Un approccio del tipo DevSecOps per proteggere gli ambienti PaaS e IaaS: la visione di Vectra Ia

La sempre maggiore adozione dei servizi di Amazon Web Services porta a un aumento della complessità e dei rischi. Per proteggersi, bisogna limitare il numero di persone che hanno accesso all'intera infrastruttura e creare processi di approvazione formale

Massimiliano Galvagna, country manager Italia di Vectra Ai

Il cloud ha aumentato la complessità e i rischi di violazione informatica secondo Vectra Ia, aziende specializzata in soluzioni di  threat detection and response. Una ricerca promossa dall’azienda ha infatti evidenziato come Awazon Web Services (Aws) sta diventando una componente sempre più critica per le organizzazioni che distribuiscono regolarmente nuovi workload, sviluppano nuove implementazioni in diversi Paesi e fanno affidamento su più di un servizio Aws.

Dal report emerge, infatti, che:







  • il 64% degli sviluppatori intervistati distribuisce nuovi servizi di workload settimanalmente o con cadenza ancora più frequente
  • il 78% delle organizzazioni utilizza i servizi Aws in aree del mondo differenti (il 40% in almeno tre)
  • il 71% degli intervistati sta utilizzando al momento più di quattro servizi Aws (come S3, Ec2, Iam e altri).

L’espansione dei servizi Awa ha condotto a un naturale incremento della complessità e dei rischi, con il 100% di aziende intervistate che ha sperimentato almeno un incidente di sicurezza nel proprio ambiente di public cloud. Secondo Gartner, in futuro oltre il 99% delle violazioni di ambienti cloud troverà la sua causa in una configurazione sbagliata a opera dell’utente. Ecco alcuni profili di rischio inclusi nel report di Vectra:

  • il 30% delle organizzazioni intervistate non prevede alcuna approvazione formale prima di passare alla fase di produzione
  • il 40% degli intervistati ammette di non avere un flusso di lavoro improntato all’approccio DevSecOps
  • il 71% delle organizzazioni attribuisce a 10 o più persone il potere di modificare l’intera infrastruttura a partire dal proprio ambiente AWS, creando un numero significativo di possibili vettori per attacchi hacker.

Nonostante tutti questi profili di rischio, il report dimostra che le aziende stanno prendendo seriamente la questione sicurezza. Oltre la metà delle aziende intervistate ha un Security Operation Center (Soc) composto da personale a doppia cifra, dimostrando la volontà di investire in modo significativo per mantenere sicura la propria organizzazione.

«Proteggere il cloud in tutta sicurezza è quasi impossibile, per via della sua natura in continua evoluzione», spiega Massimiliano Galvagna, country manager Italia di Vectra Ai. «Per avvicinarsi a questo obiettivo, le aziende devono limitare il numero di possibili vettori di attacco che potrebbero essere sfruttati dai criminali informatici. Ciò significa creare processi di approvazione formale, flussi di lavoro improntati alla logica DevSecOps e limitare il più possibile il numero di persone che hanno accesso all’intera infrastruttura. Infine, le aziende hanno bisogno di offrire una sicurezza globale, valida in tutte le regioni e di automatizzare il maggior numero di attività per migliorare la loro efficacia».














Articolo precedenteCon 11 nuovi associati cresce il fronte industriale del Cluster Fabbrica Intelligente
Articolo successivoLe reti del futuro secondo Nokia: veloci, intelligenti e sensoriali






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui