Il futuro? Si gioca su automazione di processo e capacità previsionali-predittive. Parola di Guido Porro (Engineering)

di Filippo Astone e Piero Macrì ♦︎ L'azienda guidata da Maximo Ibarra prevede un fatturato di 2.5 miliardi, raddoppiando così la performance del precedente anno. Ora il focus è sull'automazione di processo e sul potere previsionale-predittivo a supporto delle decisioni operative e strategiche. Il cloud sarà l'abilitatore. La partnershio con Leonardo. Il tema chiave della supply chain. Ce ne parla Guido Porro, leader della bu Enterprise di Engineering

Sfruttare il potere del dato, l’intelligenza artificiale e la sensoristica per creare innovazione sostenibile in ogni settore di mercato, dalla manifattura all’industria, dai trasporti alle telco e alle utilities. E’ questo l’obiettivo della Business Unit Enterprise di Engineering, la digital transformation company da 1,3 miliardi di ricavi capitanata da Maximo Ibarra. Dodicimila dipendenti, 60 sedi nel mondo di cui 39 in Italia, controllato dai fondi di investimento Bain Capital e NB Renaissance, con il nuovo piano strategico Vision 2025 il gruppo prevede di raggiungere un fatturato consolidato di 2-2,5 miliardi entro il 2025. Insomma, dopo il delisting dalla Borsa del 2016, la nuova compagine azionaria punta a una forte espansione, proiettando l’azienda al vertice della classifica italiana e internazionale di system integrator e software house. Con acquisizioni, investimenti in tecnologia e risorse umane, riposizionamento manageriale l’obiettivo è di raddoppiare i ricavi e accrescere la redditività. «Il futuro si gioca sulla capacità di introdurre nei più diversi comparti industriali una più elevata automazione di processo e un potere previsionale-predittivo a supporto delle decisioni operative e strategiche di breve, medio e lungo termine», afferma Guido Porro, Executive Vice President dell’Enterprise Business Unit di Engineering (Telco&Media, Energy&Utilities, Manufacturing & Retail, Transportation). Porro ha un’esperienza It e industriale maturata in aziende del calibro di Oracle, Bcg, Accenture e Dassault Systèmes, la multinazionale francese del software industriale dove fino al settembre scorso ha ricoperto la carica di managing director e vice presidente per il Sud Europa.

Il futuro della BU Enterprise sarà all’insegna di un forte rinnovamento ed espansione. Un percorso già avviato con forza nel 2022, periodo nel quale sono state messe a segno numerose acquisizioni. Tra queste, quella recentissima di Atlantic Technologies, società multinazionale di consulenza Ict e importante system integrator italiano di Salesforce. E poi, ancora, quella di Movilitas, azienda Usa specializzata nello sviluppo di soluzioni di smart supply chain, di Cybertech, tra i principali player in Italia e in Europa nel campo della cybersecurity, e di PluSure, azienda italiana leader nella consulenza applicativa Plm e Mom Le nuove acquisizioni portano linfa vitale per lo sviluppo di soluzioni innovative nell’ambito dei mercati target della Business Unit. Analoga la dinamica a livello di gruppo, caratterizzata dall’acquisizione di Be Shaping the Future, la società italiana di management consulting per il settore bancario e finance che vanta un fatturato di 235,3 milioni. «L’obiettivo di Engineering, anche attraverso la divisione Enterprise, è diventare il più grande player italiano della system integration industriale in Europa», afferma Porro. Fondamentale, in questo senso, è acquisire i migliori talenti (1.600 le assunzioni compiute nel 2022) e svilupparne di nuovi. Missione, quest’ultima, la cui responsabilità ricade sull’ It & Management Academy, la struttura Engineering dedicata ad attività di upskilling e reskilling che nell’ultimo anno ha offerto servizi di formazione a più di 28.000 persone tra corsi in presenza e corsi online. Come spiega Porro, «Per tutte le aziende vi è ormai la necessità di ripensare i modelli di business, andando oltre i confini delle tradizionali applicazioni. Le nostre competenze in termini di system integration, sviluppo software e consulenza manageriale e operativa servono per produrre una tecnologia trasformativa. Dare modo alle aziende di essere competitive non soltanto dal punto di vista dell’efficienza ma dell’innovazione».







