Passera contro Amco: non si prenda tutti i crediti deteriorati

di Marco de’ Francesco ♦︎ La società del Mef è il primo player nell’acquisto dei portafogli di Npl, con 31,7 miliardi. Ma secondo il ceo sembrerebbe operare a prezzi diversi da quelli di mercato

Corrado Passera, ceo di Illimity

«Cosa vuol fare lo Stato, prendersi tutti i crediti deteriorati?». Lo ha affermato il Ceo di Illimity Corrado Passera, nel corso dell’evento “NplMeeting 2020” organizzato a Cernobbio da Banca Ifis. Perché è scoppiata la polemica tra gli operatori attivi nella gestione dei crediti non performing e Amco, società che svolge la stessa attività ma è espressione del Ministero del Tesoro.

Secondo Passera Amco costituisce una “eccezione distorsiva”, perché operebbe a prezzi diversi da quelli di mercato. Gli ha fatto eco il Ceo di DoValue Andrea Mangoni, secondo il quale gli operatori privati sono “allontanati” dalla presenza di Amco in aste importanti. Per Mangoni, lo Stato deve intervenire nei salvataggi delle banche e delle imprese, non in altre circostanze.







 

Ma per il Mef sono timori immotivati

Invece, secondo il senior advisor del Mef Giuseppe De Martino «gli operatori di mercato manifestano timori che non sono motivati, perché tutta l’attività di Amco è soggetta ad un rigoroso controllo pubblico di vigilanza sui prezzi praticati, affinché siano quelli di mercato». Sempre per De Martino, «casomai il punto di forza di Amco è quello di essere un player con un azionista molto paziente, nella gestione dei crediti. Si intende conciliare l’interesse pubblico con le esigenze di mercato».

Amco, nata come Sga, è stata acquisita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con una legge del 2016. Prima, era nel portafoglio di Intesa Sanpaolo. In quella occasione fu attribuita ad Amco la possibilità di acquisire sul mercato i crediti, le partecipazioni e le attività finanziarie di altri istituti bancari. Sempre nel 2016 la società ha sottoscritto una quota del Fondo Atlante Due.

 

Amco in testa nella gara all’acquisto dei portafogli di esposizioni non performanti

I primi 6 investitori hanno acquisito il 44% (109 miliardi di euro) dei portafogli di esposizioni non performanti transati dal 2015 al 2020. Secondo l’analisi, si evidenzia la favorevole posizione degli operatori che lavorano su questo mercato in modo stabile e continuativo. Questi big player sono Amco, con 31,7 miliardi; Quaestio Capital Management con 29,2; Banca Ifis, con 17,3; Fortress, con 12,3; Lindord-Intrum con 10,8 e infine Credito Fondiario con 7,4.














Articolo precedenteDagli antivirali alla Co2, ci pensa Ibm a predire il futuro
Articolo successivoSurvey Banca Ifis: nel 2020 portafogli unsecured sono il 31% delle vendite di Npl






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui