I vantaggi della conversione green per il manifatturiero nel think tank di Miraitek4.0 e MyChicJungle

L’analisi ha rilevato come il 45% delle aziende intervistate abbiano già intrapreso dei progetti di sostenibilità che impattano sulle operazioni

Il primo appuntamento della serie “Green Ex-Machina” dedicato al settore manifatturiero organizzato da Miraitek4.0 e MyChicJungle.

A Milano si è svolto il primo evento del nuovo format “Green Ex-Machina”, il think tank italiano interamente dedicato alla conversione green delle aziende manifatturiere ideato da MyChicJungle e Miraitek 4.0, spin-off del Politecnico di Milano. Il primo appuntamento, svolto presso la sala delle colonne di Banco Bpm con la partecipazione di imprenditori e manager di importanti aziende manifatturiere italiane, «scaturisce dall’esperienza maturata da Miraitek e MyChicJungle al fianco delle imprese che necessitano di essere supportate nel fondamentale passaggio a una produzione digitale e sostenibile» come ha spiegato Jacopo Moschini, cofondatore di MyChicJungle. «L’incontro di oggi ha voluto testimoniare come la tecnologia digitale sia in grado di abilitare la sostenibilità nei processi produttivi – ha aggiunto Marco Taisch, fondatore di Miraitek4.0 -. Il racconto delle aziende che sono intervenute testimoniano che, migliorando le performance grazie alla raccolta e utilizzo dei dati, aumenta il grado di sostenibilità e, di conseguenza, la competitività sul mercato».

L’obiettivo era quello di rendere partecipi le aziende delle grandi opportunità derivanti dall’applicazione del digitale: dall’ottimizzazione delle risorse al risparmio energetico, dal miglioramento della qualità del lavoro alla sostenibilità dei processi, l’utilizzo di strumenti digitali permette l’implementazione sinergica di ambiti diversi. Inoltre, la permeazione del green nella produzione attraverso la tecnologia digitale può essere garantita dall’uso della blockchain, che notarizza i risultati raggiunti, aumentando affidabilità e credibilità dei prodotti stessi. In quanto registro condiviso e immutabile per registrare le transazioni e monitorare gli asset, la blockchain impedisce il fenomeno del greenwashing e, di conseguenza, certifica la sostenibilità del processo produttivo.







I dati dell’Osservatorio 4.0 del Politecnico di Milano

L’incontro si è aperto con la presentazione dei dati elaborati dal manufacturing group della School of Management del Politecnico di Milano su “Digital and green – un’opportunità concreta per il settore industriale” da parte di Elisa Negri, Senior Assistant Professor del Dipartimento di Ingegneria Gestionale. L’analisi ha rilevato come il 45% delle aziende intervistate abbiano già intrapreso dei progetti di sostenibilità che impattano sulle operazioni, evidenziando una crescente sensibilità verso i temi green. «I driver più comuni – ha spigato la docente – sono la volontà di rispondere alle esigenze e alle tendenze del mercato, soprattutto per le impese che realizzano gran parte del loro fatturato con l’export: la competitività, infatti, si gioca anche sulla strategia di sostenibilità aziendale e la volontà di costruire un’immagine di brand sostenibile». Le tecnologie più utilizzate per raggiungere gli obiettivi sono l‘IoT (internet of Things per il 27%) e l’automazione avanzata e collaborativa (29%), mentre gli ambiti maggiormente impattati dalle tecnologie digitali che abilitano la sostenibilità sono il monitoraggio dei consumi delle operazioni (56%) e la gestione del fine vita del prodotto (46%). Tra gli ostacoli più comuni emergono la mancanza di cultura aziendale e di chiarezza sui benefici attesi, la complessità̀ delle leggi sulla gestione dei rifiuti e la mancanza di Kpi che colleghino le performance di sostenibilità al valore aziendale. Durante l’evento sono stati analizzati i passaggi necessari all’innovazione nell’industria manifatturiera attraverso due punti di vista: quello dei produttori di beni strumentali, con focus sul b2b, per capire qual è il futuro per l’impresa manifatturiera; e quello degli utilizzatori di beni strumentali per approfondire come la tecnologia migliora e rende sostenibile il ciclo produttivo.

Marco Taisch, cofondatore di Miraitek, ha spiegato quali sono le sfide della manifattura sostenibile nell’attuale contesto macroeconomico, mentre Jacopo Moschini, cofondatore di MyChicJungle, ha illustrato le esigenze e fabbisogni delle imprese manifatturiere nell’attuale scenario. Banco Bpm, con l’intervento di Cecilia Bavera, responsabile commerciale direzione territoriale Milano e Lombardia Nord, ha illustrato gli strumenti e i prodotti bancari a supporto delle imprese produttive in ambito green. Prima delle due tavole rotonde principali, Francesco Ferri, amministratore delegato di Gellify, piattaforma di innovazione che connette le start-up b2b ad alto contenuto tecnologico con le aziende consolidate per innovare i loro processi, prodotti e modelli di business, è intervenuto sul tema Digital Transformation come driver che abilita la sostenibilità.

In seguito, si sono tenuti due panel per confrontarsi sulle esperienze dirette delle imprese che hanno già affrontato la digitalizzazione del processo produttivo aziendale. La prima tavola rotonda, dal titolo Come la tecnologia rende sostenibile la produzione, ha visto la presenza di Fabio Benetti, ceo di Osai, azienda piemontese leader nell’automazione industriale; Riccardo Cavanna, ceo dell’omonimo gruppo e presidente Ucima, che produce soluzioni integrate di packaging per food e non food in flowpack; Barbara Colombo, presidente Ucimu, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e di prodotti a questi ausiliari; Eloisa Carlini, Responsabile qualità e sostenibilità di Scm Group, produttore di macchine per la lavorazione del legno.

La seconda tavola rotonda, invece, è stata incentrata su sostenibilità, efficienza e tecnologia: quale futuro per l’impresa manifatturiera, e ha visto confrontarsi al tavolo come relatori: Luca Gazzo, direttore generale del Camping Marina di Venezia, tra i più grandi in Europa; Daniela Ferroni, r&d manager di Grassi, che produce abbigliamento tecnico; Gabrio Gaddi, board member di Bidue Eusider, società leader nella produzione di tubo saldato di alta qualità, e, infine, Davide Carminati, r&d manager del Tacchificio Villa Cortese, che copre l’intera filiera del tacco; Enrico Malfa, director of research development Tenova, gruppo globale per le soluzioni sostenibili, innovative e affidabili nell’industria metallurgica e mineraria.

«La presenza di così tante aziende in sala – ha aggiunto Marco Taisch – testimonia l’esigenza diffusa di portare a terra questi temi e renderli raggiungibili, trasformando l’atteggiamento difensivo verso la sostenibilità imposta a opportunità di business. Il successo di oggi conferma nella volontà di replicare annualmente questo appuntamento».
«Oggi è emersa più volte la consapevolezza da parte delle aziende dell’importanza del fare sistema – ha concluso Jacopo Moschini – perché la transizione digitale e sostenibile passa dalla filiera e dal cluster. Il nostro intento era dare un messaggio di visione futura, ponendo il progetto Green Ex-Machina come riferimento sicuro e chiaro per le aziende del manifatturiero nella definizione di parametri di sostenibilità trasversali al settore. Un laboratorio d’idee, ricerca e strategia a livello nazionale, con l’obiettivo finale di mettersi in relazione e confronto con il tessuto industriale italiano sul piano globale. Il successo dell’incontro ci dice che siamo sulla buona strada».














Articolo precedenteFusione 3rand Up Solutions-H&S Custom: nasce Elision, la start-up che tutela il Made in Italy
Articolo successivoAutomotive, edilizia, machinery: i problemi della siderurgia nei tre comparti chiave. Con Siderweb






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui