Assolombarda a Patuanelli: stop a provvedimenti che indeboliscono l’industria

A colloquio con il titolare del Mise, il presidente Bonomi non cela la delusione nei confronti del governo. Mentra la produzione industriale è in crisi

Il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli e il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi

La produzione industriale nel 2019 è tornata a registrare un segno negativo, il peggior risultato dal 2014 e in progressivo peggioramento tendenziale. Come se non bastasse, gli ultimi due anni sono stati di complessiva gelata degli investimenti privati, che nella manifattura grazie a Industria 4.0 avevano preso a crescere a tassi molto rilevanti. Ma le decisioni dei recenti governi, di ibernarla prima e di ripristinarla modificandola solo ora, si sono rivelate pesanti errori.

A questo si aggiungono pregiudizi ostili contro le imprese come nel caso Ilva, Plastic Tax e Sugar Tax, confusi disegni di nazionalizzazione come per Alitalia, nuove misure in materia previdenziale, annunci di riforme dell’Irpef.







«Listeria e la schizofrenia regolatoria che la politica ci ha consegnato con ripetuti esempi quando si parla di industria è per il sistema produttivo fonte di una forte frustrazione. Ma se oggi con il Ministro Patuanelli intendiamo però gettare le basi di un nuovo e diverso rapporto di confronto e collaborazione con le imprese, noi ci siamo. Non chiediamo di meglio. Come imprese, abbiamo la certezza che la politica debba maturare tutt’altra consapevolezza rispetto a ciò che serve a una prospettiva di crescita vera e stabile. Finora non siamo stati ascoltati e i risultati, purtroppo, si vedono».

È con queste parolo che Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, esprime la sua preoccupazione per la situazione economica e industriale italiana in occasione dell’incontro con Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico.

L’incontro tra Stefano Patuanelli e Carlo Bonomi

Passati in rassegna i temi del rilancio di industria 4.0, della presenza italiana ai grandi tavoli internazionali, degli investimenti in infrastrutture strategiche per lo sviluppo del Paese e della transizione energetica, il Presidente Bonomi ha infine approfondito due temi, quello della bassa produttività con una proposta al Ministro Patuanelli e il tema del trasporto aereo.

«Il problema della bassa produttività da 25 anni ci riconduce alla necessità di un grande Piano Nazionale plurisettoriale che abbracci tutti i settori no traded, a cominciare dall’offerta di servizi tanto pubblica quanto privata, per estendersi a tutti i vasti settori che restano regolamentati da tariffe pubbliche e che incontrano sul mercato domestico enormi ostacoli alla concorrenza – prosegue Bonomi – La produttività a nostro giudizio deve diventare un benchmark annuale programmatico nei documenti di contabilità nazionale, altrettanto importante quanto i saldi di finanza pubblica, da realizzare con misure ad hoc e sotto una regia ordinata pubblico-privata che passa per il capitale umano, quello infrastrutturale, finanziario e immateriale».

Mentre per quanto riguarda il tema del trasporto aereo, è proprio di ieri la notizia della messa in liquidazione in bonis di Air Italy. Per gli industrialo la scelta è chiara: lo Stato dovrebbe gravare meno i vettori con imposte come l’addizionale di circa 7 euro su ogni passeggero imbarcato, l’imposta regionale sul rumore dei velivoli, e una regolazione delle tariffe aeroportuali che non distingua più tra regimi diversi per hub ed aeroporti nazionali o regionali, che mortificano gli investimenti.

«Per noi imprenditori, che ci misuriamo sui mercati e nel mondo, l’Italia non è il luogo in cui ci si riconosce solo tra simili, come vorrebbe una certa concezione di nazionalismo che non ci piace – conclude Bonomi – Per noi è il luogo dove vivere e lavorare pensando a un futuro di crescita. E l’Italia che abbiamo in testa può e deve esserne capace».














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