Cala il pil, ma non gli investimenti in formazione

Secondo l'indagine realizzata da Camera di Commercio Italo-Germanica con Cluster Comet e Anitec-Assinform per il 2021 si prevede un aumento degli investimenti nel 35% delle imprese

Jörg Buck, consigliere delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica (Ahk Italien)

Le imprese puntano sempre più in formazione. Lo conferma una ricerca della Camera di Commercio Italo-Germanica (Ahk Italien) realizzata insieme a Cluster Comet e Anitec-Assinform e basata su un campione di 100 aziende, quasi equamente suddivise fra pmi (55%) e aziende medio grandi (45%) operanti nel Nord Est italiano e attive nei settori della meccanica, consulenza, formazione, manifatturiero, IT e Ict. Il 70% degli intervistati sostiene che la formazione del personale sia un tema prioritario: la maggior parte degli intervistati non ridurrà i budget relativi a questa voce per il 2021, mentre il 35% intende incrementarli. Formazione che verrà fatta online, un approccio che piace alle aziende (l’84% del campione ha partecipato a corsi online), dato che garantisce una maggiore flessibilità e porta a risparmi economici.  Per il 60% delle imprese, però, l’ideale sarebbe una formazione di tipo ibrido, che includa sia moduli teorici erogati online, sia lezioni più pratiche e interattive svolte in presenza.

«È molto importante per noi riscontrare che le aziende intendono continuare a investire sulla formazione, uno dei pilastri della nostra mission», ha dichiarato Jörg Buck, consigliere Delegato di AHK Italien. «Alle imprese servono coraggio e determinazione nel continuare a puntare sul capitale umano in un’ottica di lungo termine, anche in momenti di crisi dove spesso prevalgono scelte orientate al breve periodo. Alla costanza da parte delle aziende deve però affiancarsi continuità nelle scelte politiche: sugli Its, ad esempio, occorre continuare a puntare con decisione e lungimiranza, all’interno di un piano di ampio respiro che miri al consolidamento del sistema»







Secondo Maria Rita Fiasco, vicepresidente Anitec-Assinform, «Per uscire da questa crisi economica che ha radici lontane nel tempo, occorre puntare sulla nostra prima ricchezza: le persone. Dobbiamo, cioè, mettere in campo strategie, strumenti e risorse per dotarci delle nuove competenze necessarie a uscire dall’emergenza costruendo basi solide e durature. Servono non solo nuovi investimenti pubblici e privati, ma anche tutte le capacità tecniche e manageriali perché questi possano tradursi in crescita economica e benessere per i cittadini. È positivo che la survey rilevi una rinnovata attenzione delle imprese ai temi delle competenze, in particolare a quelle digitali. Mi auguro, come cittadino, prima ancora che come esponente del settore ICT, che ciò stimoli imprese e istituzioni ad accelerare su questo fronte, perché la trasformazione digitale sta cambiando il nostro modo di vivere, lavorare e fare impresa, creando per tutti i settori nuove opportunità di integrazione a livello europeo».

«Dalle difficoltà possono nascere nuove opportunità: a causa dell’emergenza Covid-19, i processi di digitalizzazione sono entrati in modo ancora più importante in tutte le nostre attività, non ultimi i processi produttivi e amministrativi delle aziende», ha commentato Saverio Maisto, direttore di Comet. «In realtà si sono velocizzati processi che comunque sarebbero accaduti, verificandosi in poche settimane anziché in mesi o forse anni. Non possiamo farci sfuggire l’occasione di trasformare la necessità di accelerare la digitalizzazione in un’opportunità di crescita per le nostre imprese e, per fare ciò, è necessario investire adeguate risorse sulla formazione, sulla professionalità e sullo sviluppo di nuove competenze. Le risorse umane sono e resteranno il principale asset delle nostre aziende».














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