Mancato prolungamento del’attività della centrale di Krsko (Slovenia): lo stupore di Associazione italiana nucleare

L'Ain critica sulla posizione dell'Italia che «che ignora l’approccio seguito dall’Europa per assicurare la massima sicurezza degli impianti»

Centrale nucleare di Krsko (Fonte: Wikipedia)

L’Associazione italiana nucleare è molto critica sulla posizione assunta dall’Italia relativa alla centrale nucleare slovena di Krsko, A dispetto delle numerose rassicurazioni relative alla sicurezza dell’impianto, il Ministero della transizione ecologica ha infatti dato parere negativa al prolungamento delle attività. Come si legge in un comunicato dell’Ain, «Tale parere non sembra tenere debito conto dell’opinione favorevole espressa dalle organizzazioni e degli enti pubblici che in Italia sono competenti ad esprimere un giudizio tecnico e che sono più direttamente in contatto con gli organi regolatori sloveni ed europei che sovrintendono alla sicurezza degli impianti nucleari».

«Non possiamo non ricordare, al riguardo, che l’impianto in questione, così come tutti gli impianti in esercizio in Europa, è stato sottoposto, a valle dell’incidente di Fukushima, ad una severa analisi (“stress test”) condotta in modo coordinato tra le varie autorità di sicurezza nazionali secondo le indicazioni dell’Unione Europea», prosegue il comunicato. «In particolare per l’impianto di Krsko è stato condotto uno studio sismico probabilistico, secondo le più recenti metodologie disponibili, che ha riaggiornato il massimo sisma ipotizzabile sul sito ad un valore di 0,6g di accelerazione al suolo. Su questa base, l’esercente dell’impianto ha avviato un vasto programma di ammodernamento e rafforzamento dei sistemi di sicurezza della centrale. Tra tali interventi, in particolare, vogliamo citare la realizzazione di due sistemi addizionali per il raffreddamento dell’impianto dopo incidente, e del relativo edificio che li ospita, progettati cautelativamente ad un valore di sismicità del 20% superiore. Non può quindi non destare stupore la posizione assunta dall’Italia, che ignora, o peggio smentisce, l’intero approccio seguito dall’Europa per assicurare la massima sicurezza degli impianti nucleari ed il giudizio in più sedi ribadito da esperti indipendenti, sia a livello nazionale che internazionale. Restiamo in attesa di conoscere le motivazioni che verranno fornite, speriamo in tempi rapidi, e che ci vogliamo augurare siano basate su elementi tecnici ulteriori non a nostra conoscenza, unico approccio che ci sembra doveroso seguire in materia di argomenti tanto delicati quali la sicurezza».




















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