La connettività digitale è stata descritta come “precondizione” per realizzare l’agenda digitale dell’Unione Europea e nei vari paesi i lavori al riguardo sono già ampiamente in corso. È per questo motivo che il passo della trasformazione digitale si fa sempre più veloce: la ricerca Cisco Broadband Index dimostra che avere un’infrastruttura in banda larga di alto livello gioca un ruolo significativo per creare società ed economie più agili, inclusive e vibranti di opportunità.
Cisco Broadband Index è una ricerca che è stata commissionata coinvolgendo oltre 13.500 rispondenti in Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Polonia e Russia. Per l’Italia il campione è di 2.001 persone. Sono state fatte domande rispetto allo stato e alle abitudini di uso delle connessioni in banda larga domestiche, ai cambiamenti che si prevedono per il prossimo futuro e a nuove aspettative che stanno emergendo. I risultati dimostrano che in un momento in cui si stanno adottando nuovi stili di vita e lavoro il fatto che tutti possano connettersi in modo rapido e affidabile è critico per fare in modo che il rilancio sia veramente inclusivo.
Il 78% del campione interpellato (81% per gli italiani) – composto da persone in età lavorativa, dai 18 anni in su– crede che oggi la connettività in banda larga sia una necessità; l’86% degli italiani – l’81% a livello complessivo – chiede al governo del proprio paese di chiudere il digital divide e di accelerare prima possibile i progetti per offrire a tutti un accesso a internet affidabile e ad alta velocità.
Più di tre quarti del campione (79% per gli italiani, il 76% complessivamente) ritiene che la connettività per tutti sia vitale per la crescita economica e oltre la metà (il 53% degli italiani e il 54% dell’intero campione) ritiene che gli investimenti in infrastrutture broadband siano importanti quanto gli investimenti in altri servizi pubblici.
Nonostante ciò, il digital divide si perpetua. In Italia e negli altri paesi coinvolti dalla ricerca, quasi la metà di coloro (46%, il 44% in Italia) che hanno sperimentato difficoltà di connessione durante la pandemia ha dichiarato di non aver potuto accedere a servizi critici come servizi sanitari online e educazione.
«Le istituzioni riconoscono che la domanda per Ultra Broadband accessibile, sicuro ed e affidabile è cresciuta esponenzialmente, e stanno agendo di conseguenza – chiosa Paolo Campoli, vp – head of Global Service Provider di Cisco – Questo include l’adozione di strategie europee e nazionali per portare la connessione fiber-to-the-home e 5G a tutte le famiglie ed alle imprese, con modelli di investimento e tecnologie che aiutino a superare le barriere economiche e geografiche, creando la rete Internet per il futuro: sicura, moderna e sostenibile Cambiare l’economia di internet è un imperativo se vogliamo creare un futuro inclusivo. Questo, così come una collaborazione ancora più stretta tra governi e service provider, è vitale se vogliamo emergere, più moderni ed infrastrutturati, dalla pandemia e da tempi che non hanno precedenti nella storia».
Le abitudini di uso cambiano, così come i metodi preferiti per connettersi
Il traffico internet ha avuto dei picchi di crescita tra il 25 e il 45% in molte aree del mondo durante la pandemia ed è rimasto a questi livelli, ma si tratta solo di un’anticipazione rispetto a quello che vedremo in futuro. Sempre più persone stanno scegliendo la flessibilità e la libertà nel decidere come, dove e quando lavorare, e in questo contesto il 47% degli italiani interpellati – quasi la metà, una percentuale elevata se pur inferiore di alcuni punti al 55% della media complessiva – ha dichiarato di attendersi che il proprio uso di internet da casa rimanga stabile o aumenti nei prossimi 12 mesi. . Il 26% degli italiani coinvolti nello studio – e il 21% del campione generale – si aspetta di usare la rete di meno di adesso, ma senza tornare ai livelli pre-pandemia.
Riguardo ai metodi di connessione preferiti per il futuro, la fibra ottica in banda ultralarga ha ottenuto il primo posto (quasi la metà del campione italiano). Al secondo posto (33,6% dei rispondenti italiani) è emersa una richiesta diversa: a prescindere dalla tecnologia, si vorrebbe avere accesso a internet sotto forma di servizio pubblico, fornito ovunque e in tutte le case come acqua o elettricità, dando ad ogni nucleo familiare la possibilità di accedervi proteggendosi con una propria password. Al terzo posto il 5G come forma di connessione esclusiva (per il 19,6% del campione). Il 47% del campione complessivo afferma che sarebbe disposto a pagare di più per una connessione più sicura. È chiaro che se da un lato una digitalizzazione così rapida creerà incredibili possibilità per tutti, sarà necessario trasformare le reti per poterle scalare davvero e per rispondere alle richieste crescenti dell’economia e della società.
«La rete è il sistema nervoso che permette a tutto e tutti di connettersi – conclude Campoli – È necessario mantenerla aperta, perche` non diventi monopolio di pochi attori, accessibile ovunque perche` il digital divide non sia una zavorra alla crescita del Paese, sicura perchè possa davvero accelerare la digitalizzazione di pubblico e privato. Questo significa trasformare la nostra infrastruttura di rete: reinventarla dalle fondamenta per creare un internet più semplice, sicuro, veloce e affidabile che chiuda una volta per tutte il digital divide. Se saremo disposti a creare un nuovo modo di costruirla, potremo creare un futuro inclusivo per tutti».