Il bugiardino 4.0

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di Laura Magna ♦ L’ innovazione digitale fa il suo ingresso nel settore dell’industria cartaria. I segreti e le  strategie di sviluppo di Grafiche Pizzi,  leader nella stampa di fogli illustrativi per il settore farmaceutico e della cosmetica

La trasformazione digitale in corso non taglia fuori nessun settore e nessuna industria che voglia sopravvivere nel mondo di domani. Come racconta la storia di Grafiche Pizzi, nata nel milanese nel 1911 e da quarant’anni focalizzata nella stampa di fogli illustrativi ad alto contenuto specialistico per il settore farmaceutico e della cosmetica. L’azienda di Settimo Milanese vede entrare nel suo capitale nel 2012 Finposillipo insieme ad altri. La holding partenopea specializzata nel mondo del Pharma, detiene ora il controllo  della società.

«Stampiamo foglietti illustrativi e astucci che contengono il farmaco e in quest’ambito siamo riconosciuti come leader nel settore; produciamo quasi 700 milioni di pezzi l’anno in un mercato che in Italia conta circa 2,4 miliardi di pezzi in totale», dice l’amministratore delegato Paola Pantaleoni, aprendo a Industria Italiana le porte di un mondo sconosciuto ai più, quello della tipografia moderna, iperspecializzata, dotata di tecnologie all’avanguardia e di un florido reparto di ricerca & sviluppo. Nel 2017 il fatturato dell’azienda si è chiuso a 12,5 milioni, dagli 11,3 di un anno prima, con un utile di oltre un milione da 731mila euro. L’Ebitda si colloca intorno al 20%.







 

Paola Pantaleoni, ad Grafiche Pizzi

L’industria cartaria italiana cresce sul mercato interno e cambia le macchine

I maggiori operatori di questo mercato, oltre a Grafiche Pizzi, sono la vicentina Palladio, il player internazionale Essentra Packaging che ha due sedi in Italia, la Abr Litofarma di San Giuliano Milanese e la Europack, con sedi nel milanese e ad Aprilia. Aziende che fanno parte di un settore, quello dell’industria cartaria italiana, che vale 24,1 miliardi di euro, l’1,4% del Pil. Lo rileva la Federazione Carta e Grafica, che include i settori Industria delle macchine per la grafica e la cartotecnica, Industria cartaria e Industria grafica e cartotecnica trasformatrice. La Federazione, nata nel giugno del 2017 nell’ambito del sistema Confindustria, rappresenta quasi 18.600 imprese con circa 170.000 addetti diretti per un fatturato complessivo, a fine 2017, di 24 miliardi (+1,6% anno su anno), grazie soprattutto alle vendite interne (+2,6% sul 2017), a fronte di un export piatto nei 12 mesi. E con differenze anche significative nei diversi sotto-settori della filiera.

Le dinamiche le illustra il presidente della Federazione Carta e Grafica Pietro Lironi: «Si evidenzia il persistere della debolezza per il settore grafico, parzialmente compensata dalla ripresa della produzione di libri, mentre segna buoni risultati l’imballaggio, con progressi legati alla positiva intonazione della domanda dei settori a valle, anche attraverso lo sviluppo dell’e-commerce. In crescita anche il comparto cartotecnico e trasformatore». «Da notare», aggiunge Lironi «l’incremento della vendita di macchine sul mercato interno (+6,9%), che ben fotografa gli effetti delle misure legate al piano Industria 4.0 a supporto dell’innovazione. Il fatturato del comparto cartario cresce ben oltre il 5% soprattutto in seguito alla necessità di recuperare anche i costi di approvvigionamento della cellulosa. Ci aspettiamo che il 2018 prosegua in sintonia con i risultati del 2017 e coerentemente alle previsioni sul Pil che sono finalmente di una crescita abbastanza sostenuta anche per l’Italia».

L’evoluzione tecnologica nei fogli illustrativi per i farmaci

Ma torniamo a Grafiche Pizzi. «Nell’ ambito della produzione dei  foglietti illustrativi gli operatori sono relativamente pochi: molti di più nel mercato dell’astuccio per il farmaceutico, nel quale siamo di recente entrati con l’acquisizione della società BZL Arti Grafiche, con la quale nel 2018 porteremo a termine l’integrazione nel nostro stabilimento di Settimo Milanese. Il nuovo business vale per   2,5 milioni», dice Pantaloni. «Il mercato è rimasto molto frammentato per un lungo periodo, poiché i foglietti erano molto piccoli e la stampa in nera, dunque richiedevano tecnologie molto povere e tutti i tipografi erano in grado di realizzarli. Nel tempo sono diventati molto più grandi e per inserirli nell’astuccio sono necessarie carte molto sottili: già questo ha reso necessario stanziare investimenti sempre più importanti. Così i player sul mercato sono diventati sempre meno, non è più il bugiardino che si stampa nel sottoscala, ma bisogna rivolgersi a specialisti. Non solo: diventa particolarmente importante la cosiddetta macchinabilità del foglietto: i farmaci vengono impacchettati in più linee di confezionamento sempre più veloci, e se una linea si ferma per un foglietto illustrativo che è la parte meno preziosa del prodotto, la produzione si inceppa, con danni economici enormi».

La macchinabilità dei fogli, ovvero la possibilità che vengano trasportati e ripiegati da un robot, è allora una caratteristica imprescindibile. «Per garantire la macchinabilità abbiamo acquisito una macchina Heidelberg da bobina, che è l’unico strumento che consente la produzione con carte sottili, da 30-40 grammi. La macchina ha una luce di un metro, ovvero lavora bobine che hanno una larghezza di un metro per produrre fogli di grandi dimensione, fino a 800-900 millimetri», spiega Pantaleoni che sottolinea di aver «investito anche in 4.0, con un sistema di rilevazione dei dati di produzione: tutte le macchine sono collegate con l’ITC che ci fornisce i dati di produzione dello stato della commessa in ogni momento. Quindi tutto viene rilevato elettronicamente e su macchine nuove e vecchie abbiamo inserito PLC per monitorare in tempo reale i tempi di produzione».

 

Grafiche Pizzi, interno dello stabilimento di Settimo Milanese
Il mercato del bugiardino

A rivolgersi alle Grafiche Pizzi sono «le principali aziende farmaceutiche multinazionali, da Merck a Sanofi a Novartis a Pfizer, oltre alle italiane Chiesi, Recordati, Angelini, Menarini. Produciamo per il mercato italiano per circa il 75%; il resto è destinato all’estero, soprattutto Svizzera, Germania e Francia, dunque stampiamo i fogli in diverse lingue. Abbiamo dovuto dotare di sistemi di controllo qualità le macchine che sono in grado di comparare il pdf del cliente che contiene il testo con quello che finisce sul prodotto stampato. Prima il controllo qualità si faceva per sovrapposizione con pellicola, adesso ci sono sistemi elettronici su tutte le macchine da stampa. Alla fine della produzione tutti i campioni vengono scansionati e confrontati elettricamente con il pdf del cliente, per garantire che siano completi e conformi. Si tratta di sistemi che fanno questa ispezione al 100%, grazie a telecamere BST sulle macchine da stampa».

L’investimento massiccio in R&S driver della crescita futura

Il cambiamento di proprietà ha coinciso innanzitutto con uno spostamento di sede: sempre a Settimo Milanese, nel 2016, l’azienda si è trasferita in un nuovo stabilimento di 9mila metri. E, per far fronte alle nuove esigenze del mercato farmaceutico, ha investito massicciamente in R&S. «Fogli sempre più grandi e difficili da macchinare. Per gestirli abbiamo sviluppato in house “Fold-it”: un sistema che consente di stampare un foglio grande e di piegarlo e tagliarlo in modo che si possa legge come un libro. Questo sistema dà ai clienti la possibilità di evitare investimenti sulle linee produttive,  usando di fatto lo stesso formato di foglietto. Spiego con un esempio: se il foglietto è di 140 mm per 200 e si ha la necessità di raddoppiarlo per inserire maggior testo, con   “Fold-it” riusciamo a conservare la dimensione originale utilizzando pacchetti di fogli. Ovvero sul lato 140 incolliamo fino a 5 fogli a mo’ di libro. Così non si cambia nulla sulle linee di confezionamento, ma si può aumentare il formato del foglietto aggiungendo pagine», dice Pantaleoni, che a questa innovazione attribuisce la crescita del fatturato dagli 8 milioni del 2013 ai 12,5 del 2017.

 

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Grafiche Pizzi, interno dello stabilimento di Settimo Milanese

 

Con l’acquisizione, avvenuta nel 2016, di BZL, Grafiche Pizzi ha in qualche modo completato la gamma di offerta entrando nel settore degli astucci. «In questo momento gli sforzi maggiori sono finalizzati a consolidare questa acquisizione, per poi andare a valutare nuove operazioni straordinarie nel 2019. Potremmo ampliare ulteriormente la gamma di prodotti con etichette e alluminio per blister e stiamo valutando di fare shopping nel Centro Sud Italia per una migliorare l’ offerta dei clienti in quest’area. Ci autofinanziamo, per la prima volta lo scorso anno abbiamo acceso un finanziamento bancario per gli ultimi investimenti in fabbrica, che hanno richiesto un esborso di 2 milioni».

Ma gli investimenti in ricerca e sviluppo non sono certo conclusi, anzi rappresentano il principale driver della crescita futura. «Stiamo continuando a sviluppare nuovi prodotti, per seguire un mercato della sanità in profondo mutamento. Un esempio è il booklet: nei farmaci oggi come oggi ci si trova non solo il foglio illustrativo ma anche libretti patient alert card, in cartone pieghevole e destinati al paziente. Quindi strumenti che aiutano a utilizzare la terapia nel modo corretto, con linguaggio esplicativo e immagini. Anche in questo campo abbiamo sviluppato tecnologie innovative, sempre partendo da un foglio unico per garantire all’azienda farmaceutica di usare le sue macchine senza effettuare cambiamenti».














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