Per Cefriel Gaia-X è un abilitatore di mercato per prodotti digitali B2b

Il framework Ue rappresenta un’opportunità concreta non solo per supportare l’attuazione della European Strategy for Data, ma anche per creare le fondamenta dell’intera strategia europea per la regolamentazione dei mercati digitali business to business

Gaia-X è un’iniziativa europea nata con l’obiettivo di creare ecosistemi digitali aperti, trasparenti e sicuri. L’obiettivo è quello di sviluppare un framework di controllo e governance e di implementare un set comune di politiche e regolamenti da applicare a tecnologie cloud ed edge, così da garantire controllo, interoperabilità e portabilità.

Secondo Cefriel, Gaia-X permetterà la creazione di mercati Business To Business di prodotti digitali,  per esempio flussi informativi, connettori a servizi digitali, funzionalità infrastrutturali (come le capacità di elaborazione erogate in cloud). In un white paper, Cefriel sottolinea come il framework europeo  sia un modello applicabile in diversi mercati:







  • aziendali, per la distribuzione di prodotti digitali B2B all’interno di una singola impresa o di un gruppo di imprese; 
  • interaziendali, per la distribuzione di prodotti digitali B2B all’interno di specifiche filiere di imprese (supply chain); 
  • aperti, per la distribuzione di prodotti digitali B2B potenzialmente a tutti i soggetti economici interessati, anche non noti a priori.
Tipologie di mercati abilitate dal modello Gaia-X

L’approccio che una decade Cefriel propone ai propri clienti è coerente con il modello Gaia-X. A partire dall’esperienza dell’Ecosistema Digitale E015, avviata in vista dell’esposizione universale Expo Milano 2015 e attualmente attiva, Cefriel ha messo a punto un proprio framework operativo per la costruzione di ecosistemi digitali, il Digital Ecosystem Toolkit. Uno strumento che permette non solo di attivare nuovi mercati di prodotti digitali B2b, ma anche di

  • favorire una crescita costante, in termini di progressivo e incrementale popolamento del mercato (nuovi prodotti digitali B2B messi a disposizione per l’instaurazione di relazioni, a partire da asset di valore già disponibili o in corso di realizzazione);
  • garantire la gestione continuativa, anche attraverso la definizione di precisi ruoli organizzativi in carico di definire le regole di collaborazione e gli standard di riferimento del mercato, mettere a disposizione gli elementi chiave per abilitarne il funzionamento, gestire i processi propri di funzionamento dell’iniziativa e la relazione con la community, indirizzare l’evoluzione progressiva del mercato;
  • promuovere l’adozione diffusa, attraverso azioni costanti di promozione e ingaggio volte ad ampliare l’insieme dei soggetti coinvolti nel mercato e a favorire l’identificazione di scenari d’uso degli asset che possano sbloccare ulteriore valore per il business.ne viene favorita una crescita costante, in termini di progressivo e incrementale popolamento del mercato (nuovi prodotti digitali B2b messi a disposizione per l’instaurazione di relazioni, a partire da asset di valore già disponibili o in corso di realizzazione);
  • garantire la gestione continuativa, anche attraverso la definizione di precisi ruoli organizzativi in carico di definire le regole di collaborazione e gli standard di riferimento del mercato, mettere a disposizione gli elementi chiave per abilitarne il funzionamento, gestire i processi propri di funzionamento dell’iniziativa e la relazione con la community, indirizzare l’evoluzione progressiva del mercato;
  • promuovere l’adozione diffusa, attraverso azioni costanti di promozione e ingaggio volte ad ampliare l’insieme dei soggetti coinvolti nel mercato e a favorire l’identificazione di scenari d’uso degli asset che possano sbloccare ulteriore valore per il business.

«La collaborazione diventa fondamentale anche all’interno di una stessa azienda o gruppo industriale, poiché permette di sbloccare ulteriore valore a partire da elementi condivisi e non più confinati all’interno di strutture organizzative chiuse. Tali attori possono in questo modo valorizzare i propri asset digitali mettendoli a disposizione di altri, mantenendone sempre completo presidio e controllo», afferma Michele Bonardi, responsabile della Practice Digital Ecosystems e tra gli autori del White Paper.

 














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