Appendino, Raggi: adesso realizzate le Smart City!

Smart city

di Filippo Astone ♦ Lettera aperta alle nuove sindaco di Torino e Roma, Chiara Appendino e Virginia Raggi: le smart city possono far vivere molto meglio i cittadini, ed essere un volano eccezionale per manifattura e innovazione.

Cara Chiara Appendino, cara Virginia Raggi,







Voi siete giovani, siete colte, avete voglia di innovare e siete arrivate alla guida di Torino e Roma grazie a un Movimento, i 5 Stelle, che ha la cultura digitale nel suo dna. Tutto questo vi pone in pole position per realizzare, finalmente, le prime smart city italiane.

Fatelo! Fatelo! Fatelo: e guadagnerete una credibilità fortissima per poi permettere al Vostro Movimento di governare anche l’Italia.

Ma di che cosa parliamo quando ci riferiamo alle smart city? Lo spieghiamo non per Voi, che lo sapete benissimo, ma per i nostri lettori.

Smart City significa, letteralmente, “città intelligenti”. Ovvero, un’infrastruttura digitale interconnessa, in grado di fornire una gestione efficiente dei centri urbani attraverso l’offerta di servizi smart da parte delle imprese ai cittadini.

Nella pratica, il termine si usa per indicare la gestione di grandi agglomerati urbani attraverso un uso strategico delle tecnologie Ict. Per esempio, fare in modo che quando alcune grandi aziende terminano l’orario di lavoro, nelle zone di pertinenza passino più veicoli della metropolitana. Oppure, utilizzare i dati provenienti dai “contatori intelligenti” per un’erogazione più accorta, e sostenibile, dell’energia. Insomma, regolare tutto il flusso di servizi, e di traffico, in base alle reali necessità degli utenti, in modo da risparmiare e rendere migliore la vita dei cittadini.

Virginia Raggi e Chiara Appendino
Virginia Raggi e Chiara Appendino

Connessioni urbane

Tutto questo potrebbe diventare potente grazie all’Internet of things, che in italiano si chiama Internet delle cose e significa porre sensori su qualunque oggetto in movimento, in modo da ricavare informazioni (Big Data) che, una volta analizzate, permettono l’erogazione di servizi a misura d’uomo. Il meccanismo, e le relative potenzialità, sono spiegate dal sociologo Matteo Colleoni in questa intervista a Luigi Dell’Olio. Le città italiane hanno uno straordinario patrimonio ancora da sfruttare: i loro dati. Lo spiega con efficacia Stefano Venturi – ceo di Hpe in Italia – in questa intervista di Monica Battistoni.

Per Industria Italiana il discorso delle smart city è strategico.
Per almeno due ordini di motivi.

Il primo è che – come viene spiegato in questo articolo di Luigi Dell’Olio – le smart city potrebbero essere uno straordinario veicolo di sviluppo per la parte migliore della manifattura italiana. Una smart city, per esempio, vive di sensori, settore industriale che vede l’Itaia all’avanguarda nel mondo. Mai come ora, l’industria italiana della sensoristica è robusta e ricca di iniziative. Basti dire che un colosso industriale come St Microelectronics produce i suoi sensori in Brianza, che una multinazionale tascabile italiana come la bresciana Gefran è all’avanguardia nella sensoristica per l’automazione e che perfino un nome del calibro di Robert Bosch ha nel nostro Paese attività ingegneristiche e produttive nel campo della sensoristica. Inoltre, una smart city vive di infrastrutture per la mobilità ad alto valore aggiunto, dalle carrozze per le metropolitane ai tram, dai veicoli elettrici (motorini, auto, autobus) e a tutte le infrastrutture di gestione relative fino alla produzione di sistemi di monitoraggio dell’inquinamento. Non è un caso che Assolombarda (come spiegato in questo articolo pubblicato nella sezione Analisi del nostro sito) abbia scelto di cavalcare il fenomeno.

Il secondo motivo è che le smart city potrebbero essere un eccellente veicolo per introdurre forme di innovazione ad alto valore aggiunto che poi, così, potrebbero facilmente estendersi al resto della società e dell’economia italiana. Per esempio, se una città si dota di un’infrastruttura avanzata di Internet of Things, con il relativo sistema di analisi dei dati, poi potrebbe essere molto più facile avviare un sistema virtuoso che “contagi” anche le aziende sul territorio.

Roma Skyline
Roma Skyline

Non stiamo parlando di una partita di poco conto.

La competitività del sistema industriale italiano dipende fortemente dalla diffusione prima dell’Internet of Things e poi dell’Industry 4.0. Lo abbiamo spiegato fin dall’esordio di Industria Italiana, in questa analisi a mia firma.

Le opportunità, insomma, sono infinite.

Cara Chiara Appendino, cara Virginia Raggi, ma anche caro Beppe Sala: datevi da fare!

L’occasione è unica!

Comunque, per chi volesse saperne di più sull’argomento – al di là degli articoli di Industria Italiana che abbiamo segnalato in questa sede e che trovate nella nostra homepage – segnaliamo un ottimo articolo che l’esperto Marco Demitri ha pubblicato sul suo blog.


LE SMART CITY SECONDO MARCO DEMITRI

DEFINIZIONE

«Il “funzionamento” e la competitività delle città ai nostri giorni non dipendono solo dalle sue infrastrutture materiali (“capitale fisico”), ma anche, e sempre di più, dalla disponibilità e dalla qualità delle infrastrutture dedicate alla comunicazione (ICT) ed alla partecipazione sociale (“capitale intellettuale e sociale”). Il concetto di “smart city” individua l’insieme organico dei fattori di sviluppo di una città mettendo in risalto l’importanza del “capitale sociale” di cui ogni ambito urbano è dotato. Non si tratta quindi di fermarsi al concetto di “città intelligente” intesa come “città digitale”, ma di fare un passo in avanti.

