Epson, come cambia la stampa business nell’era della digital transformation

di Renzo Zonin ♦︎ In un mondo di aziende sempre più virtuali, la stampante diventa un punto di interscambio fra il mondo fisico dei documenti cartacei e quello virtuale dei file digitali. Ma ci sono anche altre esigenze da soddisfare, dalla minimizzazione dell’impatto ambientale alla riduzione del costo/pagina. Ne abbiamo parlato con Massimo Pizzocri, Ad di Epson Italia, e Riccardo Scalambra, corporate sales manager

Circa quarant’anni fa, l’informatica iniziò a diffondersi a macchia d’olio negli uffici soprattutto grazie a una solenne promessa: mai più carta. L’ufficio senza carta era il sogno che i Pc assicuravano di poter realizzare. Soprattutto negli ultimi anni sono cambiate molte cose nel “modo” di stampare documenti, supportato dalle tecnologie e da una nuova sensibilità alle tematiche dell’ambiente, del risparmio energetico, del contenimento dei consumi. Se prima per condividere un’email, un report, un grafico con i colleghi era quasi automatico stampare il documento, oggi non è detto che questo sia l’approccio corretto per fruire dell’informazione. Anzi, mantenerla nel dominio digitale è spesso la scelta preferibile: un file è più facile da memorizzare, trasmettere, visualizzare, modificare, condividere. In quest’ottica, le stampanti multifunzione diventano una sorta di punto di contatto e di passaggio fra il mondo fisico dei documenti cartacei (da acquisire e digitalizzare) e quello virtuale delle informazioni digitali (che a volte è necessario riportare su carta). Diventano insomma parte di un workflow integrato di document management, all’interno del quale devono garantire il delicato passaggio bidirezionale analogico/digitale/analogico con requisiti sempre più stringenti di versatilità, economicità e sostenibilità.

Negli ultimissimi anni, i processi di digital transformation che stanno rendendo le imprese sempre più virtuali hanno velocizzato ulteriormente questo processo evolutivo, e il recente fenomeno pandemico ha dato un ulteriore colpo di acceleratore. Ma all’interno di questo quadro, come si muove chi le stampanti le produce? Per saperlo abbiamo intervistato Massimo Pizzocri e Riccardo Scalambra, rispettivamente amministratore delegato e corporate sales manager di Epson Italia.







 

Il mondo di Epson, tra stampa piezoelettrica, pannelli 3Lcd, semiconduttori e robot industriali

Massimo Pizzocri, ad Epson Italia

In realtà, Epson non vuol dire solo stampanti: si tratta di un gruppo multinazionale che ha un know-how di altissimo livello in quattro tecnologie di base: la stampa piezoelettrica, i pannelli 3Lcd utilizzati nei videoproiettori, i semiconduttori al quarzo e i robot industriali.

«Con queste tecnologie sviluppiamo brevetti – racconta Massimo Pizzocri, amministratore delegato della sede italiana – ne abbiamo oltre 50.000 attivi e ne registriamo una media di circa 13 nuovi al giorno. Questa forte caratterizzazione tecnologica rappresenta tanto la visione quanto la forza dell’azienda, che ha un fatturato annuo di circa 9 miliardi euro e oltre 75.000 dipendenti, molti dei quali lavorano nelle nostre 150 fabbriche. Siamo quindi un’azienda che inventa, progetta e produce i suoi prodotti con l’obiettivo di innovare per creare soluzioni che migliorino il lavoro e la vita delle persone diminuendo l’impatto ambientale e migliorando l’efficienza delle aziende. Siamo tradizionalmente presenti nel mondo consumer e abbiamo una crescente quota di mercato nel mondo della stampa in ufficio, che ritengo sia un’area in grado di assicurare il successo per la nostra azienda nei prossimi anni. Abbiamo inoltre posizioni di primissimo piano a livello mondiale in altri settori: nella video proiezione, nella stampa professionale e industriale, e nella robotica, dove siamo leader con i nostri modelli Scara, che usiamo noi stessi nell’assemblaggio dei prodotti all’interno delle nostre fabbriche».

