Geertman (Banca Ifis): Npl in crescita ma nessuna “catastrofe” per l’economia italiana

L’amministratore delegato dell’istituto specializzato in crediti non performanti “fa le carte” al futuro del mercato. In aumento anche i prezzi dei portafogli di non performing loans

Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis

«Il governo e le istituzioni hanno adottato misure straordinariamente efficaci nel traghettare il Paese fuori dalla crisi economica. I dati del Market Watch Npl lo confermano, evidenziando un flusso di crediti deteriorati non solo inferiore ai volumi delle precedenti crisi ma anche minore rispetto alle previsioni del 2020 – ha spiegato Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis, in diretta dagli Npl Meeting di Cernobbio raccontando che futuro attende il mondo bancario -. L’impatto sui bilanci bancari sarà gestibile grazie al derisking operato dagli istituti e alla presenza dell’industria di investimento e servicing degli Npl che si è specializzata investendo in competenze e tecnologie. Oggi questi attori sono in grado di assorbire i crediti deteriorati con efficacia ed efficienza e si rendono protagonisti della ripresa. Ci sono, inoltre, poche industrie che possono vantare una crescita di reddittività e occupazione come l’Npl Industry.

La sfida è dotarsi di sempre più efficaci strumenti finalizzati a una gestione attiva, sostenibile e professionale dei crediti deteriorati. Prevediamo un tasso di credito problematico del 3% per il 2022 e il 2023, con un incremento degli Npl di 41 miliardi per il prossimo anno e di 32 per il successivo».







Dunque, un incremento dei crediti deteriorati sia in valore assoluto, sia in percentuale, con un tasso che passerà dallo 0,9% del 2020 al 3% per l’anno prossimo per poi scendere al 2,3% nel 2023. Da notare come l’incremento degli Npe (quindi crediti già deteriorati e Utp, gli unlikely to pay) porterà complessivamente a 113 miliardi, con un tasso del 5,9% dei crediti del sistema, un incremento rispetto agli anni passati. Ma quasi “irrilevante” se confrontato con il 17% del 2015. Per arginare questo incremento di 70 miliardi complessivi di nuovo credito deteriorato, serve un’industria degli Npl efficace ed efficiente. 

«La crisi c’è – chiosa Geertman – inutile far finta di niente e con essa ci sarà anche un incremento della mortalità delle aziende. Ma c’è una grande differenza con il passato: l’industria degli Npl è più efficace. Se ci trovassimo ancora nel periodo tra il 2014 e il 2016, le banche dovrebbero occuparsi esclusivamente degli aggravi sul bilancio, ora invece potremo guardare con maggiore serenità all’economia reale».

Un’ulteriore conseguenza della crescita e del miglioramento dell’industria del credito deteriorato è l’aumento dei prezzi dei portafogli. «Le aste sono ben popolate – conclude Geertman – ed è naturale che vi siano dei portafogli di Npl di maggiore qualità, più “freschi” e con tassi di rendimento migliori. Per questo è naturale e scontato vedere un incremento dei prezzi». 














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