Confindustria: la Lombardia accelera la produzione e torna a livelli pre-pandemia

Secondi il presidente Fracesco Buzzella «il mercato del lavoro lombardo gode di ottima salute», nonosatante la difficoltà a reperire risorse professionali specializzate

Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia

«La rilevazione di Unioncamere Lombardia in collaborazione con Regione Lombardia e Confindustria Lombardia relativa all’ultimo trimestre del 2021 conferma un anno da record per il manifatturiero lombardo. La media annuale della produzione (+15,6%) e il +22,2% del fatturato rispetto al 2020 testimoniano che la Lombardia ha ampiamente recuperato le perdite del 2020 e, anzi, ha ripreso a viaggiare a ritmi più veloci rispetto al pre-pandemia», commenta Fracesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia.

«Mai come in questo caso vorrei che venissero riconosciuti i meriti dell’impresa che ha tenuto in piedi l’economia italiana riuscendo oltretutto a trainare l’industria europea. L’imprenditoria lombarda, nello specifico, come emerge dai dati presentati oggi ha compiuto dei veri e propri miracoli in un anno caratterizzato ancora dall’incertezza sanitaria, da inflazione dei prezzi e precarietà delle forniture, crisi energetiche, riassetto dei mercati e delle catene globali.







Anche il mercato del lavoro lombardo (+0,2% saldo congiunturale; disoccupazione Lombardia al 5,5% – dato Istat) gode di ottima salute nonostante le aziende stiano attraversando una fase di difficoltà nel reperire risorse professionali specializzate. Il gap di professionalità tra domanda e offerta rischia di diventare in prospettiva un freno alla competitività delle imprese come lo stanno rappresentando i rincari energetici e la riduzione delle scorte di magazzino. I segnali che ci arrivano dai territori sono di rallentamenti indotti alla produzione – a causa della necessità di diminuire l’impatto dei costi energetici sui bilanci delle aziende – già a fine dicembre ma che si sono diffusi maggiormente nel 2022.

Oltre ad auspicare una risoluzione strutturale della questione energetica – attraverso un aumento della disponibilità di energia (gas e fonti rinnovabili) – le imprese chiedono che venga messo un freno all’inflazione perché nuovi shock potrebbero vanificare le performance e il clima di fiducia che si è ricreato nel corso del 2021».














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