Per quanto riguarda il nostro Paese, la filiale Epson Italia è una struttura che conta 180 persone e sviluppa un fatturato di 255 milioni di euro. «Siamo leader in quasi tutti i mercati dove operiamo. Per esempio, nella stampa a casa abbiamo circa il 40% del mercato, mentre nel mondo delle stampanti per ufficio siamo vicini al 25%. In altre parole, negli ultimi anni più di una stampante su tre nelle case e più di una su quattro negli uffici sono Epson. Tutto questo grazie all’utilizzo della tecnologia a getto di inchiostro, che offre indubbi e ben documentati vantaggi e grazie anche alla nostra scelta di produrre stampanti – la famiglia EcoTank – che non utilizzano cartucce, ma serbatoi di inchiostro capaci di assicurare un’autonomia di oltre 4.500 pagine tra una ricarica e l’altra. Così semplifichiamo la vita delle persone, che non restano più senza inchiostro e inoltre risparmiano, perché questa soluzione garantisce bassissimi costi di stampa. Sempre nell’ottica della semplificazione abbiamo appena annunciato anche ReadyPrint, una modalità di abbonamento che permette di ricevere l’inchiostro a casa prima che finisca quello in uso. Con una piccola cifra mensile ci si dimentica del problema e oltretutto si risparmia fino al 90%». Ci sono poi le stampanti industriali. «Fanno capo ad Epson Italia anche le società del comasco operanti nel comparto della stampa su tessuto direct-to-fabric (DTF), F.lli Robustelli focalizzata su sviluppo e produzione di stampanti industriali tessili, e For.Tex che è specializzata principalmente nella produzione, vendita e assistenza di inchiostri e materiali di pre-post trattamento per la stampa su tessuto. Di recente abbiamo annunciato la fusione tra Robustelli e For.Tex, il cui completamento è previsto entro la fine del 2020. Aggiungo con piacere che l’Italia ha anche la responsabilità di altre filiali: turca, greca e dei Paesi balcanici».

 

La stampa office nell’era della digital transformation

Ricaricare i serbatoi delle Epson Ecotank è molto semplice e veloce 300dpi 15cm

Epson è stata tra gli antesignani di un nuovo modo di intendere la stampa office in ottica green e di digital transformation, con una forte attenzione ai consumi elettrici, la riduzione dell’impatto ecologico dei materiali eccetera. Ma qual è, in concreto, la proposta della multinazionale giapponese al mercato?

«Inizierei col dare un’idea del mercato italiano della stampa in ufficio, che secondo i dati di Asso.it, l’associazione di categoria dei produttori di periferiche, vale oltre 3 miliardi di euro di fatturato nel suo complesso che include stampanti, materiali di consumo e servizi – spiega Pizzocri – Negli ultimi decenni le stampanti laser sono state praticamente lo standard, ma dal 2008 Epson ha promosso l’utilizzo della stampa a getto di inchiostro in ufficio e, dopo un primo periodo, anche altri produttori hanno seguito questa strada, anche se con un’ampiezza di gamma non paragonabile: Epson per esempio offre modelli monocromatici e a colori che stampano anche 100 pagine al minuto. I vantaggi che oggi offre la tecnologia inkjet, che definiamo “a freddo” perché non utilizza il calore per l’espulsione dell’inchiostro, sono troppo importanti per non essere considerati. A fronte di qualità e velocità paragonabili ai modelli laser, si ottengono risparmi energetici superiori al 90%, perché non c’è bisogno di riscaldare il toner fino al punto di fusione. Inoltre, proprio il mancato impiego di calore evita che ci siano parti da sostituire periodicamente (tamburo, fusore, rulli eccetera) e quindi non solo permette di risparmiare sui costi di manutenzione, ma riduce anche i fermi macchina: un aspetto che per le aziende ha grande importanza.

