Transizione green fai da te? Ahi ahi ahi. Senza strategia le industrie non vanno da nessuna parte. Intervista a Marco Steardo (Edison Next)

di Marco de' Francesco ♦︎ Una strategia di decarbonizzazione deve partire dalla gap analysis, fondamentale per definire gli obiettivi ed elaborare un piano di azione. Le tecnologie più indicate? Dipendono dall'azienda, che può anche optare per un mix di soluzioni: co-generazione, trigenerazione, fotovoltaico con accumulo, biomasse. La tecnologia Mppt per il fotovoltaico. La partnership con Polytec

«La transizione green delle aziende industriali è un passaggio complicato che coinvolge non solo l’impresa, ma anche tutta la sua supply chain impegnata nella realizzazione di un bene. Ecco perché il “fai da te” è problematico. Occorre procedere secondo una studiata sequenza di azioni, e con una strategia che comporti la pre-definizione di obiettivi precisi». Lo pensa Marco Steardo, direttore della Business Unit Industry di Edison Next – società del Gruppo Edison guidata dal ceo Giovanni Brianza, che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione energetica. Presente in Italia, Spagna e Polonia con più di 3.600 persone, presso oltre 65 siti industriali, 2.100 strutture (pubbliche e private) e 280 città, Edison Next si propone come partner solido e di lungo periodo attraverso una piattaforma di soluzioni innovative ed efficienti per l’ottimizzazione dei consumi e la decarbonizzazione, in cui tecnologia e digitale giocano un ruolo chiave, massimizzando competitività e performance. Ha un piano di investimenti pari a 2,5 miliardi al 2030. Di recente ha dato vita alla joint venture Nyox, partecipata da Polytec (società di automazione del Gruppo BM) al 51% e da Edison Next al 49%. Nyox si focalizza sulla realizzazione engineering procurement and construction di impianti fotovoltaici. «L’obiettivo industriale è quello di realizzare 500 MW di nuova capacità fotovoltaica in un arco temporale di 5 anni, al raggiungimento del quale Edison Next potrà esercitare l’opzione di acquisto della totalità del capitale di Nyox», dichiara Steardo. Ma di cosa parliamo, quando ci riferiamo a una sequenza di azioni e a una strategia per le industrie?

Ci riferiamo al fatto che tutto deve iniziare da una gap analysis. E cioè da una valutazione sistematica del divario tra le prestazioni attuali in termini di consumo energetico (e di generazione di CO2) e di quello che si potrebbe ottenere sviluppando piani d’azione mirati. Questa fase è fondamentale: vanno identificate le fonti emissive e le cause del gap. Solo dopo si può pensare a quali tecnologie adottare.







E l’adozione delle tecnologie dipende esclusivamente dalle necessità dell’azienda. In alcune aziende le esigenze energetiche possono essere soddisfatte da sistemi di co-generazione e tri-generazione; in altre possono trovare spazio ulteriori soluzionidi auto-produzione di energia. Quali? Secondo Steardo, la tecnologia più avanzata, più sperimentata è quella fotovoltaica, altre, come ad esempio l’idrogeno, garantiscono ritorni più prospettici. Ciò non significa che queste tecnologie non debbano essere inserite in azienda; vuol dire invece che vanno introdotte gradualmente attraverso un mix di soluzioni che bilanci investimenti a breve termine con altri a lungo termine. Interessante fin da ora, per Steardo, è il biometano.

Un discorso a parte lo giocano le garanzie d’origine. Nel campo energetico sono documenti ufficiali emessi per certificare la produzione di energia da fonti rinnovabili o a basso impatto ambientale. Queste garanzie forniscono informazioni sulla provenienza e sulle caratteristiche ambientali dell’energia prodotta, consentendo ai consumatori di fare scelte consapevoli e sostenibili. Per Steardo, in futuro «diventeranno un bene prezioso e il loro valore aumenterà». Di tutto ciò abbiamo parlato con Steardo.

D: La sostenibilità è un must, perché è anche una necessità per l’industria?

