Bending Spoons: l’app per il tracciamento dei positivi da Coronavirus

di Laura Magna ♦︎ Il sistema, partendo dai dati georeferenziati e anonimi, individua movimenti e interazioni delle persone, e raccoglie un loro diario clinico come l'insorgenza della febbre e altri sintomi. Inoltre l’applicazione permette di sapere con quali individui il soggetto è entrato in contatto e se è scattata l'auto-quarantena

L’Italia come la Corea per la gestione del Covid-19. Grazie a un’app – ormai pronta e in fase di test – che, installata sullo smartphone, aiuta a ricostruire i movimenti delle persone positive al coronavirus e di chi è entrato in contatto con loro. In questo modo si riesce, come appunto ha fatto la Corea, a contenere la diffusione con lockdown selettivi e senza danni per l’economia.

Se ne parla da qualche settimana: allo sviluppo hanno partecipato un gruppo di esperti italiani, tra cui Luca Foresti, fisico e amministratore delegato della rete di poliambulatori specialistici Centro medico Santagostino e Giuseppe Vaciago, avvocato e uno dei maggiori esperti nella protezione dei dati sensibili del Paese. Ma, soprattutto, alcune start-up, del nuovo made in Italy, capaci di competere con i colossi globali hi-tech. Si tratta di Jakala, specializzata nel martech, Geouniq con focus sulla location analytics, ossia analisi di dati sulle abitudini comportamentali dei consumatori tramite gli smartphone e Bending Spoons, pmi innovativa con sede in Corso Como a Milano che è leader in Europa nella produzione di App. 







Quello che non si ancora è quando questo strumento sarà disponibile, come ha dichiarato qualche giorno fa all’Ansa Luca Foresti. Anche Bending Spoons, contattata da Industria Italiana, ha confermato di non avere novità da comunicare al momento. 

Luca Foresti, fisico e ad della rete di poliambulatori specialistici Centro medico Santagostino

Si sa invece che la app è «un sistema tecnologico che possa andare nelle mani delle istituzioni per aiutarle a gestire la crisi, tenuto conto del fatto che non sarà breve e avrà una crescita, è importante avere strumenti che permettono di tracciare cosa succede sul territorio», come ha spiegato Foresti nei giorni scorsi. La tecnologia alla base permette, a partire dai dati georeferenziati e anonimi, di individuare movimenti e interazioni delle persone, raccoglie un loro diario clinico come l’insorgenza della febbre e altri sintomi e capisce, molto prima dell’arrivo in ospedale, che in una zona c’è un focolaio. Il tracciamento, inoltre, permette di sapere con quali persone il soggetto è entrato in contatto e se è scattata l’auto-quarantena.

«Le persone che scaricano e installano l’app sul cellulare diventano un nodo di raccolta di dati georefrenziata che aiuta tutti ma aiuta anche il singolo individuo ad avere informazioni puntuali su se stesso», sottolinea Foresti che aggiunge che non ci saranno problemi sul fronte della privacy «perché l’app è solo un punto di contatto tra il sistema e le persone senza rivelare dati personali, la stiamo testando e ci stiamo muovendo in modo rapido anche se ci sono tanti passaggi di tipo tecnologico e istituzionale».














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