Dassault Systèmes: progettazione sostenibile e resiliente in fabbrica

di Marco de' Francesco ♦︎ L’economia circolare prevede che la rigenerazione dei prodotti e soprattutto delle funzioni sia un must fin da quando vengono pensati e disegnati. Per raggiungere l’obiettivo i software di simulazione sono fondamentali. Ma come si fa? Ne parliamo con Guido Porro

Industrie manifatturiere più resilienti e sostenibili se dotate di piattaforme collaborative di progettazione 3D. Aziende più “tradizionali” sprovviste di queste tecnologie non sono reattive di fronte al cambiamento improvviso. Le idee, infatti, nascono in dipartimenti chiusi, che non parlano tra di loro, e sono poi soggette ad un lungo iter di modifiche e adattamenti in più “stazioni”, dalla raccolta dei requisiti per il marketing al service. In queste condizioni, non è immaginabile “afferrare” un trend di mercato o “correggere il tiro” con una produzione coerente con tendenze declinanti in corso o in vista per l’immediato futuro.

Con una piattaforma collaborativa di progettazione 3D, invece, i dipartimenti intervengono al contempo nello sviluppo dello stesso prodotto. Parlano la stessa lingua. Emerge con rapidità un’idea collettiva, malleabile e adattabile a contesti differenti. La simulazione, poi, non solo consente di virtualizzare il manufatto, ma anche di studiarne il comportamento imitando il contesto nel quale è destinato ad operare.  Si può “sbagliare”, e si può cancellare o sostituire un’idea, in quanto non funzionale, con la stessa immediatezza con la quale era stata partorita. La piattaforma è strategica anche in termini di sostenibilità. Industriale, in riferimento alla possibilità di virtualizzare “in anticipo” l’ambiente di fabbrica, e di prendere iniziative per la riduzione degli sprechi e del consumo energetico. Di prodotto, grazie alla possibilità di progettare manufatti con un impatto ambientale più contenuto. Senza la piattaforma, acquisendo singole tecnologie “verticali”, si è privi dell’effetto collaborativo nella progettazione che fa la differenza in termini di resilienza e sostenibilità. Ma oggi, grazie al Cloud, le platform sono disponibili a prezzi contenuti, e comunque proporzionati all’utilizzo e alle dimensioni dell’azienda.







Tutto questo secondo Guido Porro, managing director EuroMed di Dassault Systèmes, che di platform se ne intende: il cuore dell’offerta della multinazionale francese è la piattaforma 3DExperience, che offre funzionalità scientifiche, ingegneristiche, di produzione e aziendali integrate in universi virtuali. Serve per la modellazione 3D, per la simulazione dei prodotti, per ricercare e filtrare Big Data e altro, tutto al contempo. Porro è intervenuto affrontando il tema “Sostenibilità e Resilienza: la buona tecnologia deve essere per tutti o non è buona. Casi veri da replicare” nel corso della terza edizione de “Il Tram dell’Innovazione” organizzato da Women & Technologies e nel contesto di Milano Digital Week 2020. Con la piattaforma 3DExperience, peraltro, sono stati progettati un aereo un aereo passeggeri a zero emissioni, un’auto green le cui batterie si ricaricano a energia solare e un van urbano elettrico destinato non alla vendita ma alla locazione.

 

Le piattaforme collaborative di progettazione 3D conferiscono resilienza alle aziende manifatturiere    

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Guido Porro, managing director e vice president Euromed (Italia, Grecia, Turchia, Balcani, Israele) di Dassault Systèmes

Perché un’azienda manifatturiera che fonda la propria attività attorno ad una piattaforma – una di quelle che offrono funzionalità scientifiche, ingegneristiche, di produzione e aziendali integrate in universi virtuali – è più resiliente, e cioè più capace di resistere agli alti e bassi di mercato, e ad altre sventure che possono riguardare l’impresa o il settore nel quale opera? Ci sono più risposte. Ma secondo Porro, in un certo senso, queste possono confluire in una sola: perché è più creativa. Pensiamoci bene. Aziende molto segmentate, con dipartimenti chiusi e refrattari alla collaborazione, sono impotenti di fronte al cambiamento improvviso. In queste organizzazioni, ognuno è abituato a svolgere il proprio ruolo, anche sulla scorta di competenze altissime; skill che si muovono su linee parallele, che non sono destinate ad incontrarsi. L’idea è il parto del singolo; e quando le idee non coincidono comincia una difficile opera di mediazione, il cui risultato è spesso influenzato dall’importanza che riveste in azienda questo o quel dipartimento. L’esito può essere inferiore alla somma delle singole visioni.

