Composable! Il futuro dei servizi digitali per Engineering. Per business integrabili, adattabili, agili e… Parla Guido Porro

di Marco de’ Francesco ♦︎ I composable interessano tutto il mondo industriale: comprendono servizi digitali, piattaforme composte da moduli indipendenti, sistemi di cybersecurity. Integrano strumenti diversi: combinati, danno vita a soluzioni complesse e personalizzate. Senza richiedere modifiche sostanziali ai singoli pezzi. IA e Data Analytics componibili: algoritmi suddivisi in componenti più piccoli, per creare soluzioni di intelligenza artificiale su misura pronte per la produzione. Caso d’uso: architettura componibile di microservizi per migliorare l’esperienza utente

Si pensi ad i mattoncini Lego. Sono elementi standardizzati e sempre riutilizzabili: associandoli, si possono costruire rappresentazioni di case, castelli, chiese, navi, macchine ed altro. Ed ogni opera sarà diversa dall’altra, perché espressione di chi la fa e della sua creatività. Ecco, i composable sono simili ai mattoncini Lego: sono servizi digitali, piattaforme composte da moduli indipendenti, sistemi di cybersecurity che integrano strumenti diversi: tutti componenti che possono essere combinati in modi flessibili e interoperabili per dar vita a soluzioni complesse e personalizzate, senza peraltro richiedere modifiche sostanziali ai singoli pezzi. Con ulteriori benefici. Anzitutto, si possono integrare sistemi e applicazioni IT per creare ambienti unificati: con nuove tecnologie, applicazioni cloud e processi aziendali associati in un sistema rapidamente adattabile, le aziende possono ripensare il proprio business. Inoltre, l’impresa non è vincolata al singolo fornitore di componenti: può “scegliere il meglio”, per soddisfare esigenze specifiche. Lo sa bene Engineering, Digital Transformation Company guidata dall’amministratore delegato Maximo Ibarra e leader nella digitalizzazione dei processi per aziende e PA con soluzioni innovative che impattano in settori strategici come Digital Industry, Digital Finance, Augmented City, Smart Energy & Utility, Digital Media & Communication e altri.

Le soluzioni combinano competenze specialistiche nelle tecnologie di ultima frontiera, infrastrutture tecnologiche organizzate in un modello unico di multicloud ibrido, capacità di interpretazione dei nuovi modelli di business. Per Engineering l’approccio componibile (composable) è uno dei cavalli di battaglia. «C’è una ragione in particolare: prima i sistemi erano sviluppati secondo una logica monolitica, e se l’azienda voleva modificare una parte del processo, in realtà doveva rivedere in maniera strutturata tutte le altre. Ora, nel contesto modulare dei composable, questo non è più necessario» – afferma Guido Porro, Executive Vice President Enterprise, Business Unit di Engineering che mette insieme i mercati di Telco&Media, Energy&Utilities, Manufacturing & Retail e Transportation. È che il mondo corre sempre più velocemente, e con altrettanta celerità mutano le esigenze dei consumatori o degli utenti. In passato riconoscere un problema, analizzarlo, disegnare una soluzione, effettuare test a un numero limitato di utenti, ridefinirla e rilasciarla era un processo che poteva richiedere mesi, a volte anni. Oggi – grazie alla modularità implicita dell’approccio composable – assistiamo alla realizzazione di soluzioni sviluppate in una manciata di giorni per specifiche esigenze di business e stakeholder, integrando conoscenze e piattaforme tecnologiche trasversali a tutti i settori. In pratica, le aziende possono sfruttare componenti già esistenti, riducendo il tempo necessario per creare nuove funzionalità e portare prodotti sul mercato più velocemente.







