Per la prima volta è stato installato un chip nel cervello di un essere umano. Ad annunciarlo è stato Elon Musk in persona il 29 gennaio, in un post su X (ex Twitter): «I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali», spiega il fondatore di Neuralink, la società che ha condotto l’esperimento.
Un esperimento al quale la società lavorava da tempo, anche per ottenere le autorizzazioni del caso. Neuralink aveva infatti condotto per anni esperimenti su cavie animali e solo a settembre ha ottenuto il via libera dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti per avviare la sperimentazione su persone.
A cosa servono i chip neurali di Neuralink?
Lo scopo di queste ricerche coincide con la mission di Neuralink: creare un’interfaccia cerebrale generalizzata per ripristinare l’autonomia a persone con patologie mediche specifiche e sbloccare il potenziale umano di domani.
Alcuni esempio concreti: ridare mobilità a persone paralizzate, ridare la vista o udito a chi l’ha perduti, e via dicendo. Fattibile? Difficile a dirsi, dato che Neuralink si sta muovendo in un territorio totalmente inesplorato. Quello che è certo è che l’obiettivo è ancora distante. Non a caso, il primo “prodotto” dell’azienda sarà molto più semplice: si chiama Telepathy e secondo Elon Musk «permetterà di controllare il telefono o il computer e attraverso di questi, molti altri dispositivi».
Un’idea non certo nuova: già nei primi Anni 2000 sul mercato sono apparsi dispositivi di vario tipo che promettevano di farlo tramite interfacce che, al contrario di questa, erano molto meno invasive. Come semplici fasce da appoggiare in testa che rilevavamo l’attività cerebrale trasformandola in comandi per mouse e tastiera. Nessuna di queste ha mai dato i risultati sperati, che potrebbero però essere raggiunti grazie al chip di Neuralink.
Come si installa il chip?
L’interfaccia neurale sviluppata da Neuralink si chiama N1 Implant ed è di dimensioni microscopiche, nonostante includa tutto il necessario per il suo funzionamento, batteria inclusa. Può rilevare l’attività attraverso 1024 elettrodi collegati al cervello tramite quelli che vengono definiti thread, e che possiamo considerare come dei sottilissimi cavi che si connettono a specifiche aree del cervello.
Sono così sottili che sarebbe impossibile installarli manualmente. Per questo motivo Neuralink ha sviluppato uno speciale robot che si occuperà di effettuare l’operazione in maniera ultra-precisa e affidabile. Per farlo, è dotato di un ago di dimensioni microscopiche, più sottile di un capello umano.
Se le sperimentazioni avranno successo, il prossimo passo di Neuralink sarà quello di dare letteralmente superpoteri agli essere umani, potenziando il loro cervello un po’ come si fa coi computer: aggiungendo dell’hardware specifico.