Inoltre, anche dal punto di vista dei materiali esausti da smaltire c’è un risparmio di oltre il 90%; Il risultato finale quindi è che si consuma meno corrente, si smaltiscono meno materiali e in più si rivoluziona anche il concetto di assistenza tecnica, perché la manutenzione diventa molto meno frequente e richiede meno parti, tanto per il cliente, quanto per il rivenditore che deve fornirla. Se consideriamo che in Italia ci sono circa 11 milioni di dispositivi di stampa in ufficio, per lo più laser, e teniamo presente che la nostra tecnologia può ridurre di 5-7 volte il numero di interventi e che i nostri consumabili hanno durata molto maggiore (arriviamo fino a 84.000 pagine con una singola sacca di inchiostro) è molto facile rendersi conto di quale riduzione si possa ottenere in termini di spostamenti di persone e cose, con il relativo beneficio nei confronti dell’ambiente. E anche il mercato sta cominciando a capire i vantaggi della scelta di questa tecnologia, se consideriamo che la quota di mercato Epson nel settore delle stampanti per l’ufficio, in Europa, è cresciuta del 56% negli ultimi quattro anni, secondo i dati di Idc. Aggiungo un ultimo recentissimo dato sulla stampa di settore e che conferma la validità della scelta di usare capienti serbatoi facilmente ricaricabili al posto delle cartucce. Secondo quanto comunicato da Context, in coincidenza con i blocchi imposti dal Covid, le vendite di stampanti con serbatoi, già in forte crescita, sono esplose in tutta Europa. In Italia nel primo trimestre la crescita è stata del 69,5% mentre nel secondo si è arrivati a un 149,3%».

 

La stampa ai tempi del Covid

Riccardo Scalambra, corporate sales manager Epson Italia

La recente pandemia in effetti ha rivoluzionato all’improvviso il modo di lavorare di un enorme numero di colletti bianchi, accelerando la digital transformation e la virtualizzazione del lavoro. C’è stato di conseguenza un impatto sul modo di utilizzare stampanti e multifunzione? Anche in termini di scelta dei modelli e delle tecnologie, filiere di approvvigionamento, smaterializzazione dei documenti eccetera?

«Certo che c’è stato un impatto – sostiene Riccardo Scalambra, corporate sales manager – guidato dall’improvvisa e imprevedibile quarantena che ha obbligato le persone a lavorare da casa in remote working. Dal classico ambiente d’ufficio, risultato di anni e anni di evoluzione organizzativa dei flussi di lavoro e dell’ottimizzazione delle attività, ci siamo spostati nelle case: molti hanno scoperto di non poter lavorare o stampare i lavori per la scuola dei figli e sono corsi a comprare una stampante, privilegiando quasi sempre il costo di acquisto e non quello di esercizio. Così oggi le aziende si trovano con una pletora di dispositivi remoti estremamente diversi per marca, tecnologia e consumabili, uniti solo da costi di gestione più alti di quelli dell’architettura centralizzata. Laddove possibile, e in vista di un possibile aumento del remote working anche dopo il rientro completo dalla pandemia, le aziende ci stanno chiedendo di dotare i dipendenti di dispositivi che siano allineati alle linee guida aziendali tanto in termini di esperienza d’uso quanto per il costo copia, che siano gestibili all’interno di contratti a costo copia e per i quali siano assicurati tanto la manutenzione quanto il rifornimento di inchiostri prima dell’esaurimento. Tutti aspetti non facili da gestire con la maggior parte dei dispositivi consumer in commercio».

Per quanto riguarda l’architettura del sistema di stampa aziendale, veniamo da anni in cui l’obiettivo era scegliere soluzioni basate su poche stampanti centralizzate ad alte prestazioni, con soluzioni per gruppi di lavoro in periferia. Ora, con la diminuzione di presenza negli uffici e il remote working saranno dunque richieste strutture differenti?

«Confermo che stiamo assistendo ad un cambiamento delle strategie per l’infrastruttura di stampa aziendale – ribadisce Scalambra – Non più una concentrazione su relativamente pochi dispositivi ad alte prestazioni, che tuttavia, magari ridotti per numero, restano per supportare parte dell’attività, ma una decentralizzazione delle stampanti in ufficio, distribuzione su un maggior numero di piccoli dispositivi con volumi di stampa unitari inferiori e distribuiti nelle abitazioni dei dipendenti e collaboratori delle aziende. Per queste esigenze abbiamo a disposizione le linee EcoTank e WorkForce, stampanti o multifunzione, monocromatici e a colori, che sono contraddistinte da un bassissimo costo copia e dalla possibilità di essere gestite centralmente per quel che riguarda manutenzione e ripartizione spese, quindi molto semplici da integrare nell’infrastruttura aziendale».

