Automazione dell’intralogistica: con Shelf to person di Eurofork sono gli scaffali a muoversi verso gli operatori

di Barbara Weisz ♦︎ Un progetto di digitalizzazione con una formula molto particolare: dove i robot trasportano l'intero scaffale alla stazione di picking. A realizzarlo Eurofork per conto di Medicair. Tra i partner Geek+ che fornisce gli Amr, e il system integrator Moveo. Il risultato? Incremento del 24% degli ordini processati ogni mese. Nel parliamo con il ceo di Eurofork Maurizio Traversa, Francesco Piscitiello, IT department manager di MedicAir e Andrea Danesini, ceo Moveo

Il magazzino shelf to person di Medicair

L’idea di digitalizzare il magazzino è partita nel 2019, e inizialmente si basava fondamentalmente su un nuovo software gestionale. Poi, c’è stato il Covid. Medicair è un azienda del settore sanitario e, fra le altre cose, produce e distribuisce ossigeno e ventilatori polmonari. «Gli ordini sono andati alle stelle», racconta Elena Pagani, supply chain manager, mentre invece «su altri prodotti c’è stato un drastico calo della domanda. Gli ambulatori erano chiusi» si lavorava per lo più con le terapie intensive e comunque solo sul Covid. «Quindi, abbiamo cambiato idea, iniziando a pensare di trasformare il magazzino da un costo fisso a un costo variabile». La strada per trovare la soluzione adatta non è stata brevissima, sono state considerate diverse opzioni, anche una classica gestione in outsourcing, ma non hanno funzionato.

«Noi in magazzino facciamo anche un po’ di produzione, la fase di assemblaggio del prodotto richiede molto know how da parte degli operatori». Alla fine, la soluzione: un progetto di digitalizzazione con una formula shelf to person, scaffali a persona, in cui i robot trasportano alla stazione di picking l’intero scaffale. È stato realizzato con tre diversi partner tecnologici. Eurofork, che produce macchinari e soluzioni per la logistica e che, in qualità di distributore italiano, ha coinvolto Geek+ per la fornitura degli Amr, e Moveo, che ha fatto da system integrator applicando una formula as a service. Un insieme di tecnologie e modello di business che ha consentito di affrontare i costi della trasformazione digitale, contando sull’apporto di professionalità specifiche (è stata inserita in magazzino una professionalità di Moveo) e su una migrazione che non ha mai comportato nemmeno un giorno di fermo. Il risultato è un aumento della produttività, ottenuta riducendo i costi di lavorazione dell’ordine. Molte imprese sono ancora convinte che l’automazione dell’intralogistica sia «una scelta di investimento rigida e costosa», rileva Maurizio Traversa, ceo di Eurofork, che sottolinea come invece si tratti di un’operazione a portata di pmi. Le imprese, «facendo investimenti mirati possono trovare economie di scala e aumentare l’efficienza anche nei processi industriali e distributivi interni». Nel magazzino che si trova nella sede di Origgio di Medicair, visitato da Industria Italiana, sono entrati 15 robot (Amr Geek+ modello ), e 180 scaffali mobili. Ci sono tre postazioni di picking e put away, completamente digitalizzate e intercambiabili, nelle quali gli operatori prelevano le componenti e compongono gli ordini. Possono gestire ognuna fino a 30 ordini di prelievo contestuali (quindi 90 in tutto), e 600 spedizioni al giorno.







Il magazzino shelf to person

Francesco Piscitiello, IT department manager di MedicAir

È una struttura che funziona da hub per la distribuzione in Italia di attrezzature mediche destinate a oltre 100mila pazienti. C’è ancora un’area tradizionale, con gli scaffali fissi, utilizzata soprattutto per le scorte o per i materiali che per peso o dimensioni non possono essere trasportati dai robot. A ridosso del perimetro digitalizzato ci sono degli scaffali sempre tradizionali, utilizzati con carrelli manuali, che invece servono per evadere ordini ad altissima rotazione, che di fatto non si adattano alla modalità robotizzata (corrispondono al 20% del magazzino). L’area digitalizzata è chiusa da una rete, in cui tendenzialmente lavorano solo i robot, mentre gli operatori stanno nelle stazioni di picking. Non sono loro ad andare a prendere la merce sugli scaffali, e nemmeno i robot: o meglio, gli Amr, autonomous mobile robots, trasportano l’intero scaffale, che arriva nella stazione in cui l’operatore preleva i pezzi e assemblea gli ordini nelle scatole. La soluzione fra le altre cose ottimizza la capacità di stoccaggio, perché non è necessario avere corsie per il passaggio di mezzi per la movimentazione. Geek+ ha fornito anche il Warehouse Control System, e un Robot Management System che definisce percorsi e tempi di ricarica.

