La strategia di Engineering per l’IoT ruota su due cardini: lo sviluppo di una piattaforma di ecosistema e il focus sui processi di adozione della tecnologia

Il gruppo punta ad affiancare alle competenze tecnologiche quelle di business, così da fornire soluzioni su misura ai propri clienti

Engineering sta puntando molto sull’IoT, un settore che cresce molto velocemente: nel 2023 si prevede che la spesa mondiale per l’Internet of Things supererà i 1.100 miliardi di dollari, guidata prevalentemente dalle smart cities (con una spesa prevista di 190 miliardi), dall’IIoT (82 miliardi nel 2021 e 96 miliardi nel 2023).

Gli esperti di Engineering ritengono che l’utilizzo di queste tecnologie sarà sempre più esteso al monitoraggio territoriale ed infrastrutturale, alla gestione dei soggetti fragili attraverso nuove forme di assistenza sanitaria (come ad esempio la telemedicina), fino ad arrivare alla guida assistista, alla sorveglianza urbana e stradale, all’agricoltura di precisione. Una rivoluzione scaturita dal risultato dell’evoluzione simultanea, in un brevissimo arco di tempo, di un insieme di tecnologie abilitanti, quali 5G, Big Data, IA & Advanced Analytics, insieme alle capacità elaborative virtualmente illimitate del cloud.







La strategia dell’azienda sull’IoT fa perno su due cardini. Da una partec’è la convinzione di continuare a sviluppare Digital Enabler, una piattaforma ecosistemica orizzontale, che incorpora, armonizza e facilita l’accesso alle tecnologie di base, integrando tali tecnologie con le competenze specifiche dei processi core cumulate nei vari mercati di riferimento. Dall’altra c’è la volontà di focalizzarsi sui processi di adozione della tecnologia utilizzando appositi strumenti come l’Engineering Innovation Framework, un modello che coniuga competenze tecnologiche e di gestione dell’innovazione creativa per aiutare le organizzazioni a re-immaginare una nuova generazione di servizi e di offerte che hanno come fondamento queste tipologie di enabling technology.

«L’IoT apre infinite opportunità. Il suo valore consiste nel diventare sempre più una sorgente privilegiata e qualificata di dati», afferma Vittorio Aronica, technology alliances and partnerships director di Engineering. «È per questo motivo che l’Internet of Things starà come le radici stanno ad un albero, invisibili ma solidamente conficcate nel terreno. I dati generati da una infinita e diversificata quantità di sensori costituirà la sorgente primaria sia per quantità che per le varianti di specializzazione sui dati trattati. Questi dati saranno per natura ecosistemici e cioè costituzionalmente parte di sistemi e processi concatenati e interdipendenti».














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