 

Le conseguenze finanziarie della pandemia sui clienti

Multifunzione inkjet Epson WorkForce in uso nel Blocco pre-operatorio di una clinica

Una conseguenza critica della pandemia è stata di ridurre drasticamente il cash flow di molti potenziali clienti, e questo potrebbe cambiare le dinamiche di acquisto. Prevedete quindi un maggiore ricorso a metodi alternativi alla vendita, dal leasing al noleggio a lungo termine, al pay-per-use? Avete messo a punto delle proposte specifiche per la vostra clientela?

«Attualmente circa il 30% del mercato italiano delle stampanti per l’ufficio (per un valore indicativo di 1 miliardo di euro) viene fornito tramite managed print services, cioè con contratti di noleggio, leasing, affitto o costo copia, ed è una scelta in crescita del 20% all’anno – spiega Pizzocri – In un mercato che complessivamente è stabile, noi crediamo che l’integrazione delle soluzioni di stampa debba passare attraverso un’estrema personalizzazione, non tanto per la gestione della pagina stampata, ma anche per la gestione del documento che deve essere archiviato, stampato, condiviso, spedito. Il dealer o il system integrator è nella posizione di offrire al cliente finale un’analisi puntuale dei fabbisogni e realizzare l’integrazione dei dispositivi di stampa con i software e le piattaforme per la gestione del documento. Per queste ragioni abbiamo deciso di perseguire negli anni la collaborazione con rivenditori specializzati nella stampa e gestione dei documenti e con un gruppo di system integrator per le soluzioni più complesse, il tutto assicurando una presenza capillare sul territorio. Con questi partner stiamo sviluppando il nostro business nei managed print services. Per quanto riguarda il Covid, possiamo dire che ha cambiato in maniera fondamentale il tempo che i collaboratori trascorrono in ufficio o a casa: vedremo come la situazione si consoliderà alla fine della pandemia. Stimiamo comunque che il lavoro da remoto rimarrà una realtà più significativa di quanto non fosse prima del Covid. Anche in questo caso ci aiuta la tecnologia a getto di inchiostro, perché la tecnologia inkjet è ideale non solo per macchine dipartimentali da 100 pagine al minuto, ma anche per piccole multifunzione che offrono un costo copia paragonabile a quello delle grandi macchine, quindi molto basso, risultando quindi di grande interesse per le aziende. Direi che oggi con la soluzione Epson dei serbatoi ricaricabili è possibile stampare a casa per tutte le esigenze di smart working e smart schooling, a costi assolutamente comparabili a quelli per l’ufficio. Questa è la strada e intendiamo perseguirla. Quale sarà il bilanciamento tra lavoro in ufficio e lavoro a casa non inciderà in modo negativo sulla nostra offerta, perché siamo già estremamente competitivi tanto nella stampa domestica quanto in quella per l’ufficio e riteniamo di poterci adattare facilmente a quello che il mercato richiederà».

«Effettivamente in questo momento alcune realtà stanno vivendo un impatto significativo sul cash flow – aggiunge Scalambra – e a questo si aggiunge il clima di incertezza legato al prossimo futuro. Quindi sicuramente le immobilizzazioni di capitali derivanti da un acquisto, che già erano piuttosto limitate nel nostro mondo perché si preferisce ricorrere ai servizi di stampa e al noleggio, sono ancora più rare. Vediamo anche una necessità, da parte delle organizzazioni, di ottenere efficienza su tutti gli aspetti del business. Quindi spesso si rivolgono a noi per ottenere una maggior efficienza dei costi, sia quelli diretti legati ai dispositivi sia quelli indiretti, per esempio il risparmio energetico. Risparmio energetico che  da una parte è legato alla crescente sensibilità verso l’ambiente, aspetto sempre più importante all’interno delle decisioni di acquisto, e dall’altro è una semplice considerazione economica: quando si possono risparmiare migliaia di euro (in certi casi anche decine di migliaia) nelle bollette dell’energia elettrica, attenzione e interesse coincidono e diventano molto alti. In quanto a proposte specifiche non ho dettagli da fornire, perché Epson non vende direttamente, ma tramite partner. Quello che posso dire e che anzi mi fa estremamente piacere evidenziare, è che i nostri partner hanno dimostrato e stanno dimostrando una grandissima flessibilità nell’adattarsi alle esigenze dei clienti».

