Bdo: M&A tornano ai livelli pre-Covid

Nel secondo trimestre 2021 sono state registrate 2.100 operazioni di fusione e acquisizione, per un valore aggregato superiore ai 210 miliardi di dollari. Record di investimenti di operatori private equity

Stefano Variano, partner advisory di Bdo Italia

Il settore M&A torna a galoppare, come conferma il rapporto periodico Horizons di Bdo, e torna ai livelli pre-pandemia.

Nel corso della seconda metà del 2021 si sono registrate circa 2.100 operazioni di fusione e acquisizione nel mid-market a livello globale, un dato in linea con quello dei tre mesi precedenti, mentre il valore aggregato ha superato i 210 miliardi di dollari, ponendolo come terzo trimestre consecutivo in cui questo dato ha oltrepassato i 200 miliardi di dollari. Il valore medio delle operazioni ha superato, per la prima volta, i 100 milioni di dollari.







In questo scenario, il settore del private equity ha contribuito per il 30% del valore totale dei deal, segnando per la prima volta un valore medio superiore a 150 milioni di dollari per operazione.

«Il secondo trimestre 2021 ha visto un ritorno dell’attività di M&A a livello globale su livelli paragonabili a quelli pre-pandemia e ha confermato il ruolo da protagonisti svolto dagli operatori di private equity che hanno raggiunto livelli record di operazioni negli scorsi tre mesi», commenta Stefano Variano, partner advisory di Bdo Italia. «La ripresa non è però omogenea nelle varie aree del mondo e il Sud Europa, pur registrando un progresso rispetto al trimestre precedente, è ancora lontana dai dati del 2019. Considerando però lo scenario macroeconomico dei prossimi mesi, rimaniamo però fiduciosi in una prosecuzione della ripresa e sulla crescita delle transazioni».

L’analisi settoriale evidenzia che, nel secondo trimestre del 2021, il comparto Technology-Media-Telecoms ha registrato la maggiore crescita rispetto a tutti gli altri, totalizzando 572 operazioni e rappresentando quindi 1 deal su 4 a livello globale. Il valore totale delle operazioni nel settore ha raggiunto i 63,5 miliardi di dollari e le previsioni indicano, per fine anno, un aumento rispetto al dato complessivo del 2020. Un significativo contributo arriva dal mondo del private equity, che è stato coinvolto, nel periodo aprile-giugno in 194 deal, per un valore di 30 miliardi di dollari, rappresentando il 33,9% del volume e il 47% del valore totale delle operazioni nel comparto. Questi risultati rendono evidente la grande attrattività svolta dal digitale, sia in relazione ai media che allo sviluppo dell’e-commerce, e beneficiano anche dall’attenzione che la pandemia ha rivolto alle applicazioni tecnologiche in campo farmaceutico e sanitario.

Altri due settori in forte crescita nel secondo trimestre 2021 sono stati Business Services e Consumer.

Per quanto riguarda le aree geografiche, l’attività M&A è risultata in aumento nella maggior parte di esse, in particolare Australasia e America Latina. Il Nord America ha rappresentato il 30% dell’attività sul mid market a livello globale, seguita dalla Cina con una quota attorno al 20%.

Le previsioni per la seconda metà dell’anno rimangono ottimistiche per una prosecuzione dei livelli attuali a livello globale, in quanto gli operatori hanno ampia liquidità da destinare alle operazioni di M&A; la principale incertezza risiede quindi nella capacità di individuare target adatti, piuttosto che nell’appetito degli acquirenti.

Nel Sud Europa, durante il secondo trimestre del 2021, si sono registrate 127 operazioni M&A, un dato che, pur segnando un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2020, risulta ancora piuttosto lontano dai livelli pre-pandemia (-28% rispetto al secondo trimestre 2019). Un andamento analogo si rileva sia a livello di valore dei deal, che risulta in aumento del 30% rispetto al dato dello scorso anno, ma in calo dell’11% rispetto al Q2 2019.

Anche in questa regione, gli operatori di private equity hanno visto una crescita del loro ruolo nelle operazioni di fusione e acquisizione, aumentando il numero assoluto di deal (42 rispetto ai 33 del trimestre precedente) e la quota delle transazioni (33% rispetto al 27% del Q1 2021).

Analizzando i diversi settori, Industrials & Chemicals riconquista la prima posizione tra quelli più attivi, collezionando 26 deal nel secondo trimestre e rappresentando una quota del 21% del totale delle operazioni. A livello di numeri assoluti, però, la prima posizione è appannaggio del comparto Technology, con 34 transazioni (27% del totale), mentre al terzo posto si piazza il settore Consumer con 18 operazioni e una quota del 14% del totale. Seguono i comparti Business Services, Energy, Mining & Utilities e Pharma, Medical & Biotech, che arrivano complessivamente a 36 deal.

Il mercato italiano, durante il secondo trimestre 2021, ha visto diverse operazioni di una certa rilevanza. Lo scorso mese di aprile, il Gruppo francese Engie ha ceduto il 60,5% di Engie Eps, start-up italiana specializzata in sistemi di accumulazione di energia alla taiwanese Taiwan Cement per un valore di 283 milioni di dollari. In maggio, invece, Nexi, nel suo percorso di rafforzamento sul mercato nazionale, ha annunciato l’acquisizione della totalità dell’Italian Retailers Payment Business da Ubi Banca per 281 milioni di dollari.

Infine, un altro deal da segnalare avvenuto durante il secondo trimestre 2021 riguarda la cessione di Metaenergia Produzione al gruppo tedesco Ikav Capital Partners da parte del fornitore italiano di servizi energetici Metaenergia per un valore di 590 milioni di dollari.














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