Le persone stanno tornando a lavorare in ufficio e le aziende inevitabilmente si sono attivate per fare corsi di formazione sulle misure sanitarie così da prevenire ulteriori contagi. Gli hacker non stanno a guardare e Check Point le mette in guardia: l’azienda ha rilevato numerosi tentativi di phishing che cercano di distribuire malware spacciandosi per informazioni a tema Covid-19, cercando di sfruttare l’attenzione sul tema.
Solo nelle prime due settimane di giugno, sono stati registrati 2.451 domini relativi al coronavirus, il 4% dei quali contiene contenuti malevoli, mentre un 3% è sospetto.
«I dipendenti di tutto il mondo dovrebbero essere prudenti quando aprono e-mail e documenti, assicurandosi che siano inviati da una fonte legittima all’interno della loro azienda», ammonisce David Gubiani, Regional Director Se Emea Southern di Check Point. «Ultimamente, stiamo assistendo a una tendenza degli hacker di sfruttare nomi ben noti, come Microsoft Office 365, per ingannare i dipendenti. Una cosa è certa: la pandemia da Coronavirus ci sta portando verso un’altra pandemia, quella informatica».
Gli attacchi che sfruttano l’attenzione nei confronti del Covid-19 non sono gli unici da fronteggiare. Check Point ha scoperto una campagna spam dannosa legata al movimento Black Lives Matter contenente il malware Trickbot e mette in guardia anche dai falsi curriculum vitae: a giugno l’azienda ha riportato un aumento settimanale del 20% degli attacchi informatici basati su Cv in Usa ed Europa già a partire da maggio, uno su 370 file. Questa tendenza è stata rilevata anche in altri pesi: a partire da maggio, il numero di truffe settimanali sui Cv è raddoppiato a livello globale nel mese di giugno, con un allegato malevolo su 1.270.