Cloud, big data, intelligenza artificiale, analitica avanzata, sensoristica, digital twin, cybersecurity, virtual reality e metaverso. Sono gli elementi con i quali Engineering sviluppa nuovi ecosistemi digitali: integrati con asset e tecnologie esistenti rispondono alle sfide che nascono dall’attuale megatrend della transizione energetica. In primo piano il digital twin, di prodotto e di processo. La simulazione virtuale può essere legata alla progettazione, di una macchina o di un impianto produttivo, oppure per definire l’assetto ottimale di una catena logistica, minimizzando le interruzioni di stock e i tempi di approvvigionamento. Digital twin, quindi, non solo come rappresentazione statica, ma dinamica, in grado di prevedere e realizzare prodotti e processi che soddisfano i criteri operativi di un’azienda. Ecco la strategia e visione digitale del gruppo e alcune delle più recenti e interessanti use case. Dalla collaborazione con Leonardo ai progetti nell’ambito energy (Snam) e water management (Regione Puglia), alle soluzioni sviluppate per il retail (Benetton), il manufacturing (Lagor) e l’alimentare (Salov). Progetti che nascono da una contaminazione, tecnologica ed esperienziale, tra tutti gli ambiti di attività del gruppo, dove la sostenibilità ambientale diventa il presupposto per una sostenibilità economica. «I due obiettivi non sono più in contraddizione, esiste ormai una piena convergenza. Efficienza energetica, riduzione del carbon footprint di un prodotto o di un servizio non è più mero maquillage ma parte integrante dello sviluppo tecnologico. E’ possibile, per esempio, ridurre le emissioni Co2 di un singolo prodotto o servizio, e in funzione di questa opportunità progettare e produrre in modo sostenibile, coinvolgendo tutti gli stakeholder della value chain», spiega il manager.

 

Cloud come infrastruttura e piattaforma abilitante il nuovo paradigma digitale

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Guido Porro, Executive Vice President dell’Enterprise Business Unit di Engineering

Per Engineering il cloud sta diventando il nucleo infrastrutturale della maggior parte degli sviluppi applicativi. Come dice Porro, «La modalità di infrastruttura as a service porta con sé una riduzione del costo totale di gestione, con la possibilità di ottenere da subito il meglio delle tecnologie a livello globale. Consente alle organizzazioni di accedere a risorse scalabili e automatizzate senza dover acquisire e mantenere al proprio interno risorse hardware e software. E’ il più importante fattore abilitante della digital transformation. E’ sul cloud che stiamo costruendo il new normal. Permette alle aziende di affrontare le sfide future, fornendo le basi per una trasformazione basata su tecnologia di frontiera. E’ il luogo in cui convergono enormi quantità di dati su cui poter sviluppare nuovi servizi e, soprattutto, nuova informazione e nuovi modelli di business». Le infrastrutture It ibride, che mettono insieme un approccio multi-cloud combinato con sistemi legacy, rappresentano quindi l’architettura e il modello di sourcing tecnologico di riferimento dell’innovazione. Ed è il cloud che permette a Engineering di estendere il raggio di azione. «Non solo grandi aziende, da sempre nostro tradizionale core business, ma anche medie aziende poiché il cloud democratizza l’accesso a tecnologie trasformative che una volta erano appannaggio delle sole grandi organizzazioni», spiega Porro.

 

Ecosistemi digitali e innovazione collaborativa. La partnership con Leonardo

Maximo Ibarra, ceo Engineering

Per Engineering la capacità trasformativa basata sulla valorizzazione del dato nasce da una comprensione specifica delle strategie del cliente e di come queste impattano sull’organizzazione e sui processi. «Solo in funzione di questa comprensione è possibile definire una visione digitale che supporti il cliente nel suo viaggio di trasformazione e innovazione», dice Porro. Insomma, la componente tecnologica abilitante il new deal industriale va allineata a ciò che il cliente vuole fare da un punto di vista strategico e operativo. «Le competenze e le tecnologie acquisite sul mercato globale daranno la possibilità a tutti quei clienti che hanno una dimensione internazionale di dare forma all’allargamento geografico della loro strategia», afferma Porro. Le acquisizioni continueranno ad essere molto selettive. «Miriamo a identificare aree ad alto potenziale di sviluppo, che possano costituire una leva per l’espansione futura, valutando con attenzione la possibilità di integrazione nei diversi segmenti di mercato». Gli ecosistemi digitali si traducono in piattaforme tecnologiche orizzontali che nascono dalla profonda conoscenza verticale di settore che Engineering ha sviluppato nei suoi 40 anni di storia e da un’innovazione collaborativa. E’ il caso della partnership con Leonardo che prevede una collaborazione per individuare progetti e opportunità di business da sviluppare congiuntamente nel campo della digital transformation e della cybersecurity. Difesa, sanità, finance, pubblica amministrazione e infrastrutture critiche i mercati target. «Significa mettere a fattor comune il meglio delle tecnologie che ciascuna azienda può esprimere. Entrambi abbiamo centri di ricerca e di eccellenza. Possiamo presentarci su clienti comuni con un’offerta combinata», racconta Porro. Come dire, il valore di ciascuna tecnologia aumenta nel momento in cui si è capaci di individuare una possibile integrazione, dove uno più uno non fa due, ma due al quadrato.