Un esempio pratico di tutto ciò è quello della Telco, riportato più avanti: grazie ad una architettura componibile in grado di orchestrare “microservizi” e automatizzare la fornitura di risorse si è standardizzata e migliorata l’esperienza utente, sia sul web che sulle app. In sintesi, quali sono dunque i principali vantaggi dell’approccio componibile? Anzitutto, l’agilità: le soluzioni composable combinano competenze e tecnologie preesistenti e tradizionali con quelle nuove. In secondo luogo, l’adattabilità: quando le esigenze degli stakeholer cambiano, anche le soluzioni possono evolvere continuamente. La possibilità di riorganizzare e combinare componenti modulari facilita l’adattamento a cambiamenti inaspettati. In terzo luogo, la facilità di integrazione: perché le soluzioni forniscono funzionalità in grado di gestire dati da più fonti, aggregarli a livello di piattaforma e fornire un valore differente a utenti eterogenei in base a come si lavora con le informazioni. Ma di vantaggi, come vedremo, ce ne sono altri, come si legge anche nel White Paper di Engineering. Di tutto ciò, abbiamo parlato con Guido Porro.

D. Quali aree abbracciano le soluzioni composable?

Guido Porro, Executive Vice President Enterprise, Business Unit di Engineering

R. Prima di tutto i “servizi digitali”, ovvero le applicazioni software create assemblando o combinando componenti o servizi indipendenti progettati per eseguire funzioni specifiche. Gli stessi componenti possono essere riutilizzati in diversi servizi digitali composti, riducendo drasticamente il time-to-market e mantenendo sotto controllo i costi. Peraltro, va sottolineato che durante la composizione, si coordinano i vari componenti e si collega il processo a particolari micro front-end in modo da ottenere un’esperienza utente uniforme. Per fare un esempio, ci si può riferire ad un’applicazione di gestione delle attività aziendali. Invece di sviluppare un’applicazione monolitica, i componenti modulari possono essere assemblati per creare un sistema personalizzato. Ad esempio, si possono integrare moduli per la gestione delle risorse umane, della contabilità e dei progetti di business. Questi componenti indipendenti possono essere riutilizzati in diverse configurazioni. Possiamo poi pensare alle infrastrutture componibili, che comprendono archiviazione, elaborazione dati e networking, consentono di superare i vincoli fisici tipici dell’hardware tradizionale, offrendo un ambiente IT flessibile. Risorse indipendenti basate su cloud diventano accessibili e raggruppate dinamicamente per soddisfare le esigenze di carico di lavoro e consentire una scalabilità rapida su richiesta.Un esempio di piattaforma IT componibile potrebbe essere un sistema di gestione aziendale basato su cloud. Invece di implementare un’unica soluzione software monolitica, la platform è progettata per essere composta da vari moduli o servizi indipendenti. Potrebbero farne parte questi componenti: gestione delle risorse umane, finanziaria e dei progetti; strumenti di collaborazione, analisi dati e sicurezza. Una cosa molto interessante delle infrastrutture componibili è che consentono all’azienda di affrontare i picchi della domanda. Infatti, in questi casi una piattaforma cloud può collegarsi e gestire agilmente i rapporti con la supply chain. Non è che prima non si potesse; è che prima, a fronte di un network molto vasto, occorreva un’architettura molto complessa e pesante. Ora si lavora con flessibilità, e ciò significa ottenere vantaggi notevoli anche in termini di risparmi. In definitiva, l’architettura componibile consente ad un’azienda di realizzare un ecosistema flessibile, una piattaforma unificata. Finalmente le tante componenti sono in grado di parlare tra di loro, e dal momento che contengono informazioni, possono essere utilizzate in maniera integrata. Questo approccio consente non solo di migliorare l’efficienza e l’analisi dei dati, ma anche di promuovere l’innovazione di prodotto.