La logica della piattaforma è invece una logica di integrazione. Una platform mette insieme più tecnologie, lungo tutto il ciclo di creazione del prodotto e talvolta anche lungo il suo life cycle. Ad esempio, quelle relative alla progettazione 3D, alla gestione dei dati, alla simulazione, al monitoraggio delle macchine in tempo reale, al dashboarding di informazioni critiche relative ai processi decisionali e tanto altro. L’ideazione è un evento collettivo. Infatti, queste piattaforme sono fatte per la collaborazione: l’ingegnere, l’esperto di marketing, il tecnico dello sviluppo intervengono al contempo sullo stesso progetto, anche da luoghi remoti l’uno dall’altro. In questo contesto, la logica dei processi lineari è superata: il flusso non funziona più secondo la successione “tipica”, quella che va dalla raccolta dei requisiti di marketing all’ingegneria, alla prototipazione, al manufacturing e infine al service. Piuttosto, si “saltella tra i processi”. L’ingegneria può partire con simulazioni sul prodotto ancora prima della qualifica dei requisiti fondamentali di marketing. In pratica, l’ingegneria può iniziare a lavorare al nuovo prodotto anche se il marketing non ha finito il proprio lavoro. Perché? Perché è tutto standardizzato, strutturato, documentato. «Si aprono orizzonti molto creativi». Lo sprigionarsi di questa creatività viene definito da Dassault Systèmes «Rinascimento Industriale». A buon diritto: si pensi alla bottega del Verrocchio, dalla quale uscirono artisti come Leonardo Da Vinci, Sandro Botticelli, Lorenzo di Credi, Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Fra’ Bartolomeo, e tanti altri. Un solo luogo e un intenso scambio di idee. Il Battesimo del Cristo, di Verrocchio, fu in realtà realizzato in collaborazione con i giovanissimi Leonardo e Botticelli. Un’opera collettiva, si direbbe oggi.

Le idee collettive sono più veloci, più solide, e possono includere il meglio delle visioni dell’uno o dell’altro esperto. E poi c’è un altro fattore legato alla logica della piattaforma che risulta fondamentale perché la creatività possa sprigionarsi: la platform consente di sbagliare. E non una volta, ma mille. Anche consecutivamente. È il potere della simulazione, una delle funzioni più rilevanti. «Si imita il reale». Oggi è possibile virtualizzare con grande definizione l’immagine di un prodotto. Ciò consente di modificarlo prima di realizzarlo in concreto: si possono cambiare i colori, i materiali. Si può simulare il contesto nel quale il manufatto è destinato ad operare. Si pensi ad un’auto: si può valutarne la guida sulla neve, sulla sabbia, sullo sterrato. Si può simulare un incidente contro un palo della luce o contro un camion, da questa o da quella posizione, a questa o a quella velocità. E si può cancellare o sostituire un’idea, in quanto non funzionale, con la stessa immediatezza con la quale era stata partorita. Si potrebbero introdurre i concetti di «iperrealismo» e di «supercustomizzazione»: ma non rappresentano il tema di questo articolo.

Il futuro della tecnologia per Dassault. Fonte Dassault Systèmes

La democratizzazione della tecnologia

Secondo Porro, il Cloud ha rappresentato un fattore di democratizzazione della nostra offerta, abbassando sempre di più le barriere di ingresso alla tecnologia. «Ciò permette di dare nuove risposte al mercato da parte di piccole aziende estremamente creative come da parte di grandi centri di ricerca internazionale. Questa democratizzazione deriva da costi più accessibili ma anche dall’allargamento dello spettro dell’utilizzo della tecnologia stessa abilitato dal cloud».

 

Qual è il cuore della rivoluzione digitale? Le piattaforme tecnologiche sono la risposta, con la loro capacità di democratizzare la tecnologia, diffonderla, renderla fruibile. Esistono molti casi come Canoo, Eviation, Lightyear che dimostrano che, grazie all’utilizzo di Piattaforme Tecnologiche innovative, piccoli gruppi di innovatori seriali super-motivati possono intercettare i nuovi temi di sostenibilità e resilienza con business model inimmaginabili fino a qualche anno fa. Casi veri da replicare

