Sfide IT in crescita. Per affrontarle, la maggior parte dei cio punta ad assumere nuovi profili. L’analisi di Cegos

Le critiche mosse più di frequente alle direzioni IT: troppi vincoli operativi, eccessiva concentrazione sulla tecnologia e mancanza di trasferimento di conoscenze

Emanuela Pignataro, head of business transformation & head of execution di Cegos Italia

Il Gruppo Cegos, realtà attiva nel settore della formazione, ha presentato i risultati del Barometer Sfide e competenze per i dipartimenti e i team IT”, studio internazionale condotto in Francia, Germania e Italia. Per questa prima edizione sono stati coinvolti 600 Direttori o Responsabili dei Sistemi Informativi (200 per Paese). Tutti lavorano in organizzazioni con più di 50 dipendenti nel settore pubblico e privato.

Alla domanda sulle principali qualità di un buon Direttore IT, gli intervistati si sono espressi a favore delle competenze tecniche (48%), della visione strategica (47%) e della capacità di innovare (39%). Dato che i CIO si trovano oggi ad affrontare molteplici e rapidi cambiamenti tecnologici – che hanno un impatto sull’intera organizzazione -, questa triade tecnica/strategica/ innovativa sembra logica. Subito dopo questo mix, i Direttori IT sottolineano l’importanza della leadership (38%), una componente fondamentale nella gestione di progetti spesso complessi e trasversali.







La classifica risulta differente a seconda del Paese. Gli intervistati francesi inseriscono al primo posto la visione strategica (48%), seguita dalle competenze tecniche (39%) e dalla leadership (35%). In Germania le prime posizioni sono occupate da expertise al 49%, capacità di innovazione al 41%, visione strategica al 39% e leadership al 38%. In Italia è l’expertise tecnica a spiccare con il 56%, seguita da visione strategica al 52%, capacità di innovazione al 45% e leadership al 42%. 

In tutti e tre i Paesi, le competenze interfunzionali e comportamentali (soft skill come capacità relazionali, di ascolto, persuasione, buon senso, lucidità), si attestano a un livello relativamente basso. Questa importanza relativa è indubbiamente dovuta alla predominanza delle evoluzioni tecnologiche, che i reparti IT devono costantemente integrare e supportare.

Per quanto riguarda le qualità richieste per svolgere il proprio ruolo, si notano poche differenze di percezione a seconda delle dimensioni del team gestito dai CIO. Si evidenzia, tuttavia, che le competenze relazionali sono più rilevanti per gli IT Manager che gestiscono team di piccole dimensioni e che le capacità di leadership sono maggiormente apprezzate dai Direttori IT delle Pmi e dei grandi gruppi.

Le critiche mosse più di frequente alle direzioni IT: troppi vincoli operativi, eccessiva concentrazione sulla tecnologia e mancanza di trasferimento di conoscenze

Quando abbiamo chiesto alle Direzioni IT di indicare le tre principali critiche che ricevono generalmente dai dipendenti della loro organizzazione, la prima è stata quella di imporre troppi vincoli operativi (38%), seguita dall’essere troppo concentrati sull’aspetto tecnico (37%) e dalla mancanza di tecniche pedagogiche, ovvero, l’incapacità di trasferire una materia complessa a chi non è esperto del loro ambito (32%). 

Di fronte alle diverse e pressanti richieste dell’organizzazione e dei dipartimenti aziendali, le Direzioni IT devono spesso fare i conti con un “sì, ma” (legato a budget, risorse, vincoli tecnologici, ecc.). Le loro difficoltà sono spesso percepite come un ostacolo, quindi devono rendere chiaro e comprensibile il loro lavoro e i loro vincoli: è questa la posta in gioco quando si tratta di trasferire informazioni in un contesto sempre più complesso per loro stessi e per i loro team.

Tuttavia, quando si parla di queste critiche alle Direzioni IT, va notato che le risposte differiscono a seconda del Paese: in Francia, l’aspetto tecnico è citato al primo posto (48%); in Germania, la mancanza di trasparenza è al pari dell’aspetto tecnico (38%); in Italia, i vincoli operativi sono la critica principale (42%).

Emerge che ci sono scarse differenze di percezione in relazione alle dimensioni del team gestito, ad eccezione del focus tecnico (più rilevante per i CIO che gestiscono team di grandi dimensioni) e della mancanza di reattività e tecniche pedagogiche (critiche più pronunciate nelle piccole organizzazioni).

Gli aspetti che hanno attratto i CIO verso il loro ruolo sono ancora presenti ma non sono quelli che danno loro maggiore soddisfazione.

Qual è la percezione dei Direttori IT su ciò che li ha attratti del loro ruolo, su ciò che hanno trovato in esso e su ciò che, in ultima analisi, dà loro maggiore soddisfazione nel quotidiano? 

Nel complesso, gli intervistati affermano di aver trovato nel loro ruolo anche più di quanto si aspettassero: essere al centro delle decisioni strategiche dell’azienda (43%), accompagnare i progetti di cambiamento (47%) e assistere i team nel loro lavoro e nella loro efficienza operativa (42%). Ancor più del previsto, stanno effettivamente svolgendo un ruolo di esperti tecnologici (46%), facendo evolvere la loro organizzazione (46%) e agendo come consulenti per i manager (54%).

Nonostante ciò, in una funzione così vasta, i CIO sembrano riportare un sentimento di insoddisfazione, poiché ciò che predomina nella loro funzione non è sempre ciò che li gratifica maggiormente nel quotidiano. I punteggi per ciascuna delle voci interrogate, infatti, sono bassi ed è in Francia che le differenze di percezione tra aspettative e soddisfazione effettiva sono più elevate. 