D. Le soluzioni composable riguardano anche la Sicurezza e ovviamente l’Intelligenza Artificiale, giusto?

R. Sì. Per affrontare le minacce informatiche, è necessario un nuovo approccio che combini differenti strumenti e sistemi solo così si realizza una rete di protezione flessibile, robusta e resiliente. Invece di adottare un’unica soluzione di sicurezza, si può quindi implementarne una così strutturata: un modulo di Identity and Access Management flessibile che consenta di gestire in modo efficace le identità degli utenti e i loro livelli di accesso; un firewall composable che permetta di definire regole di sicurezza dinamiche in base alle caratteristiche del traffico di rete; moduli di protezione per gli endpoint combinati in modo dinamico per affrontare minacce specifiche e altro. L’AI e i Data Analytics componibili costituiscono invece un approccio all’Intelligenza Artificiale in cui modelli e algoritmi sono definiti come servizio e suddivisi in componenti più piccoli; in questo modo, possono essere combinati e riassemblati per creare soluzioni AI su misura pronte per la produzione. Ad esempio, una soluzione di intelligenza artificiale (AI) e analisi dei dati componibile può prevedere moduli di machine learning specializzati per compiti specifici, come classificazione, regressione, clustering; servizi di analisi che consentono di esplorare, pulire e trasformare i dati; un modulo di natural language processing e uno di riconoscimento immagini; una piattaforma di integrazione e un pannello di controllo configurabile. Poniamo che una certa azienda abbia sviluppato un algoritmo in grado di identificare in maniera precisa consumi e pattern di utilizzo di elettricità. Tipicamente, una eventuale soluzione legata a questo algoritmo è diretta al mondo consumer. Ma poniamo che l’azienda scopra che questo algoritmo possa essere riadattato per un altro contesto, quello delle imprese, quello B2B. Ecco, in un ambito monolitico è estremamente difficile recuperare e riutilizzare l’algoritmo; in quello composable lo si può fare in maniera agile, semplice e integrata. Peraltro, nel mondo dell’intelligenza artificiale tutti gli algoritmi vengono schedulati e trattati come se fossero parte di una grandissima biblioteca. Nella logica composable, questi possono essere riutilizzati in contesti diversi e da persone prive di profonde competenze in materia. Si può conseguire una sorta di democratizzazione dell’intelligenza artificiale, che per lungo tempo è stata adoperata con una logica alchimistica, da “iniziati”.

i composable sono simili ai mattoncini Lego: sono servizi digitali, piattaforme composte da moduli indipendenti, sistemi di cybersecurity che integrano strumenti diversi: tutti componenti che possono essere combinati in modi flessibili e interoperabili per dar vita a soluzioni complesse e personalizzate, senza peraltro richiedere modifiche sostanziali ai singoli pezzi

D. Qual è il rapporto tra la componibilità e gli ecosistemi digitali?

I composable abbracciano i “servizi digitali”, ovvero le applicazioni software create assemblando o combinando componenti o servizi indipendenti progettati per eseguire funzioni specifiche. Gli stessi componenti possono essere riutilizzati in diversi servizi digitali composti, riducendo drasticamente il time-to-market e mantenendo sotto controllo i costi

R. Gli ecosistemi digitali coinvolgono la connessione di diverse tecnologie, attori e soluzioni. La componibilità è fondamentale per integrare in modo efficace queste diverse componenti, creando un sistema coeso. Il riferimento agli ecosistemi digitali è necessario: oggi nessun player, da solo, può soddisfare tutte le esigenze del mercato. In Engineering siamo convinti che per realizzarli occorra partire dalla conoscenza sistematica delle necessità degli stakeholder. Da oltre 40 anni peogettiamo, implementiamo, gestiamo e miglioriamo i processi principali di aziende e organizzazioni in vari settori, come mobilità, energia, cittadinanza digitale, salute e benessere. Queste esperienze e conoscenze sono di volta in volta associate e integrate a quelle digitali, facendo in modo che le esigenze del business incontrino sempre le opportunità delle nuove tecnologie.

D. A chi è rivolta l’offerta di soluzioni componibili?

R. In realtà si tratta di un tema cross, che potenzialmente interessa tutto il mondo industriale e non solo. Oggi più che in passato in azienda le figure più sensibili in materia sono gli attori dell’innovazione digitale, e cioè l’amministratore delegato, i direttori generali, i Cto (chief technology officer) e i Cio (chief innovation officer); sono coloro che in genere hanno l’ultima parola, e la maggiore responsabilità, sulle decisioni strategiche, per sostenere la flessibilità e l’adattabilità del business.

