Dalla Basilicata all’Europa. La meccanica di precisione di C.o.m. Scpa (Mobas 4.0) che piace a Bosch, Marelli, Carraro, Dana, Bonfiglioli, Brevini

di Marco de' Francesco ♦︎ L'azienda di Palazzo San Gervasio (80 dipendenti, 8 mln di fatturato) è specializzata in meccanica di precisione. Il ruolo nel progetto Mobas 4.0 della Basilicata. WP5 – Mobilità sostenibile per il trasporto pubblico urbano. Ne parliamo con il presidente Mario Zagaria

Mario Zagaria, presidente del cda di C.o.m. Spca

Progettare e realizzare una scatola di riduzione per un minibus elettrico, da applicare prima del ponte differenziale. Si tratta di una componente critica del sistema di trasmissione di potenza: infatti, per costruirla, sono stati eseguiti test preliminari sul rotolamento delle ruote dentate con verifica delle durezze superficiali, nonché trattamenti termici per garantire l’efficacia dei particolari in condizioni operative. Ecco, questa è la principale attività che la C.o.m. Società Cooperativa officine meccaniche di Palazzo San Gervasio (Potenza) ha portato avanti nel contesto del progetto di R&D Mobas 4.0 (acronimo di “Mobilità sOstenibile in BASilicata 4.0”), uno dei dieci co-finanziati nel 2021 dalla Regione Basilicata (nell’ambito dell’asse I – ricerca, innovazione e sviluppo tecnologico del Po Fers 2014-2020, azione 1B.1.2.1.). il progetto è stato realizzato con il contributo dell’Unione Europea.

La C.o.m. Scpa, 8 milioni di revenue, realizza particolari di meccanica di precisione per conto terzi, con produzioni di media e alta serie, in particolare: coppe olio, collettori, carter per motori diesel e veicoli industriali, oltre a componenti per sistemi frenanti e sospensioni. Produce peraltro parti di organi per la trasmissione di potenza: alberi, flange, scatole, coperchi, differenziali, riduttori, moltiplicatori e altro. Le dimensioni massime dei particolari lavorabili sono di 800 mm di diametro in tornitura e di 1x1x1 m sui centri di lavoro. Il mercato coperto dalla C.o.m. si estende per lo più in ambito europeo, lì dove operano gli stabilimenti dei principali clienti, tra cui Bosch, Marelli, Carraro, Dana, Bonfiglioli, Brevini e altre. La C.o.m. si estende su una superfice di 15mila metri quadrati di cui 7.500 coperti.







L’obiettivo di Mobas 4.0 era quello di sviluppare nuove soluzioni tecnologiche legate al settore automotive per migliorare i servizi della mobilità sostenibile pubblica e privata, e per creare i presupposti di una rafforzata competitività del sistema produttivo della Basilicata. Pertanto, le attività di ricerca e sviluppo sperimentale hanno riguardato ad esempio la pianificazione delle “colonnine” di ricarica per le auto green; una piattaforma e delle App per prenotare le corse del trasporto pubblico locale; una “carrozzina” per disabili geolocalizzata, sensorizzata per evitare ostacoli e per raccogliere informazioni sullo stato di salute degli utenti; il citato prototipo di bus elettrico dotato di intelligenza artificiale e lo sviluppo di tecnologie finalizzate al recupero delle parti metalliche ad alto valore e ad elevato impatto ambientale, nonché quello di un sistema “second life” per accumulatori già impiegati nella trazione elettrica. Il riduttore della C.o.m. rientra in questo quadro operativo. (Per maggiori informazioni sul progetto Mobas 4.0, leggere questo articolo di Industria Italiana).

Le attività hanno avuto inizio nel gennaio 2022 e sono terminate nel dicembre 2023. Peraltro la C.o.m. era capofila del progetto Mobas 4.0.; erano della partita anche la cooperativa di ingegneri elettronici Coing di Matera, il Consorzio Train “Consorzio per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per il TRAsporto INnovativo” di Rotondella (Matera), il Gruppo Digimat di Matera (aerospaziale, Ict), l’Enea, la start-up innovativa Luxant (trasformazione digitale, sempre a Matera), la Plasticform di San Nicola – Melfi (Potenza) e l’Università della Basilicata. Di tutto ciò abbiamo parlato con Mario Zagaria, presidente del cda di C.o.m. Spca.

D: Anzitutto: qual è il valore del vostro fatturato nell’ultimo anno disponibile e fornire qualche altro numero per comprendere le vostre dimensioni? Quale la strategia di crescita?

R: La nostra è un’azienda metalmeccanica nata nei primi mesi del 1980, quindi abbiamo, ad oggi, oltre 43 anni di presenza; registriamo un fatturato di circa 8 milioni. La quasi totalità delle materie prime ci vengono inviate dai clienti per la lavorazione. L’attuale organico è composto da personale specializzato e conta su oltre 80 addetti. La nostra strategia di crescita segue tre direttrici: anzitutto la qualità del prodotto; in secondo luogo, i tempi di reazione alle risposte dei clienti, talora su problematiche anche molto complesse; inoltre, cerchiamo di essere più competitivi rispetto alla concorrenza, soprattutto sul fattore prezzo, ma non solo. Infine, ci sforziamo continuamente di ricercare soluzioni più performanti ed efficienti anche in campi diversi dal nostro – e il progetto Mobas 4.0 è un esempio significativo di ciò.

