HoD, la tecnologia di Drillmec per rendere più sicure le perforazioni petrolifere

Una soluzione che interviene durante l’attività di perforazione e riduce al minimo il rischio di ingresso di fluido di strato nel pozzo

Impianto con tecnologia HoD di Drillmec

Le perforazioni petrolifere sono operazioni che portano con sé dei gravi rischi per l’ambiente, ma una nuova tecnologia può ridurlo enormemente, sino quasi ad annullarli. Parliamo di Hod, Heart of Drillmec, una tecnologia a basso costo e utilizzabile con qualsiasi tipo di impianto di perforazione. A svilupparla è l’italiana Drillmec, nata come spin off del Gruppo Trevi e poi acquisita nel 2018 dal gruppo indiano Meil Group.

HoD interviene durante l’attività di perforazione e riduce al minimo il rischio di ingresso di fluido di strato nel pozzo (in gergo tecnico chiamato kick) che, se non rilevato in maniera tempestiva e gestito correttamente, può sfociare in una erogazione incontrollata del fluido stesso. Quest’ultimo evento, chiamato blow out, rappresenta il più temibile degli incidenti, che può portare a conseguenze gravissime in termini di perdite di vite umane, ambientali ed economiche.







Con l’installazione della tecnologia HoD sugli impianti di perforazione, si aumenta in modo sostanziale la sicurezza preventiva, perché si elimina la discontinuità operativa del sistema Stop/Start Circulation Drilling, utilizzato da quasi la totalità degli operatori. Questo sistema è caratterizzato da continue fermate e ripartenze della circolazione del fango (Stop&Start delle pompe) per permettere l’aggiunta di ulteriori lunghezze di aste, necessaria per scavare il pozzo sempre più in profondità.

Impianto di perforazione con tecnologia HoD in Nuova Zelanda

Pertanto ogni 27/36 metri di escavazione (range della lunghezza di aste di perforazione, legata al tipo d’impianto), le pompe vengono fermate con il contestuale stop della circolazione del fango, che può durare fino a 10 minuti. Questi 10 minuti di stop a intervalli regolari sono molto delicati, perché è proprio in quel lasso di tempo che si crea discontinuità a fondo pozzo con variazione di pressione, che in certe condizioni e se mal gestita, può causare incidenti gravissimi per le persone e per l’ambiente, con la fuoriuscita incontrollata dei fluidi di strato (detto blow-out).

La tecnologia HoD rappresenta un passo avanti sotto questo punto di vista dato che consente di mantenere la continuità operativa durante la perforazione dei pozzi oil&gas minimizzando notevolmente i rischi e di risolvere in modo agevole e con successo eventuali imprevisti, riducendo praticamente a zero il pericolo del blow-out.

«Il tema della sicurezza è un dei più sentiti nel nostro settore anche perché incide pesantemente sui costi e, in attesa di poter fare a meno completamente degli idrocarburi, sentiamo come un dovere investire continuamente in ricerca e sviluppo per rendere i cantieri i più sostenibili e sicuri possibile, sia per le persone che ci lavorano, sia per quelle che vivono intorno e per l’ambiente naturale che è la nostra più importante risorsa», spiega Simone Trevisani, amministratore delegato di Drillmec. «La nostra speranza è che questo tipo di sistemi di sicurezza vengano riconosciuti come indispensabili e che a livello istituzionale vengano imposte regole più restrittive per la sicurezza dei cantieri. Non basta impegnarsi per la riduzione delle emissioni e dell’impronta di carbonio entro il 2050. L’obiettivo deve essere il rischio zero per le vite umane e per l’ambiente. Oggi la tecnologia ci consente di avvicinarci a questo risultato e pertanto come responsabilità sociale tutto il nostro settore deve impegnarsi attivamente per raggiungerlo il prima possibile” questi concetti di sicurezza».














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