Vale la pena notare, tuttavia, che i Direttori IT apprezzano maggiormente di sé stessi il ruolo di supporto ai team nel loro lavoro e nella loro efficienza operativa, nonché il ruolo di esperti tecnologici elementi che sono indubbiamente legati ad una forte sensazione di utilità e competenza.

Ancora una volta, questi risultati testimoniano la realtà di una funzione che è sempre più esposta e guidata dai cambiamenti tecnologici e che ora deve ricoprire molti ruoli: business partner, partner operativo, alleato tecnologico, portatore di trasformazione, ecc.

Le tre principali difficoltà incontrate dalle Direzioni IT: questioni tecniche che hanno la precedenza sulla strategia, cambiamenti continui e difficoltà nell’assumere e trattenere risorse IT

Per quanto riguarda le difficoltà che incontrano quotidianamente nel loro ruolo, il 67% degli intervistati indica un ruolo più tecnico che strategico. Inoltre, il 58% afferma di dover affrontare continui cambiamenti e riorganizzazioni e il 56% ha difficoltà di recruitment e retention per disporre delle adeguate risorse informatiche (difficoltà riscontrata indipendentemente dalle dimensioni del team gestito). 

Va anche aggiunto che il 42% di loro non ha spazio di manovra e che la stessa percentuale ha difficoltà a cogliere e integrare i numerosi sviluppi tecnologici

La mancanza di margini di manovra è ovviamente più pronunciata tra i Direttori IT che gestiscono un piccolo team, così come la mancanza di supporto da parte della Direzione Generale.

Inoltre, il supporto da parte del senior management è tutt’altro che sistematico, con il 39% dei CIO intervistati che dichiara di esserne sprovvisto.

Infine, va notato che il 33% degli IT Manager intervistati ha dichiarato di non disporre di informazioni sulla strategia della propria organizzazione. Si tratta di una percentuale relativamente alta, che solleva interrogativi sulla posizione e sulla capacità d’azione di una funzione che oggi è al centro di sfide tecnologiche che hanno un forte impatto sulle performance.

Mentre gli intervistati francesi sono in linea con i risultati complessivi, quelli tedeschi e italiani non evidenziano le stesse difficoltà: in Germania, i Direttori IT sembrano più vincolati dalla mancanza di supporto strategico e di riconoscimento del loro contributo, mentre quelli italiani sembrano più inclini all’agilità. Più in generale sembrano incontrare minori difficoltà rispetto al resto del campione. In particolare, rilevano le percentuali più basse riguardo la mancanza di margini di manovra, affermano di ricevere il sostegno della Direzione Generale e dichiarano miglior visione sulla strategia aziendale e minor frequenza nel dover fronteggiare continui cambiamenti organizzativi.

Per far fronte alle numerose sfide che la loro funzione deve affrontare, negli ultimi tre anni gli IT Manager hanno fatto affidamento su budget che sono rimasti stabili per il 47% di loro e sono aumentati per la stessa percentuale di intervistati

I risultati sono simili a prescindere dalle dimensioni del team gestito. A seconda del Paese, le situazioni sono contrastanti: in Francia, il 56% dichiara un budget in aumento e il 38% un budget stabile. La situazione è molto simile in Italia, dove il 52% ha dichiarato un budget in crescita e il 42% che si è mantenuto stabile. La proporzione si inverte in Germania: in aumento per il 35% degli intervistati e stabile per il 59%. 

Le stesse tendenze si applicano al budget 2024: il 47% delle Direzioni IT afferma che il proprio budget è in aumento, mentre il 45% afferma che è stabile. Gli aumenti di budget sono più comuni tra le Direzioni IT delle grandi aziende, che gestiscono team più numerosi. Anche in questo caso, i dati sono diversificati a seconda dei Paesi. Da un lato troviamo la Francia con il 52% in aumento e il 38% stabile e l’Italia dove il 54% ha dichiarato un budget in aumento e il 38% invariato; dall’altro la Germania con percentuali inverse (35%, 59%), che ha vissuto un clima economico più difficile negli ultimi mesi.

Complessivamente, tenendo conto di tutte le sfide menzionate in precedenza e di eventuali vincoli che possono trovarsi ad affrontare, i CIO valutano le prestazioni della funzione IS/IT della loro organizzazione con un punteggio di 7,8/10. Questa valutazione piuttosto positiva è comune a tutti e tre i Paesi: 7,8 in Francia e Italia e 7,9 in Germania.

«I risultati di questo Barometer sollevano un punto essenziale: le Direzioni IT devono spesso rielaborare ciò che hanno appena costruito e implementato, a fronte di un numero sempre maggiore di rapidi cambiamenti tecnologici e delle reali difficoltà nell’attrarre e trattenere i talenti IT necessari. Infine, i budget stabili o in crescita a loro disposizione devono essere rapportati alle grandi sfide da affrontare, che richiedono investimenti sempre maggiori.» commenta Emanuela Pignataro, head of business transformation & head of execution di Cegos Italia. «Sebbene si tratti di un compito  tutt’altro che semplice, le Direzioni IT valutano positivamente le proprie performance, con un punteggio di 7,8 su 10. Questo punteggio riflette senza dubbio il fatto che ritengono di riuscire a garantire gli aspetti essenziali in un ambiente complesso e vincolato. Se guardiamo alle aree in cui sono più soddisfatti, vedono in primis la propria capacità di supportare i team dell’organizzazione nel loro lavoro e nella loro efficienza operativa, apprezzando poi il ruolo di esperto tecnologico, sempre più cruciale per le aziende. Infine, il loro contributo nel supportare il cambiamento e nel collaborare con i manager significa che sono direttamente in contatto con le linee di business e le sfide aziendali della loro organizzazione».














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