 

Supply chain, simulazione in digital twin per una capacità predittiva sulla sostenibilità della catena del valore

Cloud, big data, intelligenza artificiale, analitica avanzata, sensoristica, digital twin, cybersecurity, virtual reality e metaverso. Sono gli elementi con i quali Engineering sviluppa nuovi ecosistemi digitali: integrati con asset e tecnologie esistenti rispondono alle sfide che nascono dall’attuale megatrend della transizione energetica

Il focus della Supply Chain è sull’integrazione non solo dei processi interni ma anche a monte e a valle, con i clienti e i fornitori. Una teoria end-to-end della catena del valore, da sempre ritenuta rilevante, che ora il digitale consente di mettere a punto attraverso soluzioni convergenti It e Ot, con dati dal campo che vengono acquisiti per essere elaborati, rendendo disponibili informazioni per un supporto alle decisioni nel breve, medio e lungo termine. «Il nostro compito è avere una vista molto ampia che consenta un’integrazione delle value chain, dice Porro. Conosciamo i processi, la tecnologia, le metodologie abilitanti un cambiamento delle strutture di processo. La sfida si gioca su prezzi e tempi di consegna sempre più bassi e una richiesta di una maggiore qualità del prodotto. Per affrontarla e restare competitivi è fondamentale agire sull’intera catena della distribuzione». Anche in questo ambito tecniche e algoritmi di process mining e machine learning. Diventeranno il new normal in quanto permettono di modellare processi reali, automatizzando le decisioni di operatività quotidiana, permettendo di fare delle previsioni strutturate e sempre più precise su possibili scenari futuri.

 

Water management, ricerca delle perdite idriche con strumenti di simulazione basati su IA e dati di sensoristica

La gestione del servizio idrico integrato e il modello attuale di raccolta e distribuzione sono messi fortemente alla prova dal cambiamento climatico che genera situazioni di forte variabilità tra periodi di forti precipitazioni e periodi di siccità. Per sostenere le sfide Engineering ha realizzato la Water Management Solution (Wms), una “composable platform” che adotta un approccio end-to-end applicato ai processi di business e alle attività operative previste per gestire e ridurre le perdite idriche. Il tutto si risolve attraverso l’acquisizione delle informazioni per supportare gli esperti di ingegneria idraulica nelle loro attività di manutenzione ordinaria e straordinaria oppure nella fase di modellazione e progettazione delle reti con la possibilità di effettuare analisi preliminari con tecniche di simulazione. E’ quello che si sta facendo in Puglia, per limitare il tasso di dispersione dell’acqua. Sensori collegati in fibra ottica in vari punti dell’acquedotto rendono disponibili dati per analisi predittive basate su algoritmi di intelligenza artificiale, riuscendo così a evidenziare i problemi prima che si verifichino. La “composable platform” può essere estesa ad altre infrastrutture abilitanti il servizio erogato da utility che operano nel settore energetico. Si tratta di una piattaforma tecnologica orizzontale che, in base alle esigenze dei principali stakeholder dell’ecosistema di riferimento, può includere un network di partner per garantire le migliori competenze sia su processi di business che su tecnologie.

Per sostenere le sfide Engineering ha realizzato la Water Management Solution (Wms), una “composable platform” che adotta un approccio end-to-end applicato ai processi di business e alle attività operative previste per gestire e ridurre le perdite idriche

Energy, transizione green ed efficientamento dei consumi e delle reti di distribuzione. La soluzione Snam e l’intelligenza artificiale per ottimizzare la produzione rinnovabile