I software dialogano con il Wms aziendale. L’infrastruttura è completamente ridondata, segnala Francesco Piscitiello, IT department manager di MedicAir. «Ci sono due data center on premise nella sede di Origgio», l’infrastruttura ha quindi alta affidabilità, è attiva h24, garantisce la business continuity e il disaster recovery. «Anche se si ferma il magazzino, tutti i dati sono comunque preservati», e c’è una tecnologia che ne garantisce l’immutabilità.

L’operatore in pratica lavora a bordo perimetro, con una modalità molto simile a quella di una normale stazione della catena di montaggio di una linea di produzione. Le postazioni sono completamente automatizzate, con la composizione dell’ordine sul terminale e i pezzi che vengono prelevati dai cassetti che si illuminano. La fase di picking è complessa, richiede l’assemblaggio del prodotto, l’etichettatura, e il posizionamento sul carrello corretto. Il contesto è quello di un magazzino ampio, pulito, luminoso e dotato di tutti i sistemi di sicurezza previsti. Una nota di cronaca: quando lo abbiamo visitato una delle due stazioni attive era gestita da un’operatrice donna. Lo sottolineiamo perchè la scelta di una logica robotizzata “shelf to person”, scaffali a persona, in cui appunto è la merce ad andare verso l’operatore e non il contrario, abilita il lavoro femminile rendendo meno faticoso un lavoro tradizionalmente maschile come quello del magazziniere. In generale, la formula ha il vantaggio di aumentare la sicurezza e l’ergonomia del posto di lavoro (meno operazioni faticose e a basso valore aggiunto).

Gli obiettivi raggiunti con la digitalizzazione

Vista del magazzino shelf to person di Medicair. La progettazione del magazzino automatizzato è iniziata a fine 2021, la realizzazione ha richiesto circa sei mesi.

Obiettivi raggiunti in termini numerici: incremento del 24% degli ordini processati al mese, passati da 8mila 200 a oltre 10mila al mese. La media al giorno invece è aumentata del 57%, passata da 300-350 a oltre 500. Vengono effettuate circa 600 spedizioni al giorno, con un +38% rispetto a prima. Ogni stazione gestisce circa 30 ordini l’ora, quindi in tutto il sistema ha la capacità di gestirne fino a 90. Ogni postazione gestisce 120-130 righe l’ora. Il magazzino consuma il 75% in meno dell’energia rispetto alla precedente gestione manuale, le batterie hanno un rapporto di ricarica 1 a 16 e una vita relativamente lunga.

Il sistema intralogistico è stato organizzato partendo dalle esigenze specifiche del cliente. «Moveo ha iniziato prendendo i tempi del nostro magazzino. Ed è emerso che gli operatori impiegavano troppo tempo e camminare e troppo poco invece per preparare gli ordini». Quindi, un primo pillar è stato quello di diminuire il loro movimento e aumentare la produttività. Un altro obiettivo, legato alla peculiare attività di Medicair, è riuscire a evadere velocemente gli ordini, perché ci può essere una necessità immediata da soddisfare, per esempio da parte di un ospedale o anche di un paziente. Una delle caratteristiche di base è che circa l’80% degli ordini è composto da piccole quantità, l’azienda effettua anche la consegna direttamente a casa del paziente. Un’altra caratteristica sono i tempi stretti fra la ricezione dell’ordine e la sua lavorazione, quindi la spedizione della merce.

«Abbiamo valutato diverse opzioni – spiega Andrea Danesini, Ceo e founder di Moveo Servizi – Armadi rotanti, elevatori. Nessuna di queste andava bene, ci voleva un accesso veloce al prodotto». Fra le altre richieste da soddisfare, nessun fermo di magazzino durante tutto il progetto. «Il trasloco dell’ossigeno è stato particolarmente impegnativo» ricorda Elena Pagani, ma tutto è andato secondo i piani. Sono stati usati due magazzini, in modo che uno continuasse a funzionare durante il trasloco fino a quando non è entrato in funzione quello nuovo.

La tecnologia degli Amr Geek+

Gli Amr P800 sollevano fino a 1000 kg, raggiungono una velocità di 2 metri la secondo in assenza di carico, e di 1,6 metri al secondo quando invece trasportano il peso

I robot come detto sono Amr P800, sollevano fino a 1000 kg, raggiungono una velocità di 2 metri la secondo in assenza di carico, e di 1,6 metri al secondo quando invece trasportano il peso. Utilizzano intelligenza artificiale per ottimizzare le operazione, calcolando il minor numero di scaffali da spostare per evadere più ordini in contemporanea. Hanno sensori, scanner laser e algoritmi che rilevano eventuali ostacoli lungo il percorso.
La soluzione, sottolinea ancora Traversa garantisce anche «una notevole adattabilità a situazioni o applicazioni che, come stiamo vedendo, possono mutare anche giorno per giorno. In pochi minuti è possibile aggiungere un robot e così aumentare la produttività. Allo stesso tempo, un singolo guasto non compromette l’operatività dell’area: basta isolare la macchina su cui intervenire, mentre tutte le altre vanno avanti a lavorare». Non ci sono strutture fisse, gli scaffali mobili sono facilmente traslocabili.

