cui il corpo umano è esposto durante l’operazione. Quello che rende unica questa metodologia – dice Di Mauro – è la capacità del software di quantificare l’efficacia dell’esoscheletro nel ridurre il carico sul rachide. In pratica, il programma calcola quanto peso viene tolto dai dischi intervertebrali – ed in tempo reale – grazie all’azione dell’esoscheletro, offrendo una panoramica dettagliata del beneficio apportato alla salute del lavoratore. «Il risultato di questa analisi può essere integrato nel documento di valutazione dei rischi, affiancandosi ai calcoli tradizionali. In questo modo, le aziende possono ottenere una visione completa e accurata della funzione preventiva dell’esoscheletro nei confronti dei disturbi muscolo-scheletrici», aggiunge Di Mauro. All’analisi con sensori inerziali si affianca quella elettromiografica, che abbiamo cominciato a sperimentare recentemente grazie alla collaborazione con l’azienda milanese Lwt, tecnica utilizzata per misurare l’attività elettrica dei muscoli.

Grazie all’utilizzo di sensori inerziali Xsense è possibile effettuare una registrazione dei movimenti dell’operatore direttamente sul luogo di lavoro. L’utilizzo dei sensori elettromiografici è invece da effettuare in condizioni più controllate.

«Se misuriamo l’attività di un certo distretto muscolare di interesse durante la stessa operazione con e senza l’esoscheletro possiamo evidenziarne la riduzione e di conseguenza trarne conclusioni relative al carico, alla fatica e -perché no- del rischio di sovraccarico biomeccanico. I progetti Sophia e Mela a cui Inail sta contribuendo attivamente hanno esattamente questi obiettivi, e nel nostro piccolo penso che stiamo andando nella direzione giusta.

L’esoscheletro, il wearable “universale” per tutti i settori di industry dove esiste una componente importante di lavoro manuale

All’analisi con sensori inerziali si affianca quella elettromiografica, sperimentata da Homberger recentemente grazie alla collaborazione con l’azienda milanese Lwt.

«Gli esoscheletri industriali Ottobock sono dispositivi progettati per supportare gli operatori nell’esecuzione di compiti fisici impegnativi, ripetitivi, che mettono sotto pressione le articolazioni delle spalle nelle operazioni con le mani sopra la testa oppure la zona lombare, ad esempio nella movimentazione di carichi o nelle posture statiche prolungate a busto inclinato, racconta Di Mauro. Sono esoscheletri passivi. A differenza degli esoscheletri attivi, non sono alimentati da motori o batterie ma utilizzano meccanismi meccanici (elastici o molle) attivati dal movimento del corpo o dal suo peso. Sono leggeri, snelli e garantiscono ampia libertà di movimento, fondamentali per essere accettati dall’operatore. Il costo di un esoscheletro è dell’ordine di qualche migliaio di euro. Sono già utilizzati da decine di aziende, alcune molto grandi e strutturate. Tra queste, molte aziende del tessile, dove gli operatori eseguono movimenti ripetuti che obbligano la movimentazione degli arti superiori. «Il campione di aziende che li hanno già adottati è assolutamente eterogeneo. Vi sono anche realtà dell’industria alimentare, della meccanica, dell’arredamento, automotive, o aziende che si occupano della manutenzione delle carrozze nei depositi ferroviari, dove vengono eseguite le manutenzioni in fossa dei componenti al di sotto dei vagoni vetture», dice Di Mauro. Come dire, le proprietà benefiche dell’esoscheletro possono essere applicate ai settori e cicli di lavoro i più diversi.

Dai wearable a supporto della movimentazione di carichi a quelli per il supporto di attività a braccia alzate in ambienti di magazzino e linee di assemblaggio

Esoscheletri dinamici per movimentare carichi mantenendo un alto livello di libertà e flessibilità, è il caso del già citato Ottobock BackAir, la gamma si estende all’Ottobock Shoulder, l’esoscheletro passivo che supporta gli operatori che svolgono compiti fisicamente impegnativi con le braccia sollevate: allevia la tensione delle articolazioni della spalla e della parte superiore della schiena. Sempre dedicati ad attività di assemblaggio, Ottobock Neck (supporto per il collo che allevia la regione del collo e la zona cervicale della colonna vertebrale) e Ottobock Wrist, che fornisce un supporto per il polso durante la movimentazione di pesi. Infine, l’esoscheletro Ottobock Soft Back, la fascia lombare elastica che supporta la postura corretta nella movimentazione di carichi leggeri o in operazioni comunque molto variabili in cui si sta in piedi per un tempo prolungato. Ultimo arrivato nella gamma Homberger, un esoscheletro attivo molto particolare sviluppato dalla azienda francese Japet Medical: si tratta di una fascia lombare attiva, con 4 pistoni che mettono in trazione le vertebre lombari grazie all’energia fornita dalla batteria: la trazione riduce la pressione lombare, in più la fascia aiuta a ridurre i piegamenti laterali e le torsioni, alleviando così la zona lombare a beneficio della salute degli operatori.

Paris Silvestro pone un forte accento sulla sicurezza sul lavoro e sull’ergonomia, adottando gli esoscheletri Ottobock Back X per supportare i suoi operatori nelle attività che richiedono sforzi prolungati di movimentazione carichi.

Casi di successo recenti: Intra Group e Paris Silvestro

Paris Silvestro è situata a Villongo, nel basso Sebino, al centro della “Rubber Valley”.

Intra Group è un’importante azienda Italiana di servizi con sede a Verona; tra i servizi offerti vi sono anche quelli per la logisitica e per la gestione magazzino in outsourcing, facenti capo alla divisione Logistic. Assieme a tutte le possibili ottimizzazioni delle operazioni, con flussi di lavoro altamente automatizzati, lo scorso anno Intra Group ha deciso di adottare gli esoscheletri Ottobock BackAir per i propri operatori della divisione logistica, al fine di alleggerire alcune mansioni di movimentazione manuale di carichi, in particolare pesanti pezzi meccanici prelevati da casse metalliche. Questa scelta è stata subito ben accolta dagli operatori, come riportato dal direttore generale della divisione Logistic Stefano Cappellari, oltre ad alleviare il dolore alla schiena che spesso affliggeva li affliggeva, è stata particolarmente apprezzata la leggerezza e la vestibilità del wearable, che consente di svolgere altre mansioni, come ad esempio guidare un muletto, senza doverlo togliere. Un’altra storia di successo sull’esoscheletro è quella che riguarda l’azienda Paris Silvestro, situata a Villongo, nel basso Sebino, al centro della “Rubber Valley”, fulcro dell’economia manifatturiera italiana legata alla lavorazione della gomma. Paris Silvestro spicca in questo contesto per le sue tecniche avanzate di lavorazione e finitura della gomma, ciononostante la necessità di movimentazione manuale di carichi in alcuni processi rimane insostituibile. Proprio questi processi manuali hanno portato la direzione a scegliere di implementare l’esoscheletro Ottobock BackAir. Punti di forza della soluzione adottata? Comodità durante l’utilizzo e il sollievo alla schiena, immediatamente percepibile dal primo utilizzo.














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