Avere non solo dati di consuntivo ma essere in grado di mettere in atto una capacità previsionale, minimizzando costi e sprechi. «La nostra storica presenza nel mercato dell’energy permette di trasferire conoscenze sull’intera catena del valore, dice Porro. Stiamo trasformando i modelli di business e digitalizzando i processi lungo l’intera filiera energetica». Gas, elettricità. Per sopravvivere nell’ecosistema di mercato i player devono ormai possedere competenze trasversali e complete in tutti gli ambiti del settore, in modo da ottimizzare l’utilizzo delle risorse e creare sinergie all’interno o all’esterno dei settori verticali. «Per questi clienti realizziamo progetti e servizi su scala globale, grazie ad una struttura organizzativa composta da oltre 900 professionisti che lavorano, in Italia e nel mondo, con oltre 300 aziende», afferma Porro. Tra le soluzioni energy c’è quella realizzata per Snam, che aveva l’esigenza di gestire al meglio tutte le problematiche che derivano da Gas Non Contabilizzato (Gnc) ovvero il quantitativo di gas che residua dal bilancio tra il gas immesso e il gas riconsegnato agli utenti finali, al netto delle variazioni di line-pack e dei consumi connessi alla gestione operativa della rete. La soluzione, basata su intelligenza artificiale e machine learning, ha permesso la creazione un modello di rilevazione e visualizzazione, riducendo la variabilità del Gnc. Con soluzioni di intelligenza artificiale sviluppare da Engineering è inoltre possibile prevedere la produzione di energia da fonti rinnovabili, permettendo di migliorare la stabilità della rete e il trasporto di energia.

 

Lagor, simulazione in digital twin per l’ottimizzazione del processo produttivo

Engineering è la digital transformation company da 1,3 miliardi di ricavi capitanata da Maximo Ibarra. Dodicimila dipendenti, 60 sedi nel mondo di cui 39 in Italia, controllato dai fondi di investimento Bain Capital e NB Renaissance

Manufacturing e digital twin. E’ il progetto realizzato per Lagor, una piccola-media realtà italiana, attiva nell’astigiano, 52 milioni di ricavi, che dal 1971 produce trasformatori di potenza (Pt core). L’idea di base è utilizzare il digital twin per definire una replica digitale personalizzata della linea di produzione per aiutare il processo decisionale dei responsabili di produzione. Come spiegano in Lagor, a seconda delle specifiche di prodotto, il ciclo di produzione di un trasformatore prevede che questo sia svolto attraverso diverse stazioni di lavoro, utilizzando apposite piattaforme e nastri trasportatori. Il problema da risolvere? Evitare che movimento simultaneo dei Pt Core possa causare uno stallo della linea, causando ritardi consistenti nei tempi di consegna. Fondamentale, quindi, prevedere ogni movimento in modo da essere più efficienti e da evitare blocchi. Grazie alla tecnologia digital twin si è quindi creata una replica digitale della linea che riesce a simulare i processi anticipando eventuali disfunzionalità.

 

Supply chain ed efficienza energetica. Il caso Salov per la digitalizzazione dell’intera catena del valore

Nell’ambito della supply chian va segnalato il progetto realizzato per Salov, storica azienda toscana, 370 milioni di euro di fatturato, che esporta in tutto il mondo l’olio di oliva con i marchi Filippo Berio e Sagra. Obiettivo, la trasformazione digitale dei sistemi produttivi, per adeguarli in modo rapido e flessibile a un mercato globale complesso e imprevedibile, alla crescente esigenza di qualità da parte del consumatore, alle normative sempre più stringenti in ambito alimentare. In particolare, Engineering ha guidato la completa digitalizzazione dei sistemi di supply chain integrata, creando un ecosistema digitale che, utilizzando le opportunità di evoluzione offerte dalle nuove tecnologie di data analytics, ha reso più efficiente e reattivo l’intero processo produttivo dell’olio (dalla lavorazione della materia prima alle forniture e alla gestione dei magazzini), garantendo nello stesso tempo la sostenibilità ambientale degli impianti attraverso un sistema di energy & environment monitoring per il monitoraggio dei consumi energetici.

 

Efficienza e innovazione per il mercato retail. La digitalizzazione degli store di Benetton

Nel mondo del retail, il progetto sviluppato per Benetton, la big company italiana del fashion globale. Obiettivo, migliorare l’operatività del personale di negozio e consentire un’esperienza di acquisto omnicanale che permetta di integrare i diversi canali di vendita senza soluzione di continuità. A oggi sono 1.200 i punti vendita connessi in Italia, Germania, Spagna, Francia e Cipro. E’ la prova della capacità di Engineering di sviluppare best practice per poi estenderle su scala globale. «Abbiamo supportato Benetton in tutte le fasi di progetto nell’adozione della soluzione. Dalla definizione del modello per ogni singolo paese, al rollout e la configurazione dei sistemi di cassa del punto vendita», racconta Porro. La soluzione ha portato vantaggi immediati in termini di centralizzazione della gestione dei dati e ha migliorato la customer e la user experience degli store assistant sia in termini di maggiore rapidità e riduzione del margine di errore sia aumentando l’efficienza del processo di acquisto, riducendo le attività a scarso valore.

(Ripubblicazione dell’articolo del 1° febbraio 2023)














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