L’azienda ha realizzato per il progetto Mobas 4.0 una scatola di riduzione applicata prima del ponte differenziale

D: C.o.m. è la società che ha candidato il progetto Mobas per il bando regionale in ambito Po Fers. Com’è nata? Quali sono le motivazioni che hanno spinto C.o.m. a fare questo passo?

R: Ha contato molto la “necessità” di confrontarsi con esperienze nuove; come dicevo, per C.o.m. è un must. E proprio da ciò e dal confronto con enti di ricerca, realtà accademiche di alto livello ed altre realtà produttive locali è nato il progetto Mobas: siamo sempre stati e lo siamo tutt’ora, disponibili a metterci in gioco per testare le nostre capacità tecnico-organizzative.

D: Attualmente C.o.m. è capofila del progetto. Quale genere di attività di coordinamento svolge? 

Il pezzo completamente assemblato: il riduttore è disponibile per l’uso sotto l’autobus

R: Il ruolo consiste nell’espletamento delle attività burocratiche (per esempio: gestire la piattaforma regionale di progetto), negli incontri pianificati con la Regione Basilicata quale ente finanziatore, nell’accertamento del grado di avanzamento delle attività dei diversi WP. Inoltre, si tratta, per quanto possibile, di trovare efficaci rimedi a problemi emergenti durante le attività operative; sotto questo profilo, però, devo sottolineare che i partner sono preparati ed efficienti, ognuno sulle proprie specifiche tematiche, tanto da ridurre al minimo eventuali ritardi sul cronoprogramma progettuale. Il progetto Mobas è l’unico (fra gli altri dello stesso bando regionale in ambito Po Fers) ad essere stato ultimato nei tempi previsti: ciò contribuisce a dare lustro alle aziende partner, ma è soprattutto motivo di orgoglio per noi, per la Regione Basilicata, che ci ha dimostrato la propria considerazione in molte occasioni e per l’autorità di gestione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale della Basilicata.

D: C.o.m. partecipa anche al Wp5 – Mobilità sostenibile per il trasporto pubblico urbano. Che attività svolge in questo ambito, in particolare? 

R: Avvalendosi anche della collaborazione dei partner, si è occupata in particolare dello sviluppo di una parte della trasmissione di potenza dal motore alle ruote, costruendo una scatola di riduzione applicata prima del ponte differenziale. Per tale attività, ha eseguito test preliminari di rotolamento delle ruote dentate, oltre ai controlli delle durezze superficiali, ottenute attraverso trattamenti termici di cementazione e tempra delle stesse, in modo da verificare l’efficacia dei particolari in esercizio. Ha successivamente assemblato il tutto rendendo il riduttore disponibile per l’uso sotto l’autobus.

Il test dei liquidi penetranti per verificarne l’efficacia ed eventuali problematiche

D: C.o.m. partecipa anche al WP7 – Disseminazione. Che attività svolge in questo ambito?

R: Sicuramente raccontare la nostra esperienza è una delle azioni fondamentali. Peraltro, abbiamo già partecipato ad eventi anche di visibilità internazionale, ed esempio Expo 2020 a Dubai l’anno scorso; ma anche a quelli di carattere locale, per esempio il recentissimo Premio Letterario di Basilicata, svoltosi il mese scorso a Moliterno – nell’ambito del quale si è parlato, tra l’altro, della formula vincente creata dal connubio tra impresa e cultura. Tra gli obiettivi c’è sicuramente quello di “spronare” le aziende della nostra amata Basilicata, perché affrontino con impegno sfide di questa portata. È indubbio che l’attività di ricerca, fondamentale per lo sviluppo aziendale e territoriale, “spaventa” le piccole imprese, le quali molte volte vedono il mondo della ricerca, come uno strumento lontano, quasi inarrivabile; quindi l’esempio che stiamo dando con il progetto Mobas diventa fortificante per la fiducia nell’ “osare”.

D: Quali risultati vi attendete da Mobas?  

R: Il risultato più importante sta in ciò che ho appena detto: acquisire consapevolezza del fatto che, nonostante le dimensioni aziendali, nonostante le difficoltà quotidiane da affrontare, nonostante la burocrazia soffocante, ma coinvolgendo i giusti partner, i risultati si possono conseguire. In subordine, perché no, ci si può attendere la possibilità di industrializzare e quindi capitalizzare l’esperienza sperimentale acquisita.

D: Cosa significa per voi operare in Basilicata? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? 

R: Operare nella nostra Basilicata ci rende orgogliosi del nostro protagonismo, nel contribuire a sviluppare il territorio; certo, scontiamo i disagi dovuti alla precaria infrastrutturazione, ma beneficiamo anche della facilità di interlocuzione, della disponibilità, dell’attenzione sinergica che otteniamo da parte di tutte le diverse componenti della comunità. Alla fine, queste sinergie sono necessarie per affrontare, cercando di minimizzare, le difficoltà che oggi più che mai investono il nostro sistema sociale, economico e produttivo, a partire dalla grave crisi economica dell’ultimo decennio, passando per la recente pandemia, per il dramma della guerra in Ucraina e da ultimo per il conflitto in medio oriente: tutto ciò ha contribuito a determinare una serie di problemi molto gravi. Problemi, che tra speculazioni energetica, carenza di materie prime, inflazione altissima e aumento dei costi del denaro, hanno procurato profonde ferite nel nostro tessuto imprenditoriale fatto di piccole e piccolissime aziende. In buona sostanza, operare in Basilicata significa non sottrarsi a tutte quelle problematiche che sono proprie di una piccola azienda.














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