Con la logica della piattaforma, fabbriche e prodotti sostenibili

Dassault
Un esempio delle virtualizzazioni di 3DExperience

Uno dei trend di maggiore rilievo è la sostenibilità industriale. Si tratta di un insieme di tecnologie e strategie che consentano ad una azienda di essere meno dipendente dall’esterno per l’approvvigionamento di risorse produttive critiche. Anche da questo punto di vista, la piattaforma e la simulazione possono fare la differenza. Dal momento che si può virtualizzare la fabbrica, si possono prendere, in anticipo, iniziative per contenere gli sprechi, e per la riduzione della spesa energetica, ad esempio. Tutti aspetti che possono contribuire al sustainable manufacturing. Ad esempio, si possono simulare i flussi di aria calda che si sviluppano all’interno dell’edificio; con opportuni accorgimenti, possono essere distribuiti in maniera efficiente e razionale. Ancora, la logica della piattaforma è strumentale alla realizzazione di prodotti sostenibili, quelli tendenti a diminuire l’impatto ambientale, rispetto a modelli generali.

Porro fa l’esempio di Canoo. È una start-up californiana che sta rivoluzionando il concetto di automobile elettrica. Quanto all’estetica e alla funzione, produce un van di due tonnellate che tiene conto del fatto che un’auto green non è un mezzo normale con un motore diverso: tutto può essere distribuito diversamente, rispetto al modello motore-zona abitabile-area bagagli. All’interno, più che un’auto sembra un salottino, con tre divani attorno ad un tavolino: uno a forma di cavallo, e gli altri due, più piccoli, a forma di poltrona. Quanto alla guida, c’è una strumentazione semplice e molto diversa da quella abituale. Lo sterzo è rettangolare, ed è in plastica riciclata, come d’altra parte tutta la console. Può portare sette persone per 250 miglia. Si ricarica in 28 minuti. Non si compra, ma si affitta con una formula che comprende tutto: assicurazione, bolli e altro. Secondo Canoo, molte persone non vogliono essere disturbate dal fatto di dover registrare un’auto, mantenerla, vendere una macchina usata. Vogliono effettuare un pagamento mensile e coprire tutte le loro esigenze di trasporto. Il mezzo è destinato all’area urbana, soprattutto alle megalopoli americane. L’auto è stata progettata integralmente con la piattaforma 3DExperience. Cinque startupper hanno lavorato sul piano in collaborazione, via Cloud. In tempi ridottissimi, che solo questa modalità può consentire. Si parla di mesi, non di anni.

Eviation Aircraft ha utilizzato la piattaforma 3DExperience in cloud per sviluppare in soli due anni il primo prototipo di Alice, il suo aereo per servizi regionali a zero emissioni, completamente elettrico

Altro esempio di come la creatività incontra la sostenibilità grazie alla piattaforma è LightYear. Per i costruttori, guidati da un team di una dozzina di ingegneri olandesi per lo più fra i 20 e i 30 anni, «è la macchina che si ricarica nel modo più sostenibile». Con l’energia solare. Si trattava di migliorare l’efficienza della conversione di energia al movimento, di ridurre il peso e di ottimizzare l’aerodinamica. Il design, molto aggressivo, è italiano, di GranstudioStyling – che è attualmente guidato da Lowie Vermeersch, che prima lavorava per Pininfarina. Tutte le componenti dell’auto sono state riconsiderate, e alla fine è stata realizzata LightYear One, leggera e scattante, e che si ricarica grazie a pannelli posti sulla capotta e in coda. Introduce un cambiamento epocale, perché l’auto non ha bisogno di una infrastruttura distributiva dell’energia, in merito alla quale la maggior parte dei Paesi del mondo scontano un grave ritardo. Il progetto ha partner di tutto rispetto, come Deloitte. Anche qui, tutto è stato “pesato”, valutato e disegnato collettivamente, sulla piattaforma 3DExperience.

Ancora, la start-up israeliana Eviation Aircraft ha utilizzato la piattaforma 3DExperience in cloud per sviluppare in soli due anni il primo prototipo di Alice, il suo aereo per servizi regionali a zero emissioni, completamente elettrico. È molto silenzioso e offre un’esperienza diversa agli utenti: vibrazioni, turbolenze e rumori sono stati minimizzati. Progettarlo non è stato semplice: si pensi che per il 95% del peso è costituito da materiali compositi. Può portare nove passeggeri, oltre ai due membri dell’equipaggio. Ne sono state realizzate due versioni: una per viaggi fino a 1.200 km, l’altra per voli sino a 440 km. Il singolo aereo costerà attorno ai 4 milioni di dollari. Le batterie funzionano con la reazione dell’alluminio con l’ossigeno. Una volta commercializzato (dal 2022), Alice sarà il primo “aereo per pendolari” completamente elettrico al mondo. Un vero e proprio rinascimento aeronautico.














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