Mercanti (Bankitalia): «Il mercato degli Npl diventerà ancora più professionale e specializzato»

Il capo del servizio di supervisione bancaria di Banca d’Italia: una crescita “rassicurante” dei non performing loans. Ora cambiano le prospettive e le professionalità

«La digitalizzazione del processo ha evitato che ci ritrovassimo in una situazione simile al 2015». Lo spiega Ida Mercanti, capo del servizio supervisione bancaria di Banca d’Italia, durante l’Npl Meeting 2021 organizzato da Banca Ifis. Intanto, le notizie positive: la ripresa dovrebbe attestarsi forse anche oltre il 6% (e c’è chi parla addirittura del 7). La seconda informazione positiva è che diversamente dalle attese, non ci sarà una valanga di crediti deteriorati che si abbatterà sulla nostra economia. Questo perché il sistema delle garanzie ha funzionato bene e oggi le imprese sono nuovamente in uno stato di patrimonializzazione sufficiente a reggere gli urti del ritorno alla normalità. Tra l’altro, anche al fine delle stesse garanzie non spaventa e autorità che hanno già calcolato quanta parte dei crediti “problematici” si trasformerà in Npl. Infine, c’è da segnalare che l’auspicio è che un sistema delle garanzie che fino a ora è stato totalmente gratuito possa diventare “a pagamento”, con una sorta di fideiussione delle autorità verso le aziende che ne abbiano bisogno.

«Il numero delle operazioni sui portafogli di Npl testimonia l’importanza che hanno svolto gli operatori – aggiunge Mercanti – nella tenuta del sistema. Noi, come autorità di vigilanza, abbiamo monitorato l’attività e abbiamo notato che la principale differenza rispetto al 2015, quando i dati erano molto più complessi, sta nel fatto che l’intero percorso è stato digitalizzato sia per quanto riguarda il commercio, sia nei controlli. È un mercato resiliente che può tenere bene. Se c’è una crescita dei crediti deteriorati, non è comunque quella attesa. Non dimentichiamoci che ci sono ancora 69 miliardi di moratorie, nessun altro Paese ha usato in questo modo questo strumento».







Ora però è necessario fare un salto ulteriore: le banche sono chiamate ad anticipare ulteriormente le strategie, per evitare che si trovino impreparati nel momento in cui dovessero esserci incrementi di incagli. Il fatto che la cessione di portafogli sia continuata anche durante la pandemia, inoltre, dimostra come il mercato degli Npl è stabile ed efficiente. Le sofferenze sono a un livello molto più basso di quanto non fosse 5-6 anni fa, nonostante la pandemia.

«Ci aspettiamo – conclude Mercanti – che le banche imparino ad approntare una gestione anticipata della base di dati. Il meccanismo di vigilanza ha un’attenzione crescente alle iniziative che si svilupperanno. Per l’industria degli Npl, la sfida principale è quella di rifocalizzarsi non tanto sulle tecniche di recupero, ma su un sostegno adeguato che bilanci la potenza e la gestione anticipata corretta. Se si deve trattare una sofferenza, possono essere immaginati altri strumenti prima della definizione definitiva di “Npl”, magari rimodulando il rifinanziamento. Ci attendiamo una maggiore focalizzazione e professionalità».














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