D. In che modo le api sono un elemento chiave nell’approccio componibile?

R. Le Api (Interfacce di Programmazione delle Applicazioni) sono insiemi di regole e protocolli che consentono a un’applicazione di comunicare con un’altra. Le API definiscono come le diverse componenti software interagiscono tra loro, fornendo un modo standardizzato per accedere a specifiche funzionalità o dati. In ambito composable sono cruciali appunto perché forniscono i punti di connessione tra le diverse componenti modulari: consentono alle diverse parti del sistema di comunicare in modo efficace. In pratica, le Api sono gli strumenti che abilitano la componibilità. Peraltro, l’integrazione attraverso Api facilita la costruzione di soluzioni software più complesse rispetto al passato, permettendo alle aziende di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze del mercato.

I composable si possono integrare sistemi e applicazioni IT per creare ambienti unificati: con nuove tecnologie, applicazioni cloud e processi aziendali associati in un sistema rapidamente adattabile, le aziende possono ripensare il proprio business. Inoltre, l’impresa non è vincolata al singolo fornitore di componenti: può “scegliere il meglio”, per soddisfare esigenze specifiche

D. Da quanto detto finora sembra quindi sempre più chiaro che nel mondo composable la creatività è regina…

Una cosa molto interessante delle infrastrutture componibili è che consentono all’azienda di affrontare i picchi della domanda. Infatti, in questi casi una piattaforma cloud può collegarsi e gestire agilmente i rapporti con la supply chain. Non è che prima non si potesse; è che prima, a fronte di un network molto vasto, occorreva un’architettura molto complessa e pesante. Ora si lavora con flessibilità, e ciò significa ottenere vantaggi notevoli anche in termini di risparmi.

R. La creatività e l’approccio componibile sono concetti che possono interagire in modo sinergico, specialmente nell’ambito della progettazione e dello sviluppo di soluzioni innovative. I dati incapsulati in blocchi riutilizzabili (tramite le citate API) possono essere sfruttati da tecnologie come cloud, IoT, Intelligenza Artificiale e Big Data. E qui che si può sprigionare la creatività. Ad esempio, questa può essere utilizzata per generare idee nuove su come progettare e assemblare componenti in modo originale, portando a soluzioni (componibili) uniche. La creatività incoraggia l’esplorazione e la sperimentazione. E può influenzare non solo il design, ma la stessa architettura dei componenti. Inoltre, quando si affrontano sfide complesse nella progettazione di sistemi, la creatività può guidare la risoluzione dei problemi, mentre l’approccio componibile offre una modalità strutturata per implementare queste soluzioni. In realtà, quella di cui parliamo è una creatività diversa da quella che nasce dalla prospettiva di dar vita a nuove idee partendo da un foglio bianco. Nell’approccio composable, la creatività funziona secondo la logica dei mattoncini Lego, che consentono di costruire tante cose diverse con elementi standardizzati. E se ci sono dei mattoncini che non possediamo, possiamo trovarli al di fuori del perimetro dell’azienda. Anzi, forse il punto più alto dell’approccio composable è appunto questo: possiamo scegliere i mattoncini “migliori” (e cioè quelli più finzionali ai nostri scopi) all’interno e all’esterno del nostro ambito consueto, per realizzare una soluzione che è definitivamente “nostra”, e che pertanto ci distingue e ci differenzia sul mercato, rispetto ai nostri competitor.

D. Quali altri vantaggi può portare a un’azienda l’adozione dell’approccio componibile?

R. Prima di tutto dei vantaggi in termini di efficienza: l’utilizzo di componenti modulari permette di evitare la duplicazione di sforzi. Le stesse componenti possono essere riutilizzate in diversi contesti, migliorando l’efficienza nello sviluppo e nella manutenzione del software. Anche la manutenzione di un sistema componibile è semplificata. Se una componente deve essere aggiornata o corretta, è possibile intervenire solo su quella parte senza influenzare il resto del sistema. L’architettura componibile è poi intrinsecamente scalabile. Nuove funzionalità possono essere aggiunte in modo graduale attraverso l’aggiunta di nuovi componenti, consentendo un’espansione senza la necessità di riscrivere l’intero sistema. Quest’ultimo punto, unito al riutilizzo di componenti già esistenti possono ridurre i costi di sviluppo e manutenzione a lungo termine. Così come la possibilità di adottare tecnologie innovative senza dover riscrivere l’intero sistema può comportare risparmi significativi. È anche per questo che la componibilità favorisce l’innovazione continua. Le organizzazioni possono incorporare nuove tecnologie e funzionalità in modo più efficiente, rimanendo all’avanguardia nel panorama tecnologico. Si parla, a proposito, di un modello rigenerativo: un’innovazione fluida, costante, senza salti tecnologici drammatici; piuttosto, un’evoluzione come abitudine, come realtà quotidiana. E quindi più gestibile e affrontabile dalle imprese.

