Automazione avanzata: chi è pronto e chi no

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Nella classifica globale per la robotica e l’intelligenza artificiale messa a punto da Abb e The Economist, in testa Corea del Sud, Germania e Singapore. Italia all’ undicesimo posto, penalizzata dalla mancanza di politiche di formazione ad hoc.

Si chiama “Automation Readiness Index”, (ARI) ed è stato elaborato per indicare quali paesi sono più avanti a livello mondiale nel preparare le loro economie a integrare l’automazione intelligente. Il presupposto di partenza che informa lo studio che accompagna la valutazione, è che l’automazione avanzata può significare lavori migliori e più significativi per gli esseri umani. Ma nel considerare la situazione il rapporto avverte che anche i Paesi meglio preparati devono elaborare politiche educative e programmi di formazione ancora più efficaci, nonché porre una nuova enfasi sull’apprendimento continuo nel corso della carriera lavorativa delle persone. Queste politiche e questi programmi, raccomanda il rapporto, devono garantire che la rapida adozione delle tecnologie di automazione e dell’intelligenza artificiale (AI) non lascerà le persone impreparate per i nuovi lavori che saranno necessari man mano che robot e algoritmi assumeranno maggiormente nelle attività di routine che possono essere e saranno automatizzate.







 

 

La situazione mondiale secondo il rapporto ARI

 

La classifica

Il rapporto “The Automation Readiness Index (ARI): chi è pronto per l’ondata di innovazione?” pubblicato da Abb insieme a The Economist Intelligence Unit, ha esaminato e classificato 25 Paesi in relazione al  loro grado di preparazione nei confronti dell’automazione. Rilevando che molte nazioni in tutto il mondo hanno appena iniziato a cogliere le opportunità e le sfide poste dall’ AI e dall’automazione basata sulla robotica, il rapporto  sottolinea che “è necessario un maggiore coinvolgimento tra governi, industrie, specialisti dell’educazione e altri stakeholder affinché il processo decisionale possa tenere il passo con l’innovazione nell’automazione”.

Il rapporto mette in evidenza che, a prescindere dalla fatto che i responsabili politici siano o meno pronti, le aziende stanno rapidamente integrando l’intelligenza artificiale e la robotica avanzata nelle loro attività. Dato che nei prossimi anni questa integrazione accelererà, il suo impatto sulle economie e sulla forza lavoro, oltre alla necessità di un approccio più concertato sull’istruzione e sulla formazione, diventerà più evidente e più urgente. Corea del Sud, Germania e Singapore sono le nazioni che si sono classificate ai primi posti. Oltre a loro i Paesi che meglio si adattano a questa ondata di cambiamento sono : Giappone, Canada, Estonia, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Australia.

L’Italia

L’Italia si piazza all‘undicesimo posto sui 25 paesi considerati, con un indice di 67,5. Il paese è al posto sui 7 paesi europei presi in esame e il terz’ultimo tra le nazioni ad alto reddito. La sua performance più debole riguarda la categoria Politiche educative, quella in cui è peggio classificata, visti i punteggi relativamente bassi attribuiti dal rapporto alle politiche nazionali a sostegno dello sviluppo della prima infanzia e dell’orientamento professionale nell’istruzione secondaria. Una carenza  riconosciuta implicitamente anche con il Piano impresa 4.0, varato ad hoc dal governo uscente per riempire il gap. La categoria in cui l’Italia è più forte è la politica del mercato del lavoro, dove ha un punteggio di 65,6, e dove si piazza al 10 ° posto a fianco dell’Australia.

La metodologia e la periodicità del rapporto

L’analisi del rapporto si basa su un nuovo e originale indice, realizzato da The Economist Intelligence Unit, nonché su una serie di interviste approfondite con esperti in materia di tutto il mondo. Le classifiche sono state determinate sulla base di un totale di 52 indicatori qualitativi e quantitativi selezionati tramite una consultazione con esperti in automazione, istruzione ed economia. Idealmente, una transizione positiva verso un’economia manifatturiera basata sull’automazione intelligente offrirà ai talenti umani l’opportunità di raggiungere livelli più elevati di produttività e, in definitiva, metterà a disposizione posti di lavoro più gratificanti. Ma per raggiungere questo futuro migliore, il rapporto osserva che la maggior parte dei Paesi dovrà elevare i propri programmi di formazione professionale. I curricula in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM) rimangono importanti, rileva il rapporto, ma l’automazione e l’intelligenza artificiale richiedono anche  programmi di istruzione di base e nuovi tipi di formazione per i docenti. Abb e The Economist Intelligence Unit hanno in programma di condurre la ricerca ARI con cadenza annuale e di rivedere le classifiche ogni anno. Ciò consentirà all’indice di realizzare il suo scopo come strumento per aiutare i governi a identificare e perseguire continuamente politiche che supportino la partecipazione di successo a un’economia globale altamente e intensivamente automatizzata e digitalizzata.














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