Marco Steardo, direttore della Business Unit Industry di Edison Next

R: È una necessità perché il mercato finale, sempre più, domanda prodotti che abbiano una provenienza o siano fabbricati grazie, o attraverso, dei processi a basso, neutrale o nullo impatto ambientale. Insomma, la questione è imposta dal mercato, dal consumatore o dal cliente finale. Naturalmente, non è una problematica che riguarda solo l’azienda in sé: necessariamente coinvolge l’intera catena di fornitura che contribuisce alla realizzazione di quel prodotto specifico. E quindi, a sua volta, la supply chain ha bisogno di capire come può diventare neutrale rispetto alla generazione di gas climalteranti. Naturalmente, su tutto ciò impatta la regolamentazione internazionale, che viene poi tradotta in normative specifiche dai singoli Paesi. Si pensi agli Accordi di Parigi sul clima: l’obiettivo principale è affrontare il cambiamento climatico limitando l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, con sforzi mirati a limitare l’aumento a 1,5 gradi Celsius. Si pensi anche al Green Deal europeo: è un’iniziativa chiave dell’Unione Europea (UE) volta a rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Lanciato dalla Commissione europea nel dicembre 2019, il Green Deal si propone di trasformare l’UE in un’economia sostenibile ed efficiente sotto il profilo delle risorse. Si pensi anche ai risultati della Cop 28 che ha segnato l’inizio della fine dell’era dei combustibili fossili, seppure non fissando obiettivi effettivi per l’eliminazione graduale delle fonti non rinnovabili.  Comunque sia, i nostri figli sperimenteranno le conseguenze del nostro agire.

D: Quale lo stato di maturità delle tecnologie che possono aiutare le imprese a compiere il loro percorso di decarbonizzazione?

R: Il fotovoltaico è senza dubbio la più matura e la più sperimentata delle tecnologie green; altre, a causa dei costi di implementazione o di utilizzo, offrono ritorni più prospettici. Non mi riferisco soltanto all’idrogeno green, ma anche, ad esempio, alle batterie. Sono tecnologie che comportano ancora oggi investimenti importanti ma con previsioni al ribasso nel prossimo futuro. Noi ci poniamo come partner delle aziende manifatturiere garantendo sostenibilità e competitività. Insomma, la sostenibilità ambientale deve avanzare di pari passo con quella economica e finanziaria.

D: Dunque, quali soluzioni proponete per decarbonizzare e al contempo far rimanere competitive le aziende?

La strategia suggerita da Edison Next parte da una gap analysis, una valutazione sistematica del divario tra le prestazioni attuali in termini di consumo energetico (e di generazione di CO2) e di quello che si potrebbe ottenere sviluppando piani d’azione mirati. Questa fase è fondamentale: vanno identificate le fonti emissive e le cause del gap. Solo dopo si può pensare a quali tecnologie adottare.

R: È importante sottolineare che la decarbonizzazione è un percorso, che prevede l’implementazione nel tempo di un mix di soluzioni, ritagliate sulla base delle esigenze del singolo cliente e che, per essere sostenibile sotto tutti i punti di vista, deve bilanciare investimenti con un ritorno di breve periodo, con investimenti più impegnativi e a più alto impatto di decarbonizzazione, ma dai ritorni prospettici. In particolare, ci sono interventi di decarbonizzazione con un ritorno economico, come ad esempio il fotovoltaico e gli interventi di efficienza energetica mirati alla riduzione dei consumi, ma anche la cogenerazione, tecnologia di transizione, indispensabile per supportare le realtà energivore nel breve-medio periodo, che possono “finanziarne” altri oggi meno convenienti, come l’elettrificazione di consumi o i gas verdi – idrogeno e biometano. Insomma, per decarbonizzare, le soluzioni da mettere in campo sono tante. Il punto è: da dove cominciare con le aziende? La risposta giusta è: dalla gap analysis.

D: Che cos’è la gap analysis?

R: L’obiettivo principale di questa analisi è identificare e comprendere le lacune tra lo stato attuale e quello desiderato, al fine di sviluppare piani d’azione mirati a colmare i gap. Si parte dalla definizione degli obiettivi,  dalla valutazione dello stato attuale e dal loro confronto. Si identificano così i punti in cui intervenire e si sviluppano piani d’azione, assicurando il monitoraggio costante dei risultati ottenuti e individuando ulteriori nuove aree di intervento. È importante identificare le fonti emissive dei processi, cercare di comprendere come si possono ottimizzare i consumi ed elettrificare i processi là dove è possibile, eliminando l’impiego di combustibili fossili e offrendo soluzioni alternative. A quel punto si tratta di implementare le giuste tecnologie.

