L’Italia reagisce con forza al Coronavirus, e l’Austria ci chiude le porte in faccia. Se tutti i nostri sforzi sono profusi per garantire la continuità della produzione industriale, sembra che i nostri vicini di casa non siano intenzionati a tenderci una mano.
«Tutti gli sforzi che le imprese italiane stanno attuando in queste settimane per continuare a produrre e a non bloccare l’economia, osservando regole ferree per la sicurezza sanitaria, vengono letteralmente distrutti da pseudo-misure di prevenzione strumentali e opportunistiche messe in atto dal governo regionale del Tirolo e avallati dal governo federale austriaco sul transito autostradale del Brennero».
Commenta così Confindustria la decisione dell’Austria di bloccare il trasporto delle merci italiane all’altezza del Brennero. La Confederazione degli industriali chiede al Governo e alla Commissione europea di intervenire urgentemente e con decisione sul governo austriaco per far cessare il blocco dei transiti stradali di merci del Brennero.
Infatti, da due giorni vengono sottoposti al controllo diretto della temperatura gli autisti dei mezzi che trasportano merci italiane che devono anche solo attraversare il Tirolo per andare in Germania e in Nord Europa. Questa semplice e insensata operazione, che non ha alcuna efficacia precauzionale, ha generato code di 70-80 chilometri e costretto la notte scorsa migliaia di autisti a passare tutta la notte ai bordi dell’autostrada. La situazione odierna non è cambiata, anzi è peggiorata dal fatto che la necessaria regolazione del flusso verso il Brennero ha generato blocchi e intasamenti da Bolzano fino a Trento e Verona.
Prodotti deperibili e freschi non vengono consegnati in tempo e rischiano di essere inutilizzabili. Mancate consegne di manufatti necessari ad alimentare le catene industriali rischiano di far chiudere le imprese. Il blocco dei trasporti italiani verso il nord Europa sta causando danni incalcolabili per il nostro export e per gli scambi europei. Le nostre imprese rischiano di essere escluse dalle catene produttive europee di numerosi settori industriali e tutto questo non potrà che peggiorare ulteriormente la crisi economica generata dall’emergenza sanitaria.