 

Il “new normal” cambia il mercato

Una stampante Epson WorkForce Enterprise con unità fascicolatrice opzionale 300dpi 8cm

La pandemia ha sicuramente cambiato le nostre routine lavorative ma anche una serie di condizioni di mercato, riducendo la disponibilità alla spesa e spostando le preferenze dei clienti verso macchine che consentano di ridurre i costi e le esigenze di manutenzione. Ma supponendo che l’allarme pandemia prima o poi rientri, come vi aspettate che sarà il cosiddetto “new normal”? E quali conseguenze a lungo termine potrebbe comportare sulla vendita delle stampanti, o addirittura sul modo di progettarle e portarle sul mercato?

«Non posso far altro  – ribadisce Pizzocri – che rinforzare il concetto espresso: sempre di più i grandi dealer che noleggiavano le infrastrutture di stampa per l’ufficio avranno bisogno di sviluppare un’offerta non solo per il parco macchine dell’ufficio, ma per un contesto più esteso dove il perimetro di azienda comprenderà anche l’abitazione dei collaboratori e quindi ci sarà la necessità di fornire Pc, sistemi di rete e stampanti in funzione delle varie esigenze e dei vari ruoli di lavoro. Noi siamo pronti».

«Ci aspettiamo che la nuova normalità non dimentichi quanto è accaduto – aggiunge Scalambra – e ne tenga conto nei modelli organizzativi del lavoro, che ritengo vedranno il remote working come modalità molto più diffusa che in passato. Mi aspetto quindi di vedere un modello ibrido, dove accanto ai prodotti per la stampa centralizzata, che gestiamo e gestiremo con la nostra gamma WorkForce Enterprise, avranno un rinnovato interesse la gamma di prodotti WorkForce Rips, che stiamo rinforzando, e che risultano più adatti alla gestione di esigenze quotidiane e probabilmente preferibili nel prossimo futuro per la loro versatilità. In parallelo ci sono i modelli più piccoli, non solo in termini di volumi mensili di stampa, ma anche come dimensioni, per adattarsi agli ambienti domestici. Dal punto di vista tecnico, penso a un’ulteriore evoluzione dell’interfacciamento dei dispositivi di stampa con smartphone e altri dispositivi mobili, nonché con il cloud che ritengo sia un ambiente dal quale sarà sempre più frequente reperire le informazioni da stampare. Un altro elemento di grande importanza sarà riuscire a tracciare tutti i dati analitici delle stampanti distribuite in maniera disaggregata sul territorio, perché il tema del controllo di gestione e dell’efficienza dei costi, unito a quello della fatturazione interna, rimarrà un punto importante come lo è oggi. E sotto questo aspetto la maggior parte dei nostri prodotti è già in grado di fornire questi dati».

 

Strategie e obiettivi per il futuro

Stampante per grandi formati Epson SureColor SC-S60600L

Quali saranno gli obiettivi del gruppo? «Epson persegue la sua strategia che prevede il continuo sviluppo delle tecnologie di base, fortemente radicate all’interno della propria ricerca e sviluppo. Il nostro presidente Yasunori Ogawa ritiene che la nostra tecnologia possa portare alla comunità importanti benefici dal punto di vista dell’impatto ambientale. Mentre molte tecnologie prevedono ottimizzazioni progressive del 10-20% rispetto alla generazione precedente, noi pensiamo di aggredire il mercato per l’ufficio con l’obiettivo di cambiare i paradigmi, puntando a ridurre del 90% l’impatto ambientale. Credo che in questo aiuti la tradizione di Epson, ben sintetizzata dalla frase giapponese sho-sho-sei, che descrive la miniaturizzazione dei prodotti per renderli sempre più precisi e aumentarne l’efficienza. Questa filosofia ci permetterà di scoprire sempre di più quali saranno i mercati che ci offrono l’occasione di contribuire a migliorarli. La nostra volontà è sviluppare strutture di vendita locali capaci non solo di vendere i prodotti, ma di comprendere i bisogni dei clienti per risolverli con le nostre tecnologie» conclude Pizzocri.














Articolo precedenteIl nuovo logo di Intel riflette la nuova strategia di crescita. Le osservazioni della senior vice president Karen Walker
Articolo successivoIl Miur traccia la rotta del futuro: al via la consultazione pubblica per il Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui