Un Italia delle Pmi a due velocità: chi punta sul digitale e chi lo rifiuta. L’analisi del PoliMi

In occasione della 16a edizione della fiera A&T, l’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano fa il punto della situazione, mostrando una spaccature netta fra le piccole e medie imprese

Oggi, 6 marzo 2022, si è aperta all’Oval Lingotto di Torino la 16a edizione della fiera A&T, manifestazione incentrata su innovazione, tecnologie, affidabilità e competenze 4.0. L’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano ha colto l’occasione per presentare una sua nuova ricerca sulle Pmi, realizzata su un campione di 1038 imprese.

I risultati mostrano un mercato a due velocità: un 53% di piccole e medie imprese che considera la transizione digitale un vantaggio competitivo da perseguire con convinzione, di contro un 47% che si mostra timido, quasi costretto a innovare, perché conviene. Fra queste ultime non mancano realtà che potremmo quasi definire “luddiste”, che rifiutano in modo netto qualunque forma di cambiamento aziendale legato all’introduzione di nuove tecnologie abilitanti.







Stato di maturità digitale delle Pmi italiane

La fotografia mostra quindi una realtà industriale italiana che, sotto il profilo della conoscenza e dell’attuazione di strategie legate alla trasformazione tecnologica, dei processi e degli asset intangibili, oggi core business tanto quanto la vendita di impianti, prodotti e servizi, risulta ancora molto indietro rispetto al resto d’Europa.

Anche per questo motivo A&T ha scelto di mettere al centro della propria proposta fieristica le più importanti filiere industriali del Paese, ecosistemi territoriali capaci di guidare le imprese, a compiere gli step necessari per crescere e svilupparsi in modo globale. La manifestazione nei tre giorni ha proprio come obiettivo quello di mettere nelle migliori condizioni imprenditori, manager e giovani rappresentanti dell’industria, di capire cosa e come innovare le proprie aziende, con quali strumenti e competenze. Attraverso l’esposizione delle tecnologie di ultima generazione, i convegni, gli eventi, i workshop specialistici, sarà possibile compiere il passo che dall’ideale conduce al fattibile, perché la maturità digitale si raggiunge non solo implementando processi e produzioni, ma anche cambiando la vision aziendale, dando ciò una rilevanza strategica agli asset intangibili, ovvero alla dematerializzazione documentale, al cloud, alla cyber security, ai processi di vendita, al data analytics. 

Questi 5 step sono stati fonte di analisi da parte dell’Osservatorio del Politecnico di Milano: quello che emerge è una accelerazione da parte delle Pmi, anche a causa degli effetti provocati dalla pandemia, nella digitalizzazione dei processi di vendita B2b e B2Cc considerati un “salvagente” per garantire la continuità aziendale e nel data analytics, con circa 9 Pmi su 10 che hanno scelto soluzioni innovative finalizzate all’analisi dei dati aziendali, approccio analitico che però rimane ancorato a modelli troppo semplici che non consentono operazioni di aggregazione qualitativa.

Gli anelli deboli del processo trasformativo rimangono la cybersecurity, dove manca la reale percezione della sicurezza come leva gestionale, testimoniata anche dal fatto che meno di 1 PMI su 4 ha all’interno del proprio organico figure specializzate. Il cloud con particolare riferimento all’accesso ai dati aziendali da remoto, limitato e in molti casi inesistente per il 71% delle piccole e medie imprese italiane. L’archiviazione e gestione documentale, con molte piccole e medie imprese che continuano a perseguire modelli di archiviazione cartacea documentale. 

Grazie alle risorse del Pnrr questo può essere il momento giusto per una cambio di passo, a patto che le risorse vengano distribuite non a pioggia, ma secondo una logica di filiera; che la digitalizzazione del sistema delle piccole e medie imprese italiane avvenga attraverso progetti che coinvolgano trasversalmente diverse tipologie di attori dell’ecosistema industriale; che si investa in modo convinto sulla formazione di specialisti ma anche di figure manageriali capaci di gestire e guidare la nuova rotta digitale delle imprese italiane.

Come spiega Luciano Malgaroli, ceo della Fiera A&T, «la ricerca presentata questa mattina mostra in modo inequivocabile quanto ancora esistano freni culturali verso un modello di piccola e media impresa totalmente digitalizzata, come processo e come visione di sviluppo. Servono politiche e investimenti industriali concreti e lungimiranti, che coinvolgano interi ecosistemi, ovvero le nostre più importanti filiere conosciute in tutto il mondo per l’eccellenza dei loro prodotti, frutto non solo di creatività ma per capacità produttiva, flessibilità distributiva, qualità della produzione, affidabilità della fornitura grazie all’uso di strumenti e tecnologie innovative, intelligenza artificiale e manutenzione predittiva di macchine e impianti. Ecco perché quest’anno A&T ha voluto mettere al centro di tutto il programma fieristico le filiere, individuando degli Ambassador, ovvero imprenditori che con la loro esperienza possono aiutare altri imprenditori a capire quali tecnologie scegliere e come innovare le proprie aziende. Un programma centrato sul pragmatismo – prosegue Malgaroli – riassunto dallo slogan di questa 16° edizione, “dall’ideale al fattibile”, coniato per rappresentare le richieste delle aziende italiane. Tre giorni di eventi, incontri e workshop tematici, capaci di unire le esigenze di una intera filiera a quelle di ogni singolo imprenditore; sviluppando nuovi format per favorire la notorietà di progetti e proposte dal carattere innovativo; accelerando quel processo di incontro e di business-match, fondamentale per rafforzare il nostro ecosistema industriale. Le opportunità oggi, grazie anche al piano nazionale di ripresa e resilienza, ci sono, occorre però convogliarle attraverso un modello di crescita e di sviluppo realmente sostenibile, non devono esistere ostacoli e complessità burocratiche, servono velocità e molta concretezza, quella che abbiamo cercato di mettere in campo come A&T in questi tre giorni di manifestazione».














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