I tempi della digitalizzazione e il modello di business

Elena Pagani, supply chain manager di Medicair

La progettazione del magazzino automatizzato è iniziata a fine 2021, la realizzazione ha richiesto circa sei mesi. Il pay back period della soluzione implementata inizialmente era di tre anni. In realtà alla fine sarà pari a due anni, segnala Danesini. Il Ceo di Moveo dettaglia il modello di business dell’azienda. In questo caso, è stata fornita una soluzione di uomini + robot + software, con l’azienda che ha fatto da system integrator. In generale i clienti possono scegliere fra diverse modalità di soluzioni as a service. Possono acquistare un impianto e farlo gestire a Moveo, che in questo caso lavora in outsourcing. Oppure scegliere soluzioni completamente as a service, per cui il cliente paga i movimenti, gli ordini evasi, insomma i servizi che l’impianto acquistato è in grado di fornire. In realtà è una forma di leasing, dopo un determinato numero di anni i macchinari diventano di proprietà del cliente. Sono poi previsti meccanismi di premialità con il committente, per cui «condividiamo incrementi di produttività, nel senso che se c’è un’extraprofitto rispetto agli standard questo viene condiviso. E c’è anche una forma di welfare premiale per i dipendenti che lavorano sul progetto».

Focus su Medicair Group

Medicair Group è un’azienda familiare, fondata nel secondo dopoguerra dai nonni dell’attuale titolare. All’inizio produceva gas tecnici industriali, è negli anni ’80 che è entrata invece nel settore sanitario iniziando proprio on la consegna di ossigeno medicale. Oggi la produzione di dispositivi terapeutici è ampia (ossigeno, ventilatori, nutrizione artificiale, superfici antidecubito), si affianca a un’attività di servizi di Home Care, con alcuni ambiti di specializzazione (diagnosi e trattamento delle apnee notturne, assistenza domiciliare integrata e cure palliative), e prosegue anche l’attività industriale nel settore del gas. H anche una divisione dedicata agli alimenti a fini medici speciali per determinate patologie. Ha 28 sedi in Italia più una in Svizzera, 650 dipendenti.

I partner tecnologici: Eurofork, Moveo, Geek+

Maurizio Traversa, ceo di Eurofork

Eurofork nasce nel 2000, a Torino, con l’ambizione di diventare un punto di riferimento nell’automazione di alta gamma per l’intralogistica mondiale. Si specializza nelle forcole telescopiche, che ancora oggi vengono interamente realizzate in Italia e sono diventate smart (e-Smartforks). «Dopo dieci anni eravamo i primi al mondo nel nostro settore – racconta il Ceo, Traversa – ma ci siamo resi conto che restare nella nicchia poteva essere rischioso. E abbiamo iniziato a sviluppare nuovi prodotti». Prima avviene il passaggio dalla meccanica alla meccatronica, poi quello all’intelligenza artificiale e gli investimenti nella sostenibilità. Il rapporto con Geek+ (azienda cinese fondata nel 2015, oggi presente in 43 paesi del mondo), inizia nel 2016, quando Traversa vede per la prima volta i robottini di cui oggi è distributore ufficiale per il mercato italiano. E’ una società benefit, ha 90 dipendenti, ultimamente è entrata nel mercato dell’e-mobility con la soluzione Battery Swap, a emissioni zero: l’auto arriva nella stazione di ricarica, dove lavorano forcole e shuttle, che rimuovono la batteria scarica e la sostituiscono con una nuova in venti secondi. Ha una control room, dalla quale si possono coordinare interventi di manutenzione e riparazione in magazzini nei cinque continenti.

Andrea Danesini, ceo e founder di Moveo Servizi

Moveo nasce nel 2016 con un modello di business che sostanzialmente aggiorna il concetto di outsourcing con quello che viene definito Appalto 4.0. Fornisce tecnologie e professionalità, in parole più semplice uomini e robot, unite a un servizio consulenziale per progettare insieme al cliente la digitalizzazione della logistica o dell’industria. Strategia: automazione per lavori ripetitivi, faticosi, e per ridurre gli errori, professionalità dell’operatore concentrata su controlli, supervisione, integrazione all’attività della macchine per svolgere attività complesse. L’azienda fornisce anche più classici servizi di outsourcing e, con Moveo People ha un’attività di agenzia per il lavoro che si occupa di ricerca, selezione, formazione, e somministrazione di personale generico e specializzato, piani personalizzati di staff leasing e crescita delle risorse umane.














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