D: Quali sono le tecnologie che le aziende possono implementare?

La piattaforma di Edison Next integra servizi, tecnologie e competenze flessibili e diversificati, per affiancare le aziende nella comprensione di carbon footprint e
consumi energetici, nell’individuazione di soluzioni tecnologiche innovative legate alla produzione e al consumo di energia, nell’ottimizzazione energetica
dei processi produttivi e nella corretta gestione degli scarti industriali.

R: Ad esempio, sistemi di cogenerazione e trigenerazione, tecnologie ad alta efficienza che permettono la produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera, recuperando il calore disperso nel processo di generazione elettrica. Rappresentano la soluzione adeguata nell’ambito di un percorso di transizione energetica di siti industriali con una domanda costante nel tempo di energia termica ed elettrica. Edison Next già installato circa 200 MWe di cogenerazione e trigenerazione.

D: Altre tecnologie?

R: Progettiamo, realizziamo e gestiamo impianti fotovoltaici anche abbinati a sistemi di accumulo su misura per imprese. Ad esempio, a maggio Edison Next ha avviato un percorso di sostenibilità con Berco, società del Gruppo Thyssenkrupp, specializzata nella fabbricazione di componenti e sistemi sottocarro per macchine movimento terra cingolate e attrezzature per la revisione e la manutenzione di tali componenti. In particolare,  grazie al contratto Power Purchase Agreement on site della durata di 20 anni firmato con Berco, Edison Next si occupa della progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione di un impianto fotovoltaico a terra della potenza di circa 7,1 Mwp per il sito di Copparo (Fe), storico e principale stabilimento di Berco.  L’abbinamento di sistemi di accumulo dipende dall’interesse del cliente finale. Le batterie comportano costi importanti, con una previsione al ribasso. È l’azienda a decidere.

D: Nel fotovoltaico, Edison Next utilizza la tecnologia Mppt?

La tecnologia Mppt (Maximum Power Point Tracking) è un sistema utilizzato in dispositivi elettronici, come regolatori di carica solare e inverter, per ottimizzare l’efficienza di conversione dell’energia solare

R: Anche. La tecnologia Mppt (Maximum Power Point Tracking) è un sistema utilizzato in dispositivi elettronici, come regolatori di carica solare e inverter, per ottimizzare l’efficienza di conversione dell’energia solare. Questa tecnologia è particolarmente impiegata nei sistemi di energia solare fotovoltaica, dove i pannelli solari generano corrente continua (Cc) e devono essere convertiti in corrente alternata (Ca) per l’uso domestico o la connessione alla rete elettrica. I pannelli solari danno il massimo quando operano in quello che viene chiamato  “punto di massima potenza” (Maximum Power Point, Mpp). Questo punto varia in base a fattori come l’intensità della luce solare, la temperatura e l’età dei pannelli. Mantenendo i pannelli solari vicini al punto di massima potenza, la tecnologia Mppy consente di estrarre e convertire la massima quantità di energia solare disponibile. Ciò si traduce in un aumento dell’efficienza del sistema e in una maggiore produzione di energia.

D: Altre tecnologie ancora?

R: C’è l’offerta di impianti per il green gas, cioè biometano e idrogeno. Il primo è un tipo di gas naturale ottenuto attraverso il processo di produzione di gas da fonti biologiche, come rifiuti organici, biomasse o altri materiali biodegradabili. Questo gas è considerato una forma di energia rinnovabile, poiché il suo ciclo di produzione e combustione contribuisce minimamente all’accumulo netto di anidride carbonica nell’atmosfera. Il processo di produzione di biometano coinvolge la decomposizione biologica di materia organica attraverso la digestione anaerobica, che produce principalmente metano. Dopo la purificazione e il trattamento, il biometano può essere utilizzato come carburante per il riscaldamento, la produzione di energia e come carburante per veicoli. Il suo utilizzo contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra e promuove l’uso di fonti di energia più sostenibili. Quanto al secondo, è un tipo di idrogeno prodotto utilizzando energia rinnovabile, come quella solare, eolica o idroelettrica, per alimentare il processo di elettrolisi dell’acqua. Durante l’elettrolisi, l’acqua viene suddivisa nei suoi componenti fondamentali, idrogeno e ossigeno, utilizzando l’energia rinnovabile come fonte di elettricità. Questo processo rende l’idrogeno verde una forma di energia sostenibile, poiché non produce emissioni di carbonio dirette durante la produzione. L’idrogeno verde può essere utilizzato sia nella mobilità, sia in ambito industriale. Resta la questione dei costi, di cui abbiamo parlato. Ma non è tutto.

Il ruolo chiave di Nyox, in jv con Bm Group: realizzazione di 100 megawatt di fotovoltaico all’anno. 

D: Cosa c’è d’altro?

R: Progettiamo soluzioni specifiche di efficientamento energetico, grazie alle nostre competenze in ambito normativo, tecnologico ed energetico e all’esperienza di campo nella conduzione di impianti per siti industriali.

D: Come vi comportate con le garanzie d’origine?

R: Occorre anzitutto definire bene il concetto di garanzie d’origine. Queste sono parte integrante dei sistemi di certificazione ambientale e contribuiscono a garantire la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni relative alla produzione e al consumo di energia. Fino ad oggi hanno avuto un peso marginale per le imprese, visto che il loro valore si aggira tra 1 euro e 1,5 euro al Mw. Dipende dal fatto che attualmente l’energia da fonti rinnovabili copre il 30% circa della produzione totale. In futuro, quando l’energia rinnovabile coprirà una percentuale più alta e la domanda sarà sempre più imponente, le garanzie d’origine avranno un valore, molto più alto. Le garanzie d’origine diventeranno un bene prezioso, dal momento che “viaggiano insieme agli elettroni”. Edison Next garantisce al cliente contratti a lungo termine, senza far leva sulla crescita del valore delle garanzia d’origine. Si fissa insieme al cliente il prezzo dell’energia e quello della garanzia. Insomma, c’è una tariffa predeterminata per la garanzia d’origine che segue l’elettrone prodotto da un certo impianto associato a quel contratto.

D: Quali sono i benefici attesi dal punto di vista ambientale?

R: Un impianto fotovoltaico da un MW consente di evitare la produzione e l’emissione in atmosfera di circa mille tonnellate all’anno di anidride carbonica. Quindi se l’impianto è da 10 MW e la durata del contratto è di 15 anni, parliamo di 150mila tonnellate di CO2. Non è poco.

D: Cosa caratterizza l’approccio di Edison Next con clienti industriali di grande taglia?

Edison Next applica diversi modelli di business a seconda delle esigenze del cliente

R: In assoluto la volontà di creare delle relazioni di partnership di lungo termine. Non tentiamo di “speculare”, ma affianchiamo il cliente offrendogli la soluzione più adatta alle sue specifiche esigenze. Il nostro intento è lavorare di più e meglio, non vogliamo sfruttare un’opportunità e poi andarcene una volta che questa sia è concretizzata. Credo sia una buona pratica. In più, grazie all’ampio ventaglio di servizi, tecnologie e competenze che siamo in grado di mettere in campo, seguiamo un approccio end-to-end, che parte dall’analisi dello stato di fatto, arriva alla individuazione e progettazione degli interventi, fino alla loro messa a terra e al successivo costante monitoraggio. Insomma, siamo in grado di seguire a 360° le soluzioni adeguate.

D: Perché la partnership con Polytec?

R: Nyox si occupa di analisi e pianificazione, acquisizione dei materiali, installazione, collegamento alla rete elettrica (o creazione di un sistema isolato per l’autoconsumo), messa in servizio e manutenzione. Nyox ha già contrattualizzato 120 MW di impianti, con un risparmio considerevole di anidride carbonica. In realtà il percorso comune è stato cercato e voluto da entrambe le parti. Abbiamo pensato fin dall’inizio che l’associazione di competenze, brand e capacità di penetrazione del mercato avrebbe reso questo sodalizio vincente; e mi pare di poter dire che, dopo un po’ di mesi di lavoro, i risultati stiano arrivando.

D: Quali sono i criteri per realizzare un impianto su misura?

R: La realizzazione di impianti su misura è finalizzata a concretizzare l’aspettativa del cliente. Si deve sempre partire da ipotesi di base che nascono dal processo produttivo specifico. Si valutano i consumi orari, gli assorbimenti, la parte termica, quella elettrica, e si cerca la soluzione ottimale.














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