Una città può essere classificata come smart city se gestisce in modo intelligente (“smart”, appunto) le attività economiche, la mobilità, le risorse ambientali, le relazioni tra le persone, le politiche dell’abitare ed il metodo di amministrazione. In altre parole, una città può essere definita come “smart” quando gli investimenti in capitale umano e sociale e nelle infrastrutture tradizionali (trasporti) e moderne (ICT) alimentano uno sviluppo economico sostenibile ed una elevata qualità della vita, con una gestione saggia delle risorse naturali, attraverso un metodo di governo partecipativo. É importante rimarcare come l’aspetto “smart” non debba essere collegato unicamente alla presenza di infrastrutture di informazione e comunicazione, ma anche e soprattutto al ruolo del capitale umano, sociale e relazionale (istruzione, cultura, ecc.), ed al riconoscimento del settore ambientale come fattore importante di crescita urbana. Anche l’Unione Europea ha dedicato un impegno costante per elaborare una strategia per raggiungere una crescita urbana “intelligente” per le sue città metropolitane.

CHE COSA SERVE PER DEFINIRE “SMART” UNA CITTA? (citiamo ancora da Marco Demitri)

Dal punto di vista infrastrutturale, è importante che le risorse disponibili siano utilizzate “in rete” per migliorare l’efficienza economica e politica e consentire lo sviluppo sociale, culturale e urbano. Il termine  infrastruttura ricomprende in senso lato la disponibilità e la fornitura di servizi per i cittadini e le imprese, facendo ampio uso delle tecnologie di informazione e comunicazione (telefonia fissa e mobile, reti informatiche, ecc.), evidenziando l’importanza della connettività come importante fattore di sviluppo.

Dal punto di vista economico, una città è considerata “smart” se approfitta dei vantaggi derivanti dalle opportunità offerte dalle tecnologie ICT per aumentare la prosperità locale e la competitività. Si ragiona quindi sulla creazione di città aventi caratteristiche tali da attrarre nuove imprese, aspetto è a a sua volta associato alla pianificazione territoriale della regione alla quale la città appartiene, che deve allo stesso modo essere realizzata in modo intelligente seguendo i medesimi approcci delle smart cities.

Dal punto di vista sociale, si evidenzia il ruolo del capitale umano e relazionale nello sviluppo urbano.

Torino Skyline
Torino Skyline

E LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI?

In quest’ottica, una Smart City è una città la cui comunità ha imparato ad apprendere, adattarsi e innovare, con particolare attenzione al conseguimento dell’inclusione sociale dei residenti ed alla partecipazione dei cittadini nella pianificazione urbanistica e territoriale. Diventano quindi fondamentali iniziative come la progettazione partecipata e la consultazione on-line, per consentire ai cittadini di percepire una reale democrazia in relazione alle decisioni che li coinvolgono. E non vanno inoltre tralasciate iniziative di miglioramento della gestione della città stessa, come ad esempio i piani dei tempi e degli orari.

Dal punto di vista ambientale, emerge l’esigenza della sostenibilità, aspetto molto importante in un mondo dove le risorse sono scarse e dove le città basano sempre più il loro sviluppo anche sulla disponibilità delle risorse turistiche e naturali. In una smart city, in particolare, il loro “sfruttamento” deve garantire l’uso sicuro e rinnovabile del patrimonio naturale. Anche con iniziative tese a ridurre le emissioni di sostanze inquinanti e di gas serra, come l’erogazione diincentivi economici per chi si reca al lavoro in bicicletta (spostamenti in itinere).

LE POSSIBILI TECNOLOGIE

Dal punto di vista tecnologico, possiamo fare alcuni esempi concreti delle tecnologie di cui può dotarsi una Smart City. Possiamo ad esempio considerare una rete di sensori in grado di misurare diversi parametri per una gestione efficiente della città, con dati forniti in modalità wireless e in tempo reale ai cittadini o alle autorità competenti. I cittadini possono quindi monitorare la concentrazione di inquinamento in ogni via della città, ottenendo anche allarmi automatici quando il livello supera una certa soglia. Analogamente, è possibile per le amministrazioni ottimizzare l’irrigazione dei parchi, o l’illuminazione delle strade. Ancora: si possono rilevare perdite nella rete idrica, eseguire una mappatura del rumore, o impostare l’invio di avvisi automatici da parte dei cassonetti della spazzatura quando sono quasi pieni.

Nel campo del traffico stradale si può intervenire sui cicli semaforici per gestire la circolazione delle automobili in modo dinamico. Allo stesso modo, i guidatori possono ottenere informazioni in tempo reale per trovare rapidamente un parcheggio, risparmiando tempo e carburante e contribuendo alla riduzione della congestione stradale. Per il trasporto pubblico, è possibile implementare sistemi di monitoraggio e di avviso in tempo reale dei passaggi degli autobus alle fermate. Si tratta di tecnologie peraltro già in uso in molte delle nostre città, che aiutano molto i cittadini (ed i Comuni) nella gestione della vita quotidiana. E non solo la mobilità “ordinaria” delle grandi città può diventare intelligente, ma si può lavorare anche su questioni come logistica urbana e distribuzione delle merci, fino ad arrivare ad una situazione limite come il trasporto “smart” di merci pericolose in città. Ma occorre partire quantomeno da una attenzione adeguata alla semplice sicurezza dei pedoni. E passare, subito dopo, alla definizione di un adeguato piano della mobilità ciclistica (come il Biciplan di Bologna), per il miglioramento della mobilità cittadina.

 














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