Confindustria Nautica: il settore potrebbe chiudere il 2020 in sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente

Analizzando l’indotto a valle del turismo nautico compaiono però tutte le criticità derivanti dagli effetti della pandemia sugli spostamenti internazionali, con l’evidente mancanza di clientela extra UE nel Mediterraneo

In occasione dell’assemblea generale di Confindustria Nautica, sono stati analizzati i risultati del settore, che a dispetto di un 2020 segnato dalla pandemia, non mostrano cali preoccupanti. La distribuzione per il settore delle unità da diporto appare equilibrata, con il 44% del campione che indica una crescita di fatturato e il 41% che stima una contrazione. Dai segmenti merceologici degli accessori e dei motori emergono indicazioni più conservative: se la fascia di riduzione di fatturato risulta analoga a quella della cantieristica, quella di stabilità raggiunge il 35%, erodendo una quota di quella di crescita di fatturato. L’industria nautica potrebbe pertanto chiudere il 2020 con una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente.

Analizzando invece l’indotto a valle del turismo nautico compaiono tutte le criticità derivanti dagli effetti della pandemia sugli spostamenti internazionali, con l’evidente mancanza di clientela extra UE nel Mediterraneo. Se per la portualità e i servizi circa il 57% del campione segnala una riduzione di fatturato, questo dato sale addirittura all’82% per il segmento del charter nautico, con due imprese su tre che indicano una contrazione del volume di affari superiore al 20%.







Passando al sentiment sull’anno in corso, le imprese dell’industria nautica sembrano dimostrare una maggiore fiducia: per il settore delle unità da diporto oltre due aziende associate su tre indicano una crescita rispetto al precedente anno nautico, con soltanto il 7% del campione che indica invece una possibile contrazione. Per il segmento accessori/motori il 41% dei rispondenti segnala una crescita e il 49% una stabilità. Nell’ambito del turismo nautico si registra una distribuzione più positiva rispetto al consuntivo 2020: 44% crescita e 50% stabilità per marina e servizi, 50% crescita e 26% stabilità per il settore del charter. È importante sottolineare però che i dati, in particolare per il charter, si riferiscono a un confronto con la peggiore stagione degli ultimi 20 anni e che una previsione di crescita non potrà senzìaltro corrispondere a un ritorno ai livelli pre-Covid.

«Abbiamo sottoposto alle aziende un questionario relativo al trend di fatturato 2020 e al sentiment sull’andamento dell’anno nautico in corso (2020/21)», ha spiegato il responsabile dell’ufficio studi di Confindustria Nautica Stefano Pagani. «In relazione alla stima dei trend di chiusura dell’anno 2020, i risultati del questionario ai Soci confermano le indicazioni qualitative emerse alla conclusione della stagione nautica, con una evidente dicotomia fra la componente industriale e quella delle imprese del turismo nautico».














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