Aiuti di Stato: ok dalla Commissione europea per 700 milioni alle imprese

La misura sarà accessibile alle pmi e alle aziende con meno di 1500 dipendenti attive in tutti i settori colpiti dalla crisi geopolitica e dalle sanzioni e controsanzioni adottate in tale contesto

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Bruxelles, Palazzo Berlaymont, sede della Commissione Europea

«Con questi 700 milioni di euro, l’Italia garantirà che le imprese colpite dall’attuale crisi geopolitica e dalle relative sanzioni dispongano di liquidità sufficiente, consentendo loro di proseguire la loro attività economica in questo difficile contesto. Continuiamo a restare al fianco dell’Ucraina e del suo popolo. Allo stesso tempo proseguiamo la stretta collaborazione con gli Stati membri per garantire che le misure nazionali di sostegno possano essere attuate in modo tempestivo, coordinato ed efficace, tutelando nel contempo la parità di condizioni nel mercato unico».

È con queste parole che Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, commenta l’approvazione da parte della Commissione europea del regime italiano da 700 milioni di euro a sostegno delle imprese nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina.







La misura sarà accessibile alle piccole e medie imprese e a quelle con meno di 1500 dipendenti (imprese a media capitalizzazione) attive in tutti i settori colpiti dall’attuale crisi geopolitica e dalle sanzioni e controsanzioni adottate in tale contesto. Sono tuttavia escluse le imprese che operano nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli, della pesca, dell’acquacoltura, del settore bancario e finanziario, nonché le società commerciali e di intermediazione commerciale.

Nell’ambito del regime i beneficiari ammissibili avranno diritto a ricevere aiuti di importo limitato sotto forma di sovvenzioni dirette. Il regime sarà accessibile alle imprese con un fatturato estero medio complessivo, negli anni 2019, 2020 e 2021, pari ad almeno il 10% del fatturato medio totale degli stessi anni. Per essere ammissibili, le società devono inoltre rifornirsi per determinate parti dell’insieme delle loro forniture dall’Ucraina, dalla Russia o dalla Bielorussia e prevedere, per l’esercizio finanziario 2022, i) un aumento del costo unitario medio delle forniture; o ii) una riduzione dei quantitativi di forniture provenienti dagli stessi paesi di almeno il 20 % rispetto alla media registrata nel 2019, 2020 e 2021














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