Cop28: Italia (Mase), cooperazione con Libano, Giordania e Uganda su efficienza energetica e sostenibilità

Il viceministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha incontrato i rappresentanti dei tre paesi nel corso della conferenza a Dubai

L’Italia ha sottoscritto tre accordi di cooperazione per lo sviluppo di attività sui temi ambientali in Medioriente e Africa nel corso della Cop28 a Dubai. Per rafforzare la cooperazione tra Italia e Libano, è stato siglato un nuovo Protocollo d’intesa che vede protagonisti il Mase e il Centro Libanese per il Risparmio Energetico: un atto che rinnova l’impegno del Ministero nella regione mediterranea, che nel caso del Libano si rivolge allo sviluppo dell’efficienza energetica, dalle pompe di calore alla diffusione sul mercato libanese di elettrodomestici a risparmio energetico, per i quali il modello regolatorio e gli standard qualitativi della produzione italiana rappresentano un punto di riferimento. La firma è stata sancita in occasione di un incontro tra il viceministro Vannia Gava e del Ministro dell’Energia e dell’Acqua libanese, Walid Fayad.

Il viceministro Gava e il mnistro dell’Energia e delle Risorse Minerarie della Giordania, Saleh Al-Kharabsheh

Un nuovo protocollo d’intesa è stato siglato tra il Mase e il fondo giordano per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica (Jreeef), a margine dell’incontro tra il viceministro Gava e il Ministro dell’Energia e delle Risorse Minerarie della Giordania, Saleh Al-Kharabsheh. Le attività attualmente in corso tra i due Stati in ambito ambientale riguardano principalmente la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’accesso universale a servizi energetici, con l’obiettivo di utilizzo del solare fotovoltaico negli edifici pubblici di 100 municipalità giordane. Il viceministro Gava ha anche incontrato a Dubai la Ministra per l’Ambiente dell’Uganda, Beatrice Anywar, per la firma di un “memorandum of understanding” sullo sviluppo sostenibile tra i due paesi. Quello sottoscritto nell’Emirato è il primo mou tra l’Italia e l’Uganda, paese che ha perso il 27% della sua copertura forestale originaria tra il 1990 e il 2005 e che rischia di esaurire le risorse forestali entro il 2050.




















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