Oggi, grazie alla modularità implicita dell’approccio composable, si assiste alla realizzazione di soluzioni sviluppate in una manciata di giorni per specifiche esigenze di business e stakeholder, integrando conoscenze e piattaforme tecnologiche trasversali a tutti i settori. In pratica, le aziende possono sfruttare componenti già esistenti, riducendo il tempo necessario per creare nuove funzionalità e portare prodotti sul mercato più velocemente

D. Un aspetto fondamentale della componibilità è il miglioramento dell’esperienza utente. Ce ne parla?

R. L’approccio componibile può portare a soluzioni più personalizzate e adatte alle esigenze specifiche degli utenti, migliorando l’esperienza complessiva. Un aspetto che è importante sottolineare è che l’approccio composable favorisce la comunicazione e la collaborazione tra i diversi reparti e le differenti funzioni dell’azienda: permette di definire meglio schemi di tracciabilità e il monitoraggio della catena produttiva; e di riassemblare moduli rispetto alle specifiche richieste, consentendo una produzione più mirata sia dal punto di vista della quantità che della qualità.

Un caso d’uso: un’architettura componibile di microservizi per migliorare l’esperienza utente

L’approccio componibile può portare a soluzioni più personalizzate e adatte alle esigenze specifiche degli utenti, migliorando l’esperienza complessiva. Un aspetto che è importante sottolineare è che l’approccio composable favorisce la comunicazione e la collaborazione tra i diversi reparti e le differenti funzioni dell’azienda

Su richiesta di un’azienda del settore delle telecomunicazioni, una sfida che Engineering ha dovuto affrontare è stata quella di migliorare l’interfaccia di interazione con la clientela – e ciò sia sul front-end che sul back-end e sia sui canali web che sulle app. Come ha fatto? Engineering ha realizzato una architettura componibile in grado di orchestrare “microservizi” e automatizzare la fornitura di risorse, facilitando e monitorando le applicazioni fin dalle prime fasi dello sviluppo. Ogni “microservizio” gestisce un processo specifico e comunica con gli altri attraverso meccanismi leggeri come le Api; tutti loro sono progettati per essere piccoli, autonomi, altamente modulari e indipendenti l’uno dall’altro. In pratica, per quanto riguarda il “front-end web” (la parte visibile e interattiva che gli utenti vedono), Engineering creato un’applicazione che funziona come una singola pagina. Questo ha permesso di standardizzare e migliorare l’esperienza dell’utente sia per le app che per i siti web, garantendo coerenza e facilità d’uso attraverso diverse piattaforme.

Per quanto riguarda invece il “back-end” (la parte che gestisce il lato logico e i dati) è stato organizzato utilizzando i citati “microservizi” distribuiti: Engineering ha implementato tecnologie come PaaS (Piattaforma come Servizio) e “container” per gestirli in modo efficiente. Quindi, in sintesi, adottando un approccio basato sui dati e un’architettura componibile di microservizi, si sono ottenuti diversi vantaggi: per l’azienda, ad esempio, la possibilità di apportare modifiche rapide e specifiche a singoli componenti senza dover toccare l’intero sistema; per l’utente, quella interagire in modo fluido con l’applicazione su diverse piattaforme (web, app), mantenendo un’esperienza omogenea e coerente, o quella di sperimentare l’introduzione di nuove funzionalità in modo graduale e continuo, senza richiedere un aggiornamento completo dell’applicazione.














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